giovedì 17 giugno 2021

Deep ecology: a way without a way ... - Ecologia profonda: una via senza via...


"Caminante, no hay camino, se hace camino al andar" (Antonio Machado)

Our path towards deep ecology, towards the implementation of bioregionalism, is not marked, we have no maps to follow, indications that establish the path ... but to proceed we must start walking.

The continuity of our society, as a human species, requires an evolutionary key, a global vision, through which to open our minds to the awareness of sharing the life experience with the entire planet.

This is the vision of the ecology of the deep, the science of the inseparability of life.

It follows that both politics and the human economy must take ecology into account in order to initiate technological progress that is not opposed to life and that is in tune with the life processes of the planet. Science and technology in every field of application will have to answer the question: Is this environmentally compatible? The machinery, the energy sources, the disposal of by-products, the production of food, the relationship with animals, must be made in terms of ecological sustainability.

A rapid process of industrial and agricultural reconversion and requalification must be initiated which in itself will be able to support the economy. In fact, the conversion alone will favor the overcoming of the current state of economic and social enpasse. A great human revolution including our making peace with the global life of the planet.

The evolutionary key we propose lies in the radical change of vision, passing from the right-left criterion (now overtaken by the situation) to a consciousness of coexistence and sharing of the vital context, a consciousness devoid of hypocrisy and cunning, aimed at deepening the values ​​of life (in society and in the habitat). In fact, by abandoning the now obsolete concept of right-left, we can easily enter the world of belonging and sharing. The awareness of being an integral part of the whole is the only way out of the vortex of a repetitive and ruinous barbarism.

Paolo D’Arpini - Italian Bioregional Network







Testo Italiano: 

“Caminante, no hay camino, se hace camino al andar” (Antonio Machado)

La nostra strada verso l’ecologia profonda, verso l’attuazione del bioregionalismo, non  è segnata, non abbiamo mappe da seguire, indicazioni che stabiliscano il cammino… ma per procedere dobbiamo iniziare a camminare.

La continuità della nostra società, in quanto specie umana, richiede una chiave evolutiva, una visione globale, per mezzo della quale aprire la nostra mente alla consapevolezza di condividere con l’intero pianeta l’esperienza vita.

Questa è la visione dell’ecologia del profondo, la scienza dell’inscindibilità della vita.

Ne consegue che sia la politica che l’economia umana devono tener conto dell’ecologia per avviare un progresso tecnologico che non si contrapponga alla vita e che sia in sintonia con i processi vitali del pianeta. La scienza e la tecnologia in ogni campo di applicazione dovranno rispondere alla domanda: E ciò ecologicamente compatibile? I macchinari, le fonti energetiche, lo smaltimento dei sottoprodotti, la produzione di alimenti, il rapporto con gli animali, dovranno essere realizzati in termini di sostenibilità ecologica.

Deve essere avviato un rapido processo di riconversione e riqualificazione industriale ed agricola che già di per se stesso sarà in grado di sostenere l’economia. Infatti la sola riconversione favorirà il superamento dell’attuale stato di enpasse economico e sociale. Una grande rivoluzione umana comprendente il nostro far pace con la vita globale del pianeta.

La chiave evolutiva da noi proposta sta nel cambio radicale di visione, passando dal criterio di destra-sinistra (ormai superato dalla situazione) ad una coscienza di compresenza e compartecipazione del contesto vitale, una coscienza priva di ipocrisia e furbizia, tesa all’approfondimento dei valori della vita (nella società e nell’habitat).  Infatti abbandonando il concetto ormai obsoleto di destra-sinistra possiamo tranquillamente entrare nel mondo dell’appartenenza e condivisione. La consapevolezza di essere parte integrante del tutto l’unica strada per uscire dal vortice di una ripetitiva e rovinosa barbarie.

Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana

lunedì 14 giugno 2021

False identification and true identity - Falsa identificazione e verà identità

 


"Identifying oneself with a specific shape name absolutely does not correspond to the truth and moreover if one identifies with the" person "one cannot help but assume its strengths and weaknesses, to welcome its nuances and stains, but we are Harlequin or Pulcinella? " (Saul Arpino)

Spiritual experience and stable self-realization.

In truth "I" (as consciousness) I observe the character who can manifest himself only through my conscious observation. I don't judge him, I love him as I love anyone who enters my conscious sphere.

The experience of the ultimate state, of consciousness free from identification, is exhibited in various spiritual schools such as: Satori, Holy Spirit, Samadhi, Shaktipat, etc. It is usually understood that this experience of "awakening" to one's nature is consequent to a particular condition of openness in which the "grace" of the Self (pure Awareness) can manifest itself and impart knowledge of what we have always been and always will be.  Unfortunately, due to the accumulation of "vasana" mental tendencies, the lived experience does not always stabilize in permanent realization.

