"Where I am is the place and the moment" (Saul Arpino)
What exists has in itself the quality of Being. It's self-existent. This does not mean it is static. Because being and existing are consequential, in every transformation of the existence the being remains. Being is a "quality" intrinsic and immovable in every movement of the becoming. This is the intuition of deep ecology and lay spirituality and is fully perceived in Taoist thought also.
The Tao does not appear as a "perfect immobility", it is the inseparable substrate of any mutation, while remaining indivisible in its own nature. The expressive forms of the Tao, which manifest themselves through energetic motions (Yin and Yang), are images of its fullness in motion, expressive forms useful to understand, in the simultaneity of the infinite and contemporaneity of the Being, the facets of events in becoming of every single transformative aspects that we recognize.
Taoism, therefore, is a religion without God. Indeed, it is not even a religion, since there is nothing separate to unite. It is neither theism nor atheism, since nothing can be considered the projection of a voluntary creator. What it is simply is because of his intrinsic nature.
Even in the modern analytic-scientific consideration subject and object are not separable. Therefore, Taoism can not be defined as a philosophy or science. It is the simple intuitive recognition of a veritable truth.
Until a few years ago science focused on the attitude of "objectivity", a detached way of examining natural phenomena, including the mind, for which they were considered "mechanisms." But a universe of mere objects is questionable. If the separating concept persists, man feels authorized to take advantage of the "objects" without remorse (because he feel them separete from himself). But today we are discovering that harm to the environment is a harm to ourselves, as subject and object can not be dissociated.
We with all that exists are in the same "movement". We can only intervene through our own adaptation to the energies that are in the process of existence, getting nourishment and harmony from these. In Tao this is called "immersing in the big flow of life".
In short, we must let ourselves go, with confidence, by releasing our sails to the winds of nature and life. Because we are inseparable from life and nature, and there is no other place and time to stay. This is the place and that is the time.
From this observation it rises the push towards the achievement, in economic and scientific terms also, of a "sweet" and non-invasive technology, say an "ecological" technology, in which the psychological attitude of the technician who studies solutions is also important ...
Likewise in spirituality is proposed a "lay gait", not a proselytical one, I would say an encompassing view in considering the various facets of thought. Knowing that everyone draws from the same source.
Paolo D'Arpini
Testo Italiano
“Dove io sono è il luogo ed il momento” (Saul Arpino)
Quel che esiste ha in sé la qualità dell’Essere. E’ auto-esistente. Questo non significa che è statico. Poiché essere ed esistere sono consequenziali, in ogni trasformazione dell’esistere l’essere permane. L’essere è una “qualità” intrinseca inamovibile e stabile in ogni movimento del divenire. Questa è l’intuizione dell’ecologia profonda e della spiritualità laica ed è pienamente riscontrabile anche nel pensiero taoista.
Il Tao non si figura come una “perfetta immobilità”, esso è il substrato inscindibile di ogni mutazione, pur restando indivisibile nella sua propria natura. Le forme espressive del Tao, che si manifestano attraverso i moti energetici (Yin e Yang), sono immagini della sua pienezza in movimento, forme espressive utili a farci comprendere, nella simultaneità dell’infinito e contemporaneità dell’Essere, le sfaccettature degli eventi nel divenire, nei singoli aspetti trasformativi che noi riconosciamo.
Il Taoismo, pertanto, è una religione senza Dio. In verità non è nemmeno una religione, poiché non v’è nulla di separato da riunire.. e non è nemmeno teismo od ateismo poiché nulla può considerarsi la proiezione di un volitivo ente creatore. Ciò che è semplicemente è per sua natura intrinseca.
Anche nella moderna considerazione analitico-scientifica soggetto ed oggetto non sono separabili. Pertanto il taoismo non può essere definito nemmeno una filosofia od una scienza. Esso è il semplice riconoscimento intuitivo di una lampante verità.
Fino a pochi anni addietro la scienza poneva l’accento sull’atteggiamento di “oggettività”, un modo distaccato di esaminare i fenomeni naturali, inclusa la mente, per cui essi venivano considerati “meccanismi”. Ma un universo di meri oggetti è opinabile. Se perdura il concetto separativo l’uomo si sente autorizzato a sfruttare senza remore gli “oggetti” considerati (poiché li considera separati da sé). Ma oggi stiamo scoprendo che un danno arrecato all’ambiente costituisce un danno per noi stessi, in quanto soggetto ed oggetto non possono essere disgiunti.
Noi con tutto ciò che esiste siamo inseriti nello stesso “movimento”. Possiamo intervenire solo attraverso un nostro conformarci alle spinte energetiche in atto traendone nutrimento ed armonia. Nel Tao questo si chiama “immergersi nel grande flusso della vita”.
Insomma dobbiamo lasciarci andare, con fiducia, mollando le nostre vele ai venti della natura e della vita. Poiché noi stessi siamo inseparabili dalla vita e dalla natura, e non esiste altro luogo e momento in cui stare. Questo è il luogo e questo è il momento.
Da questa osservazione sorge la spinta verso il raggiungimento, anche in termini economici e scientifici, di una tecnologia “dolce” e non invasiva, diciamo una tecnologia “ecologica” in cui è importante anche l’atteggiamento psicologico del tecnico che studia le soluzioni…
Parimenti anche nella spiritualità si propone "un’andatura laica” e non proselitista, direi una visione onnicomprensiva nel considerare le varie sfaccettature del pensiero. Sapendo che ognuno attinge alla stessa fonte.
Paolo D'Arpini
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