Universi dimenticati di Franco Farina
"As the ancient Indian wise men said, Vishnu preserves it, Shiva destroys it, Brahma re-creates it, infinitely and forever. But, perhaps because of the "cosmic forgetting factor", no universe "bounces" equally to the former ... " (Joe Fallisi)
Science begins to get closer to philosophy. In fact metaphysical thinking and analysis of the physical world are two descriptions that collide, both draw on perceived reality through consciousness.
That the universes were continually created and destroyed one after another in an infinite sequence is the conclusion of Vedic and upanishadic thought, as well as Taoist thought. Everything runs (panta rei) everything turns everything melts everything resumes shape. It is constantly evolving into continuous transformation. How to say that the primordial substance is the same while the manifest aspects are different. To understand analogously this truth will simply look at the metamorphosis of life on this earth.
There are not two identical snow crystals, there are no two identical leaves of the same tree, in a sandy expanse each grain is different, in mankind each man is unique and unrepeatable, even through cloning it has been found that there are differences between the original model and the copy .... In short, life is totally different in all her forms .... This variety is the dominant feature ... which at the same time evokes basic unitarity... As in the observation of formative figures in a kaleidoscope, mirrors and crystals are the same but the images always appear different.
So eon after eon, universe after universe, big bang after big bang, life continues to manifest itself in a color polychrome of incommensurably different forms but drawing on the same matrix: consciousness. Awareness of the One That Become Many.
This was also the vision of our philosopher and lay spiritualist Giordano Bruno. He had perceived the true essence, the universal source, and the possibility of continually recreated and parallel universes. The fire of eternally manifested and inextricably linked Spirit and Matter. That his intuition had not been welcomed by his contemporaries, and and this was the atrocious cause of his death, from the point of view of abstract thought and the reality of things, is of little importance ... And in dualistic perception, intelligence needs the stupidity to be evident.
What is true it is always evident and does not need confirmation ... it is self-existent. As each of us can find in its very identity and sense of being, it does not have to be corroborated by external agents. Indeed, the external agents are corroborated in their presence and existence from the "noumenon", the subject!
The truth can not be told because the description is not the substance.
And now there is another face of the medal, to prove it, the scientific vision: Martin Bojowald has worked for six years around the complicated equations that support his theory. Today he was finally able to "demonstrate", with his work published on Physics Nature, that the universe was not "born" with the Big Bang. When happened the "big bang", that is traditionally traced back to the creation of the world we knew, the universe already existed. Indeed, the Big Bang was nothing more than a "refolding", a "redeployment" of pre-existing material.
One of the limits of the Big Bang theory, mathematically described by Einstein, is that at a given moment all matter was concentrated in a point with zero volume and mass and infinite energy. According to the laws of physics, impossible. Now Pennsylvania State University University scientists, coordinated by Bojowald, say that before the birth of our universe there was a similar one that, however, collapsed on itself. By combining the theory of relativity with quantum physics equations. Now with the scientist of Pennsylvania State University, coordinated by Bojowald, was born the first model that systematically describes the existence of a universe pre-existing to ours, and that it computes some characteristics.
According to the model (Loop Quantum Gravity, or Lqg), the old universe was collapsing rapidly, to a state where gravity and energy were so high (but not infinite, as argued by previous theories) that reciprocal repulsion has inverted the process and recreated the expanding universe we know today. According to American physicists, though very similar to each other, the "pre" and "post" rebounds were not equal: the equations governing them have at least a different variable, which Bojowald calls the "cosmic forgetfulness factor". That is, the absence of at least one parameter of the "pre" universe in the "post" universe. This also prevents the infinite replication of twin universes.
Paolo D'Arpini
Testo Italiano
“Come già dicevano gli antichi sapienti indiani: Vishnu lo conserva, Shiva lo distrugge, Brahma lo ricrea, all’infinito e per sempre. Ma, forse proprio per il “fattore di dimenticanza cosmica”, nessun universo “rimbalza” uguale (d)al precedente…” (Joe Fallisi)
La scienza comincia ad avvicinarsi sempre più alla filosofia. In effetti il pensiero metafisico e l’analisi del mondo fisico sono due descrizioni che collidono, entrambe attingono alla realtà percepibile per mezzo della coscienza.
