Tutto ciò che esiste nel mondo sorge dall’incontro fra le tenebre e la luce, fra la terra ed il cielo, fra il femminile ed il maschile. Questa è una teoria espressa non soltanto in India od in Cina ma presente in ogni filosofia e religione e persino nella scienza empirica. Ma in Cina ed in India maggiormente il discorso binario delle forze creatrici è stato analizzato in profondità e portato alle sue estreme conclusioni. Tutti sanno –ad esempio- cosa sono lo Yin (femminile) e lo Yang (maschile) e molti conoscono il binomio Shakti (fenomeno) e Shiva (noumeno).
Nella penombra dell’aurora si dice che il mondo sia stato creato da Brahma. La descrizione di questa creazione è molto semplice. La mitologia cosmologica mistica descrive la nascita di tutti gli esseri attraverso l’opera creativa di Brahma. Il creatore dovendo svolgere il suo compito formulò in se stesso il principio femminile “Sandhia” che significa Aurora, assumendo egli il principio maschile. Una volta che questa sua “figlia” apparve davanti ai suoi occhi egli ne fu così affascinato che s’invaghì della sua stessa creazione. Sandhia cercò di sfuggire alla bramosia di Brahma ed assunse di volta in volta una forma diversa, sempre al femminile, mentre Brahma la rincorse nella forma maschile della stessa specie. E così tutti gli esseri senzienti furono alfine prodotti. Questa allegoria simbolica del “rincorrersi” è ripetuta anche nella teoria del Big Bang, in cui l’unità indistinta primordiale (Tao per i cinesi) si trasforma in grande esplosione creatrice (il desiderio del moltiplicarsi), resa possibile dall’espansione del tempo nello spazio, potremmo egualmente chiamarli luce e tenebra….
Ma voglio scendere nei particolari minuti, sulle intuizioni presenti in ognuno di noi, prendendo l’esempio della mia stessa vita. I ricordi più lontani che ho di me stesso risalgono al limbo del grembo materno ed al momento della nascita. Allora percepivo chiaramente il destino della forma che avrei assunto, con tutte le difficoltà conseguenti al necessario riequilibrio di un precedente karma. La volontà di uscire fuori dall’utero era molto debole, vedendo le umiliazioni, le paure, le fatiche, le trasformazioni che mi aspettavano… eppure ad un certo momento sentii che non potevo tirarmi indietro, che questa nascita era necessaria per la mia evoluzione, che vi sarebbero stati anche momenti santi e gloriosi, che questa mia vita avrebbe aiutato il compimento anche di altre esistenze. E così venni alla luce, tirato fuori da un forcipe…. Che la levatrice infine usò, vista la mia reticenza a nascere….
E poi i momenti cruciali legati all’insoddisfazione per la forma assunta. A circa 6 od 8 mesi, ricordo che mia madre descriveva ad una amica in visita il colore dei miei occhi “prima era azzurri ora stanno diventando verdi –forse castani..”. Ed infatti i miei occhi sono castani, con striature verdognole (”cacarella” dice mia figlia Caterina), l’azzurro tanto desiderato è rimasto solo un alone nella pupilla.
Ed il desiderio carnale, la paura e la gelosia edipica? A circa un anno e mezzo ricordo che una sera ero nel mio lettino, nella stanza dei miei genitori, che evidentemente volevano copulare, ma io non mi addormentavo e mi dissero “dormi se no dalla finestra viene il gatto mammone”. Neanche sapevo cosa fosse una tale bestia ma immediatamente percepii una figura nera che mi osservava dalla finestra e implorai mia madre di farmi andare nel suo letto. Ma non fui accettato e fui zittito con frasi tipo “ma no… ma no.. il gatto mammone non c’è.. resta nel tuo lettino..”. Eppure per me c’era anche perché sentivo rumori strani… Poi a circa due anni e mezzo, quando era nata da poco la mia sorellina Maria, assistevo alla sua poppata al seno e mi venne il desiderio di bere anch’io di quel latte ma presi la cosa alla larga “Mamma, mamma… come fa il latte ad uscire dalla sisa?” E mia madre scherzando sollevò la sisa la spremette nella mia direzione facendone uscire uno schizzo di latte che mi colpì in faccia.