The awakening therefore does not correspond to the realization (or only in rare cases of full spiritual maturity). And here we are faced with a paradox, on the one hand there is the unequivocal awareness of the ultimate state that can never be erased, on the other a partial obscuring of this truth following the residual activity of the vasanas that continue to operate in the mind of the seeker ...

Once revealed, knowledge takes time to stabilize. The Self is certainly within the direct experience of everyone, but not as one can imagine, it is simply what it is. This "experience" is called samadhi. But due to the fluctuation of the mind, knowledge takes practice to stabilize.

Therefore the work of the lay spiritual seeker consists in eliminating the vasanas. A great help in this cleansing work - as Ramana Maharshi stated - results in being near a realized saint, so the vasanas cease to be active, the mind becomes quiet and samadhi occurs. In this way the seeker gets a correct experience in the presence of the teacher.

One practice to keep awareness fixed on the Self (Noumenon or real subject) is the questioning of "who am I?", And if thoughts arise during self-inquiry, one should ask "to whom do these thoughts arise?" . In this way it will be possible to remain as long as possible on the sense of presence, without giving an objective identification to this pure subjective identity.

To keep this experience stably, an effort is necessary and finally the seeker will know his true nature even in the midst of everyday life. this is the state that lies beyond our effort or lack of effort.

From here we understand the importance of "awakening" for which, once the "joy of the Self" has been tasted, the seeker cannot help but turn to it repeatedly trying to regain it.

Once the joy of peace has been experienced, no one will want to turn to some other research.

Paolo D'Arpini




Testo Italiano: 

"Identificarsi con uno specifico nome forma non corrisponde assolutamente al vero ed inoltre se ci si identifica con la “persona” non si può fare a meno di assumerne i pregi ed i difetti, di accogliere le sue sfumature e macchie, ma siamo noi Arlecchino o Pulcinella?" (Saul Arpino)
L'esperienza spirituale e la stabile realizzazione del Sé
In verità “io” (in quanto coscienza) osservo il personaggio che solo attraverso la mia osservazione consapevole può manifestarsi. Non lo giudico, gli voglio bene come voglio bene a chiunque entri nella mia sfera cosciente.
L’esperienza dello stato ultimo, della coscienza libera da identificazione, è esposta in varie scuole spirituali come: Satori, Spirito Santo, Samadhi, Shaktipat, etc. Di solito si intende che questa esperienza di "risveglio" alla propria natura sia conseguente ad una particolare condizione di apertura in cui la “grazia” del Sé (la pura Consapevolezza) può manifestarsi ed impartire la conoscenza di quel che sempre siamo stati e sempre saremo. Purtroppo dovuto all’accumulo di tendenze mentali “vasana” non sempre l’esperienza vissuta si stabilizza in permanente realizzazione.
Il risveglio quindi non corrisponde alla realizzazione (oppure solo in rari casi di piena maturità spirituale). E qui ci troviamo di fronte ad un paradosso, da un lato c’è la consapevolezza inequivocabile dello stato ultimo che non può mai più essere cancellata, dall’altro un oscuramento parziale di tale verità in seguito all’attività residua delle vasana che continuano ad operare nella mente del cercatore…
La conoscenza una volta rivelata prende tempo per stabilizzarsi. Il Sé è certamente all’interno dell’esperienza diretta  di ognuno, ma non come uno può immaginare, è semplicemente quello che è. Questa “esperienza” è chiamata samadhi. Ma dovuto alla fluttuazione della mente, la conoscenza richiede pratica per stabilizzarsi.
Quindi il lavoro del cercatore spirituale laico consiste nell’eliminazione delle vasana. Un grande aiuto in questo opera di pulizia - come affermò Ramana Maharshi- risulta nello stare in prossimità di un santo realizzato, così le vasana cessano di essere attive, la mente diventa quieta e sopravviene il samadhi. In questo modo il cercatore ottiene una corretta esperienza alla presenza del maestro.
Una pratica per mantenere fissa la consapevolezza sul Sé (Noumeno o soggetto reale) è l'interrogarsi su "chi sono io?", e se dovessero sorgere pensieri, durante l'auto-indagine, bisognerebbe chiedersi "a chi sorgono questi pensieri?". In tal modo si potrà restare il più a lungo possibile sul senso di presenza, senza dare un'identificazione oggettiva a questa pura identità soggettiva.
Per mantenere stabilmente questa esperienza uno sforzo è necessario ed infine il cercatore conoscerà la sua vera natura anche nel mezzo della vita di tutti i giorni. questo è lo stato che sta oltre il nostro sforzo o la mancanza di sforzo.
Da qui si intuisce l'importanza del "risveglio" per cui, una volta assaggiata la “gioia del Sé”, il cercatore non potrà fare a meno di rivolgersi a questa ripetutamente cercando di riconquistarla.
Una volta sperimentata la gioia della pace nessuno vorrà indirizzarsi verso qualche altra ricerca.
Paolo D'Arpini


mercoledì 9 giugno 2021

Freedom from religions and ethnic groups - Libertà dalle religioni e dalle etnie


Dipinto di Franco Farina

Our true spiritual nature, when listened to with respect, is beyond dualism. Unfortunately, the mental scheme of religions, superimposed on the spontaneous revelation of the human in us, continues to cloud the simple awareness of existing, of belonging to an inseparable whole of which we are an integral part.