Che gli universi fossero continuamente creati e distrutti uno dopo l’altro in una sequenza infinita è la conclusione del pensiero vedico e upanishadico, come pure di quello taoista. Tutto scorre (panta rei) tutto si trasforma tutto si scioglie tutto riprende forma. In continuo evolversi in continua trasformazione.
Come dire che la sostanza primordiale è la stessa mentre gli aspetti manifesti sono diversi. Per comprendere analogicamente questa verità basterà osservare la metamorfosi della vita su questa terra.
Non ci sono due cristalli di neve uguali, non ci sono due foglie dello stesso albero uguali, in una distesa di sabbia ogni granello è diverso, nell’umanità ogni uomo è unico ed irripetibile, persino attraverso la clonazione è stato riscontrato che esistono differenze fra il modello originale e la copia….
Insomma la vita è totalmente varia…. Questa varietà è la caratteristica dominante.. che allo stesso tempo evoca l’unitarietà di fondo…. Come avviene nell’osservazione delle figure formantesi in un caleidoscopio, gli specchietti e i cristalli sono gli stessi ma le immagini appaiono sempre diverse.
Così eone dopo eone universo dopo universo big bang dopo big bang la vita continua a manifestarsi in una policromia di colori, di forme incommensurabilmente diverse ma attingenti alla stessa matrice: la coscienza. La consapevolezza dell’Uno che si fa molti.
Questa era anche la visione del nostro filosofo e spiritualista laico Giordano Bruno. Egli aveva intuito la vera essenza, la sorgente universale, e la possibilità degli universi continuamente ricreati e paralleli.. Il fuoco d’artificio eternamente manifesto e inestracabilmente congiunto di Spirito e Materia. Che la sua intuizione non fosse stata accolta dai suoi contemporanei, e gli provocò anzi un’atroce morte, dal punto di vista del pensiero astratto e della realtà delle cose ha poca importanza… Ed inoltre, nella percezione dualistica, l’intelligenza ha bisogno della stupidità per risultare evidente.
Ciò che è vero lo è sempre e non abbisogna di conferme… è autoesistente. Come ognuno di noi può riscontrare nella sua stessa identità e senso dell’essere che non abbisogna di venire corroborata da agenti esterni.. anzi sono gli agenti esterni ad essere corroborati nella loro presenza ed esistenza dal “noumeno”, dal soggetto!
La verità non può essere raccontata poiché la descrizione non è la sostanza.
Ed ora ecco un’altra faccia della medaglia, quella della visione scientistica: Martin Bojowald ha lavorato per sei anni intorno alle complicate equazioni che sorreggono la sua teoria. Oggi finalmente è potuto uscire allo scoperto su Physics Nature per dire che l’universo non è nato con il Big Bang. Quando si verificò il “grande botto” al quale si fa tradizionalmente risalire la creazione del mondo che conosciamo, l’universo esisteva già. Anzi, il Big Bang non fu altro che un “ridispiegamento”, un “rimbalzo” della materia preesistente.
Uno dei limiti della teoria del Big Bang, descritta matematicamente da Einstein, è che in un dato momento tutta la materia era concentrata in un punto con volume zero e massa ed energia infinite. Secondo le leggi della fisica, impossibile. Ora gli scienziati dell’università di Pennsylvania State University, coordinati da Bojowald, dicono che prima della nascita del nostro universo ce n’era uno simile che però collassava su se stesso. Unendo la teoria della relatività ad equazioni di fisica quantistica, alla Penn State è nato il primo modello che descrive sistematicamente l’esistenza di un universo preesistente al nostro, e che ne calcola alcune caratteristiche.
Secondo il modello (Loop Quantum Gravity, o Lqg), il vecchio universo stava collassando rapidamente, fino a raggiungere uno stato in cui la gravità e l’energia erano così alte (ma non infinite, come sostenuto dalle teorie precedenti) che la repulsione reciproca ha fatto invertire il processo e ha dato vita all’universo in espansione che conosciamo oggi. Per i fisici americani, anche se molto simili fra loro, gli universi “pre” e “post” rimbalzo non erano uguali: le equazioni che li governano infatti hanno almeno una variabile differente, che Bojowald chiama il “fattore di dimenticanza cosmica”. Cioè l’assenza di almeno un parametro dell’universo “pre” nell’universo “post”. Il che impedisce anche l’infinito replicarsi di universi gemelli.
Paolo D'Arpini
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