Lascio da parte altri ricordi di questo genere e racconto solo quello che fu per me illuminante e mi diede la visione della realtà indivisa. Un giorno, avevo circa quattro anni, osservavo nel raggio di sole che entrava dalla finestra una moltitudine di piccoli esseri che si muovevano, un pulviscolo di particelle misteriose, e chiesi a mio padre “papà.. cosa sono tutte queste cose che si vedono nel raggio di luce?” e lui mi rispose (dopo aver osservato a sua volta) che si trattava di minuscole forme di vita. Immediatamente percepii la verità che la vita è una realtà indivisa, la stessa cosa che oggi affermano gli scienziati, che non c’è separazione e che veramente tutto è una manifestazione del gioco delle particelle quantiche primordiali. Ed lo dissi esclamando “ma allora non c’è divisione fra noi… siamo tutti la stessa cosa!”. Ovviamente mio padre, vittima della visione dissociata negò dicendo che ognuno ed ogni cosa era separata, e qui dovetti iniziare a fare i conti con l’accettazione della mia verità intuitiva rispetto a quella descritta dagli altri….
Ma insomma qual è il meccanismo concettuale dietro alla creazione del mondo?
A questa domanda Nisargadatta Maharaj rispose in modo lucido e chiaro: la creazione del mondo, come apparizione nella coscienza, ha un decuplo aspetto:
- Purusha (maschile o mente) e Prakriti (femminile o natura), il materiale psichico e fisico.
- L’essenza dei cinque elementi fondamentali (visti come stati energetici): etere, aria, fuoco, acqua e terra, in continua e mutua frizione.
- I tre attributi (o qualità): satva (armonia), rajas (attività), tamas (inerzia)
Un individuo può pensare di essere lui stesso ad agire in realtà il suo nome e forma non sono altro che l’espressione combinata dell’incontro fra questi fattori.
In verità ognuno di noi è null’altro che “coscienza” ovvero la capacità di osservazione e di vivificazione che rende possibile il gioco degli elementi e dei vari aspetti psichici. La forma incarnata è un po’ come la particolare immagine che si forma al caleidoscopio, od alla slot machine, alla quale noi osservandola diamo un valore e significato sulla base di certe convenzioni. Le forme differiscono così tanto in qualità e quantità, dati i possibili mescolamenti dei 10 aspetti coinvolti, che alla fine appaiono individui come Hitler o Gandhi….
Facendo un’analisi all’inverso, tornando cioè indietro nella formazione degli aspetti, notiamo che le tre qualità non sono altro che il movimento del “maschile” (rajas) e del “femminile” (tamas) nel gradiente formato dallo spazio-tempo ed osservato nella “coscienza” (satva). Mentre gli elementi son solo le posizioni assunte dalle qualità nel gradiente, cioè: satva = etere; satva e rajas = aria; rajas = fuoco; rajas e tamas = acqua; tamas = terra.
Ma apprendere il meccanismo concettuale “esteriore” serve a poco se manca la capacità di riconoscimento e radicamento della propria identità primordiale, la pura consapevolezza, alla luce della quale tutto avviene.
Il pensiero “io sono” vibra nell’esistenza e tutto appare!
Paolo D’Arpini
Testo inglese:
Everything that exists in the world arises from the encounter between darkness and light, between the earth and the sky, between the feminine and the masculine. This is a theory expressed not only in India or in China but present in every philosophy and religion and even in empirical science. But in China and India more the binary discourse of the creative forces has been analyzed in depth and brought to its extreme conclusions. Everyone knows - for example - what the Yin (feminine) and Yang (masculine) are and many know the binomial Shakti (phenomenon) and Shiva (noumena).
In the twilight of the dawn it is said that the world was created by Brahma. The description of this creation is very simple. Mystical cosmological mythology describes the birth of all beings through the creative work of Brahma. The creator having to carry out his task formulated in himself the feminine principle "Sandhia" which means Aurora, assuming he the masculine principle. Once this "daughter" of his appeared before his eyes, he was so fascinated that he fell in love with his own creation. Sandhia tried to escape Brahma's craving and from time to time assumed a different form, always feminine, while Brahma chased her into the masculine form of the same species. And so all sentient beings were finally produced. This symbolic allegory of "chasing each other" is also repeated in the Big Bang theory, in which the indistinct primordial unity (Tao for the Chinese) is transformed into a great creative explosion (the desire to multiply), made possible by the expansion of time in the space, we could equally call them light and darkness….
