The fideistic scheme of religions, superimposed over the spontaneous revelation of the spirit in us, continues to obfuscate the simple consciousness of being, to belong to an inseparable whole of which we are an integral part.
Even before being Christians, Mohammedans or Buddhists, we are "consciousness" but such awareness is so hidden that our intrinsic nature is submerged by a plethora of ideas, constraints, and structures pre-established by various religious beliefs. A fence that prevents expressive freedom in terms of the natural spirituality of man.
Suffice to see the improper use that is made of the term "lay" by the Catholic religion, implying that it is a person not "ordered" but a member of the religion. What is absurd from the etymological and glottological point of view. But this misbehavior is portrayed brutally in the Vatican quotations referring to so-called "lay" believers of the church (meaning ordinary secular people, householders or single persons not ordained in priestly caste but belonging to the religion). This lexical cheating adds to mystifying and differentiating what is absolutely indivisible: the spirit.
From birth to death we stay in a cage and get out almost impossible. But litlle by little man is becoming more and more identified with the common human belonging and not particularly as a member of a religion or ethnicity. This "unitary" tendency must be helped through the consciousness of a true natural and lay spirituality, which portrays the personal freedom of man to his original manifestation.
Children, newborns, are the first exploited, ideologically and religiously, by their own parents and the "social religious" obligations to undergo religious imprinting. Even before he could understand what "religion" means, an innocent child is forced into a religious path, completely unknowingly. The innocent child is bound to rites and a faith he does not know and does not have the age to understand whether it is good or bad.
In this way, free spiritual expression is not helped, but members of society are jailed in a prison of thoughts, and this applies to religions and ideologies as well.
I call on good and sincere people to become aware of this, at the same time inviting "religious" (or hypocrites swindlers) to stop with their massacre of human intelligence.
Paolo D'Arpini
Testo italiano
Lo schema fideistico delle religioni, sovrimposto alla spontanea rivelazione dello spirito in noi, continua ad offuscare la semplice coscienza di esistere, di appartenere ad un tutto inscindibile di cui siamo parte integrante.
Prima ancora di essere cristiani, maomettani o buddisti, noi siamo “coscienza” ma tale consapevolezza è talmente nascosta che la nostra intrinseca natura viene sommersa da una pletora di idee, costrizioni e strutturazioni precostituite da vari credo religiosi. Un recinto che impedisce la libertà espressiva in termini di spiritualità naturale dell’uomo.
Basti vedere l’uso improprio che viene fatto del termine “laico” dalla religione cattolica, sottintendendo si tratti di persona non "ordinata" ma membro della religione. Cosa assurda dal punto di vista etimologico e glottologico. Ma questo misuso viene portato sfacciatamente avanti nelle menzioni fatte dal vaticano in riferimento ai cosiddetti credenti “laici” della chiesa (intendendo persone comuni, capifamiglia o singoli individui non ordinati nella casta sacerdotale ma appartenenti alla religione). Questo imbroglio lessicale contribuisce a mistificare e differenziare quel che è assolutamente indivisibile: lo spirito.
Dalla nascita alla morte restiamo in una gabbia ed uscirne sembra quasi impossibile. Pian piano l’uomo si sta riconoscendo sempre più nella comune appartenenza all'esistenza umana e non particolarmente come membro di una religione od etnia. Questa tendenza alla “unità” va aiutata attraverso la coscienza di una vera spiritualità naturale e laica, che riporti la libertà personale dell’uomo alla sua originaria manifestazione.
I bambini, i neonati, sono i primi sfruttati, in senso ideologico e religioso, obbligati dai loro stessi genitori e dagli obblighi “sociali” (ormai consolidati) a sottostare alle strumentalizzazioni religiose. Prima ancora che abbia potuto capire cosa significhi “religione”, un bambino innocente viene obbligato ad un percorso religioso, del tutto inconsapevolmente. Il bambino incolpevole viene legato ai riti e ad una fede che non conosce e non ha l’età per capire se sia buona o cattiva.
In tal modo non si aiuta la libera espressione spirituale ma si rinchiudono i membri della società in una prigione di pensieri, e ciò vale sia per le religioni che per le ideologie.
Invito le persone per bene e sincere a divenire consapevoli di ciò, contemporaneamente invito i “religiosi” (ovvero gli ipocriti imbroglioni) a smetterla con questo massacro dell’intelligenza umana.
Paolo D'Arpini
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