…oggi devo occuparmi di denaro, economia e finanza. Il fatto è che finché non viene risolto il problema economico in modo ecologico ed “etico” la società non potrà progredire e resterà preda di tormenti consumistici e schiavitù lavorative. Il denaro che è nato come mezzo di facilitazione per lo scambio di beni necessari, ed in se stesso all’inizio aveva un valore universalmente riconosciuto (la prima moneta furono gli spiedi che avevano un uso reale), è diventato pian piano un mezzo speculativo di asservimento e di sperequazione sociale. Sia ben chiaro non è colpa del denaro in quanto tale se ciò è avvenuto ma la “colpa” sta nel modo in cui è stato utilizzato (e qui intendo proprio nel senso “utilitaristico” speculativo). Non voglio però fare una cronistoria del percorso. Fermiamoci al momento presente e cerchiamo di capire chi oggi detiene il potere di emettere denaro ed a quale prezzo per la comunità umana.
Gandhi disse che ”il modo migliore per sovvertire un potere vessatorio e dittatoriale è quello di non pagare le tasse”, sembrerebbe facile, ma finché la maggioranza della gente è consapevolmente o inconsapevolmente connivente con il sistema vessatorio, la rivolta fiscale non è pensabile (pena persecuzioni, multe, pignoramenti, galera, etc.).Ma lasciamo per ora da parte il come liberarsi economicamente dal cappio usuraio e vediamo come funziona, nei particolari, il meccanismo della emissione monetaria e dell’indebitamento pubblico. E non dimentichiamo l’origine del problema.. ovvero la rinuncia da parte dello Stato al suo diritto sovrano di emettere cartamoneta…Sì avete capito bene, non è lo Stato Italiano e nemmeno la Comunità Europea a creare il denaro che circola, lo creano dal nulla la Banca d’Italia (prima) e la BCE (oggi). Queste banche sono enti privati (e non pubblici come erroneamente si crede). La cartamoneta viene fatta stampare, senza alcun controvalore (ex nihilo) da codeste banche centrali e viene concessa in “prestito” e lo Stato ripaga il denaro così ottenuto con “obbligazioni” e “titoli” che poi vengono venduti dalle banche stesse che ne ricavano ulteriori interessi. La moneta circolante è in tal modo un “debito” che lo Stato – e di conseguenza tutti i cittadini – devono pagare. Infatti l’emissione del denaro da parte della Banca Centrale, avviene solo in contropartita a Obbligazioni emesse dallo Stato al corrispettivo valore. E questa è la vera fonte del debito pubblico (a causa dei tassi di interesse, spread, etc.).
Scrive Vincenzo Zamboni: "Pretendere di risollevare l'economia tramite le tasse in regime di moneta debito esterno è come voler riempire una vasca con una pompa che immette meno acqua di quella che esce dallo scolo. Uno stato non deve chiedere soldi, deve emetterli e darli ai cittadini. In regime di crisi piuttosto che niente è pur sempre meglio stampare moneta, rinchiuderla in bottiglie sotterrate e lasciare che i cittadini scavino per trovarla, come ebbe a spiegare John Maynard Keynes. Il politico che non affronta questo problema non è neanche degno di essere ascoltato..."
Ovviamente il problema non è solo europeo, anzi, diciamo che ha salde radici in USA. Infatti anche la Federal Reserve che sommerge di dollari il mondo è una banca privata ed è per questa ragione che, anche gli USA, sono sommersi dal debito pubblico. Tre anni dopo aver approvato il Federal Reserve Act del 23 dicembre del 1913, il presidente Woodrow Wilson affermò: «Sono l’uomo più infelice. Ho inconsapevolmente rovinato il mio Paese. Una grande nazione industriale è controllata dal suo sistema di credito. Ora il nostro sistema di credito è concentrato. Perciò, la crescita della nazione e tutte le nostre attività è nelle mani di pochi uomini. Stiamo per diventare un Paese mal governato, completamente controllato e dominato dal mondo finanziario. Non più un governo in cui c’è libertà di opinione, non più un governo guidato dalla convinzione e dal voto della maggioranza, ma un governo pilotato dall’opinione e dalla prigionia voluta da un piccolo gruppo dominante di uomini». Inoltre – truffa nella truffa – questi pezzi di carta colorata che le banche centrali private fanno stampare sono assolutamente privi di ogni copertura… non c’è alcun deposito aureo, beni, od altro di concreto che li sostenga... l’unico valore è quello convenzionale per l’accettazione di chi usa la moneta.
Secondo l’economista Savino Frigiola: “La ricetta per schivare le manovre di strangolamento sono abbastanza semplici, facili da praticare, collaudate e sicure. Poiché la maggior parte del debito pubblico viene creato dall’emissione monetaria abilmente carpita dai banchieri privati, BCE o Federal Riserve che sia, è sufficiente che lo Stato invece di emettere propri titoli di debito per poi scontarli o venderli al sistema bancario, alle condizioni imposte volta per volta dal creditore, emetta direttamente i propri titoli monetari con i quali monetizzare il proprio mercato mediante il pagamento di opere o attività di pubblico interesse e così non si creano debiti”. Semplice no?
Ma state “tranquilli” non vi saranno “forze” politiche coraggiose abbastanza da sfidare il golem finanziario e bancario mondiale ormai consolidato.
Cosa possiamo fare dunque nel “piccolo”, nel privato, per sfuggire minimamente alla catena e magari lanciare un messaggio di cambiamento? La mia soluzione è semplice: ridurre od eliminare i consumi di prodotti industriali, ritirare i fondi dalle banche e operare economicamente ed autonomamente in modi ed ambiti ecosolidali. Forse dovremmo anche ripensare il nostro stato sociale, restringere la delega allo Stato e cominciare ad attuare forme di autorganizzazione modello banca del tempo. Perché semplificando i bisogni, cercando l’essenziale e scartando il superfluo, avremo sempre meno bisogno di soldi e di tempo per soddisfarli… insomma impariamo a sopravvivere in silenzio.
Come dice I Ching: "In tempi bui il nobile si ritira nella sua virtù, non accetta cariche pubbliche né emolumenti in modo da non confondersi con il malgoverno".
Paolo D’Arpini - Rete Bioregionale Italiana
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