Even before being Christians, Mohammedans or Buddhists, we are consciousness  but this awareness is so clouded that our intrinsic qualities are submerged by a plethora of ideas, constraints and structures pre-established by various religious beliefs. A fence that prevents freedom of expression in terms of man's natural spirituality.

Suffice it to see the improper use that is made of the term layman by the Catholic religion, implying that it is a person not belonging to the priestly class but a member of the religion. This is absurd from an etymological and glottological point of view. But this misuse is brazenly carried forward in the mentions made by the Vatican in reference to the so-called lay believers of the church (meaning ordinary people, heads of families or other not ordained in the priestly caste but belonging to the religion). This lexical fraud contributes to mystify and differentiate what is absolutely indivisible: the spirit.

From birth to death we remain in a cage and getting out of it seems almost impossible. Little by little, man is increasingly recognizing himself as an inhabitant of the Earth and not particularly of a religion or ethnicity. This tendency to unity must be helped through the awareness of a true natural and secular spirituality, which brings man's personal freedom back to the original manifestation of him.

Children, infants, are the first exploited, in an ideological and religious sense, forced by their own parents and social obligations (by now consolidated) to submit to religious exploitation. Even before he has been able to understand what religion means, an innocent child is forced to a religious path, completely unconsciously, starting with baptism, then confirmation and then communion again. The innocent child is tied to rituals and a faith that he does not know and is not old enough to understand if she is good or bad.

In this way, free spiritual expression is not helped but society is locked up in a prison of thoughts, and this applies to both religions and ideologies.

I invite decent and sincere people to become aware of this, at the same time I invite the religious (ie the hypocritical cheaters) to stop with this slaughter of human intelligence.

Paolo D'Arpini












Testo Italiano:

La nostra vera natura spirituale, se ascoltata con rispetto, è aldilà  del dualismo. Purtroppo lo schema mentale delle religioni, sovrimposto alla spontanea rivelazione dell’ umano in noi, continua ad offuscare la semplice coscienza di esistere, di appartenere ad un tutto inscindibile di cui siamo parte integrante.


Prima ancora di essere cristiani, maomettani o buddisti, noi siamo coscienza ma tale consapevolezza è talmente offuscata che le nostre intrinseche qualità vengono sommerse da una pletora di idee, costrizioni e strutturazioni precostituite da vari credo religiosi. Un recinto che impedisce la libertà espressiva in termini di spiritualità naturale dell' uomo.


Basti vedere l'uso improprio che viene fatto del termine laico dalla religione cattolica, sottintendendo si tratti di persona non appartenente alla classe sacerdotale ma membro della religione. Cosa assurda dal punto di vista etimologico e glottologico. Ma questo misuso viene portato sfacciatamente avanti nelle menzioni fatte dal vaticano in riferimento ai cosiddetti credenti laici della chiesa (intendendo persone comuni, capifamiglia od altro non ordinati nella casta sacerdotale ma appartenenti alla religione). Questo imbroglio lessicale contribuisce a mistificare e differenziare quel che è assolutamente indivisibile: lo spirito.


Dalla nascita alla morte restiamo in una gabbia ed uscirne sembra quasi impossibile. Pian piano l’uomo si sta riconoscendo sempre più abitante della Terra e non particolarmente di una religione od etnia. Questa tendenza alla unità va aiutata attraverso la coscienza di una vera spiritualità naturale e laica, che riporti la libertà personale dell’uomo alla sua originaria manifestazione.


I bambini, i neonati, sono i primi sfruttati, in senso ideologico e religioso, obbligati dai loro stessi genitori e dagli obblighi sociali (ormai consolidati) a sottostare alle strumentalizzazioni religiose. Prima ancora che abbia potuto capire cosa significhi religione, un bambino innocente viene obbligato ad un percorso religioso, del tutto inconsapevolmente, cominciando con il battesimo, poi la cresima e poi ancora la comunione. Il bambino incolpevole viene legato ai riti e ad una fede che non conosce e non ha l’età per capire se sia buona o cattiva.


In tal modo non si aiuta la libera espressione spirituale ma si rinchiude la società in una prigione di pensieri, e ciò vale sia per le religioni che per le ideologie.


Invito le persone per bene e sincere a divenire consapevoli di ciò, contemporaneamente invito i religiosi (ovvero gli ipocriti imbroglioni) a smetterla con questo massacro dell'intelligenza umana.


Paolo D'Arpini