But I want to go into the minute details, into the insights present in each of us, taking the example of my own life. The earliest memories I have of myself date back to the limbo of the womb and to the moment of birth. Then I clearly perceived the destiny of the form that I would have assumed, with all the difficulties consequent to the necessary rebalancing of a previous karma. The will to get out of the womb was very weak, seeing the humiliations, the fears, the hardships, the transformations that awaited me ... yet at a certain moment I felt that I could not draw back, that this birth was necessary for my evolution, that there would also be holy and glorious moments, that this life of mine would have helped the fulfillment of other existences as well. And so I came to the light, pulled out of a forceps ... That the midwife finally used, given my reticence to be born….
And then the crucial moments related to dissatisfaction with the form taken. At about 6 or 8 months, I remember that my mother described to a visiting friend the color of my eyes "first it was blues now they are turning green - perhaps brown ..". And in fact my eyes are brown, with greenish streaks ("cacarella" says my daughter Caterina), the much desired blue has remained only a halo in the pupil.
And carnal desire, fear and oedipal jealousy? At about a year and a half I remember one evening I was in my cot, in my parents' room, which evidently wanted to copulate, but I didn't fall asleep and they said to me "sleep if not from the window comes the mammon cat". I didn't even know what such a beast was but immediately I sensed a black figure looking at me from the window and begged my mother to let me go to her bed. But I wasn't accepted and I was silenced with phrases like "but no ... but no ... the big cat doesn't exist .. it stays in your bed ..". Yet for me there was also because I heard strange noises ... Then at about two and a half years, when my little sister Maria was born, I watched her breastfeed and I felt the desire to drink myself of that milk but I took the thing away "Mom, Mom ... how does milk come out of the breast?" And my mother jokingly raised her breast squeezed in my direction making a splash of milk come out and hit me in the face.
I leave other memories of this genre aside and tell only what was enlightening to me and gave me the vision of undivided reality. One day, I was about four years old, I observed in the ray of sunlight that came through the window a multitude of small beings that moved, a dusting of mysterious particles, and I asked my father "dad ... what are all these things that you see in the ray of light? ”and he replied (after observing in turn) that they were tiny life forms. I immediately perceived the truth that life is an undivided reality, the same thing that scientists today say, that there is no separation and that really everything is a manifestation of the game of primordial quantum particles. And I said it, exclaiming "but then there is no division between us ... we are all the same thing!" Obviously my father, a victim of the dissociated vision denied saying that everyone and everything was separate, and here I had to start to deal with the acceptance one of my intuitive truth than the one described by others ...
But in short, what is the conceptual mechanism behind the creation of the world?
To this question Nisargadatta Maharaj answered in a lucid and clear way: the creation of the world, as an appearance in consciousness, has a tenfold aspect:
- Purusha (male or mind) and Prakriti (female or nature), the psychic and physical material.
- The essence of the five fundamental elements (seen as energy states): ether, air, fire, water and earth, in continuous and mutual friction.
- The three attributes (or qualities): satva (harmony), rajas (activity), tamas (inertia)
An individual may think that he himself is actually acting his name and form are nothing but the combined expression of the meeting between these factors.
In truth, each of us is nothing but "conscience", that is, the capacity for observation and vivification that makes the play of the elements and of the various psychic aspects possible. The embodied form is a bit like the particular image that is formed at the kaleidoscope, or at the slot machine, to which we observing it give a value and meaning based on certain conventions. The forms differ so much in quality and quantity, given the possible blending of the 10 aspects involved, that in the end appear individuals like Hitler or Gandhi….
Doing an inverse analysis, that is, going back to the formation of aspects, we note that the three qualities are nothing but the movement of the "masculine" (rajas) and the "feminine" (tamas) in the gradient formed by space-time and observed in the "consciousness" (satva). While the elements are only the positions assumed by the qualities in the gradient, that is: satva = ether; satva and rajas = air; rajas = fire; rajas and tamas = water; tamas = earth.
But learning the "external" conceptual mechanism is of little use if there is no capacity for recognition and rooting of one's primordial identity, pure awareness, in the light of which everything happens.
The thought "I am" vibrates in existence and everything appears!
Paolo D’Arpini
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