In absence of time-space there is no thought. And in the absence of thought, who am I?
Being is not a thought. Thought is contained in consciousness, is an object of consciousness and as such needs to extend in time and space. Consciousness exists regardless of the presence or absence of objects (thoughts), this is also found in the deep sleep condition where the objects disappear but the sense of permanence persists, in fact, on awakening we are aware that we have slept deeply.
The absence of the ego during deep sleep proves that existence and consciousness are not conditioned by the sense of identification with a specific subject / object (observer / observed), but this is done unconsciously.
The nature of the Self is conscience and existence without identification in a specific form, such awareness is not of something or even of being conscious of being aware (which is the condition of the self reflected in the mind), it is pure awareness beyond any possible speculative differentiation and therefore not comparable. For this reason, enlightened ones define it as neither consciousness nor unconsciousness, because any description does not correspond to the reality of the Self, which is indescribable, however, concrete and absolutely real.
The attachment to the I (ego)? It does not exist, it is only a projection that come to life by the sense of separation and seeks to rejoin the original I (the Self) that is projected into the observed image. But how can the image have any chance to exist and rejoin exsternally the Self that is being reflected? Once understood this attachment, which is nonexistent, it disappears ...
Paolo D'Arpini
Testo italiano
In assenza di tempo/spazio c’è assenza di pensiero. Ed in assenza di pensiero chi sono io?
Essere non è un pensiero. Il pensiero è contenuto nella coscienza, è un oggetto della coscienza e come tale ha bisogno di estendersi nel tempo e nello spazio. La coscienza esiste indipendentemente dalla presenza o meno di oggetti (pensieri), ciò è riscontrabile anche nella condizione di sonno profondo in cui gli oggetti scompaiono ma permane il senso di permanenza, infatti al risveglio siamo coscienti di aver dormito profondamente.
L’assenza dell’io durante il sonno profondo prova che l’esistenza e la coscienza non sono condizionati dal senso d’identificazione con uno specifico soggetto/oggetto (osservatore/osservato), ma questo avviene non consapevolmente.
Lo stato del Sé è coscienza ed esistenza senza identificazione in una forma specifica, tale consapevolezza non è di un qualcosa e nemmeno dell’essere consapevole di essere consapevole (che è la condizione dell’io riflesso nella mente) è pura consapevolezza aldilà di ogni possibile differenziazione speculare e quindi non comparabile. Per questa ragione gli illuminati la definiscono come né consapevolezza né inconsapevolezza, ogni descrizione non corrisponde alla realtà del Sé, che è indescrivibile però concreto ed assolutamente reale.
L’attaccamento all'io (ego)? Non esiste, è solo una proiezione che prende vita dal senso di separazione e che cerca di ricongiungersi al Sé originale che si proietta nell’immagine osservata. Ma come può l’immagine avere qualsiasi possibilità di esistere e ricongiungersi esternamente al Sé che si sta riflettendo? Una volta compreso questo attaccamento, che è non esistente, esso scompare…
Paolo D'Arpini
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