sabato 28 ottobre 2017

The path is already the goal... - Il percorso è già la meta...


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When I receive a letter -  on themes of spirituality and ecology - I rejoice greatly, especially if it expresses integrative and propositional concepts in relation to what I have expressed. This, in my opinion, is the true attitude in tune with Deep Ecology and Lay Spirituality. That is, never to be antagonistic, but try to sew and connect the various ways of thinking, the various experiences and actions, so that they fall into a unified and universal context. As it is.

You should know that when I write, I never feel, or almost never, the impulse to say something definitive, which really corresponds to my belief, my expressions are free, drawn in the mood of the moment and valid only for the tell a "sensible" story. In short, what I say is a story, a description of a dream, and the dreams are imponderable and imaginative (unless Freud,  Tarots or I Ching gives their own explanation).

Apparently I approve of the "idea" of climbing as a symbol   towards knowledge .. (and this is the image  of "ascension" usually given  in all spiritual traditions), but in my human nature (and hence also in that spiritual) remains a fundamental "laziness" (understood in the Zen sense) towards acting to gain knowledge.

I really like the Zen saying: "Sitting without doing anything, spring comes and the grass grows by itself ...".

In fact, the Self is indescribable in words, it is beyond emotions and feelings, despite his understanding  the smallest movement of consciousness. The Self everything understands but it does not take any shape. The Self is the ever-present substrate that allows the forms to manifest themselves. And in this sense in "it" there is no preference there is no scale of values for which the Self may prefer a topic  with respect to another. There are no noble and metaphysical arguments to be preferred over material and empirical contingencies. Everything has its value and its significance in the manifestation that is its own and is fit for the living condition.

Therefore, the intensity and sense of presence that you experience by climbing a summit  is equal to the contemplative rest. To everyone according to the congenial characteristics of each one  in the given moment.

I'm thinking...

Has there ever been a time when I was not myself? What is this that I so strongly feel and perceive, this I am the only reality I know, is absolute and indivisible consciousness. Everything that appears in this consciousness, the images that I observe, all that is manifested before the I  is an object, this body is an object, this mind is an object, the colorful forms of the world are only objects of the Self . The qualities, feelings, attractions and repulsions that appear in the field of consciousness, which I am, are just projections as are the dreams that appear to the dreamer. If I'm not who it is? Finally, as I can remotely imagine separation between the self and  his projections, everything  solve in the same reality, unique and indivisible, inexplicable because there is no other  one  to explain it ... This I am where the  hypothetical other  too recognizes as I am ....

Paolo D'Arpini


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Testo Italiano


Quando ricevo una lettera  -sui temi della spiritualità e dell'ecologia-  mi rallegro molto, soprattutto  se esprime concetti integrativi e propositivi in relazione  a quanto da me espresso. Questo, secondo me è il vero atteggiamento in sintonia con l’Ecologia Profonda e la Spiritualità Laica. Ovvero mai porsi in antagonismo bensì cercare di cucire e collegare i vari modi di pensiero, le varie esperienze ed azioni, affinché esse rientrino in un contesto unitario ed universale. Come di fatto è.

Dovete sapere che solitamente quando scrivo non sento mai, o quasi mai, l’impulso di affermare qualcosa di definitivo, di realmente corrispondente ad una mia convinzione,  le mie sono  espressioni libere, pescate nell’umore del momento e valide al solo fine di poter raccontare una storia “sensata”. Insomma quel che dico è un raccontino, una descrizione di un sogno  ed  i sogni sono imponderabili e fantasiosi (salvo che non ci si metta Freud, la Smorfia o l’I Ching a dare una spiegazione).

Apparentemente approvo "l’idea" della scalata come simbolo verso la conoscenza.. (e questa è l’immagine che solitamente si ha dell'ascesa, in tutte le tradizioni spirituali), ma nella mia natura umana (e di conseguenza anche in quella spirituale) permane una fondamentale “pigrizia” (intesa in senso Zen) verso l’agire per l’ottenimento di una conoscenza. 

Mi piace molto il detto Zen: “Seduto senza far nulla, viene la primavera e l’erba cresce da sé…”.

In verità il Sé è indescrivibile a parole, è aldilà dei sentimenti e delle emozioni, pur comprendendo sino al più piccolo movimento della coscienza.. Tutto comprende ma di nessuna cosa assume la forma. Il Sé è il substrato perennemente presente che consente alle forme di manifestarsi. Ed in questo senso in “esso” non c’è preferenza non esiste scala di valori per cui il Sé possa prediligere un tema  rispetto ad un altro. Non vi sono argomenti nobili e metafisici da preferire rispetto alla materialità ed alla contingenza empirica. Ogni cosa ha il suo valore ed il suo significato nella manifestazione che le è propria e confacente alla condizione vissuta. 

Perciò l’intensità e il senso di presenza che si sperimenta salendo su una vetta equivale al riposo contemplativo. Ad ognuno secondo le congeniali caratteristiche di ognuno nel dato momento.

Sto riflettendo...

C’è mai stato un momento in cui io non sia stato me stesso? Cos’è questo io che così fortemente sento e percepisco, questo io è la sola realtà che conosco, è la coscienza assoluta e indivisibile. Tutto ciò che appare in questa coscienza, le immagini che io osservo, tutto ciò che si manifesta davanti all’io è un oggetto, questo corpo è un oggetto, questa mente è un oggetto, le forme variopinte del mondo sono solo oggetti dell’io. Le qualità, le sensazioni, le attrazioni e repulsioni che appaiono nel campo della coscienza, che io sono, sono solo proiezioni come lo sono i sogni che appaiono al sognatore. Se io non sono chi è?   Infine come posso lontanamente immaginare separazione fra l’io e le proiezioni dell’io, tutto si risolve nella stessa realtà, unica ed indivisibile, inspiegabile perché non vi è nessuno a cui poterla spiegare…  Questo io sono in cui anche l’ipotetico altro si riconosce come io sono….

Paolo D'Arpini

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