(Introduction to the speech by Paolo D'Arpini at the Congress "The Void and its dimensions"- Milan 21 January 2023, 10 am.: https://bioregionalismo.blogspot.com/2023/01/il-vuoto-e-le-sue-dimensioni-void-and.html)
Here I am... and as Nunzio Filogamo said: dear friends near and far, good morning everyone!
I thank Riccardo Zerbetto, promoter of this conference, for having included me in the list of conference attendees, in particular I thank the operational coordinator, Rocco Trevis Merlo, for putting up with my "whims", having forced him to do extra work to set up a telephone connection that would allow my participation, at least in sound. Unfortunately, from the point of view of virtual communication, I am a "differently abled" person.
In my speech I will talk about the Void in a Zen key and lay spirituality. I hope that, as they say, it's not "empty talk"...
And after all what is the Void? In the aforementioned terms it is certainly not what is meant by "absence" but it is absolute "presence", without fixity, full awareness free from identification with objects, including the name/form that we have empirically experienced.
Indeed even when we say "I am" we are asserting this awareness, since "being" is not a thought but simple consciousness. "I am" is consciousness that does not stop, it is a constant flow without limits or boundaries, indefinable since it is not based on a description, while incontrovertibly "being"...
Some adept could say that even this speaking is not true Zen, and a Taoist would say the same since "the Tao that can be spoken is not the true Tao". But here we are making a speech to satisfy the needs and purposes of a study conference, so we reason using intellect and descriptive ability, provided that we all know well that "the map is not the territory".
Let's play philosophers and let's go on with this play, for my part, as a character within this collective dream, I'll tell you some stories about my journey into the "Void", extending it in time and space.
An Emptiness which in Zen is called satori, or enlightenment, and which is not obtainable with an act of will or effort. It is a spontaneous "revelation" that the conscience transmits to the mind. What is the mind? What is conscience? In truth they are the exact same thing but if we look from the point of view of the mind (ego) we cannot understand it. And then? The sage says "investigate where the mind arises from and you will find that it does not exist". Who investigates, who discovers? All questions within the mind that however have no answer... since the one who seeks is the one sought. For this reason, Zen masters did not explain Zen but asked their disciples unsolvable questions (koan) to push the reasoning and speculative tendency to collapse. We may even talk about this later.
Similar to Zen is the practice of "lay spirituality" based on self-awareness, detachment and discrimination in continuing to live everyday life, with maximum attention and ability to respond knowing that you are playing a comedy, living a dream. We do our best without purpose and without assuming merit or blame. It is like sailing in the middle of the current without stopping on the right or left bank of the river, since eventually the river flows spontaneously into the sea.
So I continue with the story of my personal journey into the "Void"...
Paul D'Arpini
Continue here: https://bioregionalismo.blogspot.com/2022/08/buddismo-e-spiritualita-laica.html
Testo Italiano:
Discorso sul Vuoto, secondo lo zen e la spiritualità laica - Introduzione all'intervento di Paolo D'Arpini al Congresso "Il Vuoto e le sue dimensioni", MIlano 21 gennaio 2023, ore 10.
Eccomi qua... e come diceva Nunzio Filogamo: cari amici vicini e lontani, buongiorno a tutti!
Ringrazio Riccardo Zerbetto, promotore di questo Convegno, per avermi inserito nella rosa dei convegnisti, in particolare ringrazio il coordinatore operativo, Rocco Trevis Merlo, per aver sopportato i miei "capricci", avendolo obbligato ad un lavoro extra per realizzare un collegamento telefonico che consentisse la mia partecipazione, almeno in sonoro. Purtroppo dal punto di vista della comunicazione virtuale sono una persona "diversamente abile".
Nel mio intervento vi parlerò del Vuoto in chiave zen e di spiritualità laica. Mi auguro che, come suol dirsi, non sia "un vuoto parlare"...
Ed in fondo cos'è il Vuoto? Nei termini suddetti certo non è quel che s'intende come "assenza" ma è assoluta presenza, senza fissità, piena consapevolezza libera da identificazione con gli oggetti, ivi compreso il nome/forma da noi empiricamente sperimentato.
In verità anche quando diciamo "io sono" asseriamo questa consapevolezza, poiché "essere" non è un pensiero ma semplice coscienza. "Io sono" è coscienza che non si ferma, è costante fluire senza limiti né confini, indefinibile poiché non si basa su una descrizione, pur incontrovertibilmente "essendo"...
Qualche adepto potrebbe dire che anche questo parlare non è il vero zen, ed altrettanto direbbe un taoista giacché "il tao che può esser detto non è il vero Tao". Ma qui stiamo facendo un discorso per soddisfare le esigenze e le finalità di un Convegno di studio, quindi ragioniamo usando l'intelletto e la capacità descrittiva, pur che noi tutti sappiamo bene che "la mappa non è il territorio".
Giochiamo a fare i filosofi e andiamo avanti in questa recita, da parte mia, in quanto personaggio all'interno di questo sogno collettivo, vi racconterò qualche storiella sul mio viaggio nel "Vuoto", estendendolo nel tempo e nello spazio.
Un Vuoto che nello zen si chiama satori, o illuminazione, e che non è ottenibile con un atto di volontà od uno sforzo. E' una spontanea "rivelazione" che la coscienza trasmette alla mente. Cosa è la mente? Cosa è la coscienza? In verità sono la stessa identica cosa ma se osserviamo dal punto di vista della mente (ego) non possiamo comprenderlo. Ed allora? Il saggio dice "indaga da dove sorge la mente e scoprirai che essa non esiste". Chi indaga, chi scopre? Tutte domande all'interno della mente che però non hanno risposta... poiché colui che cerca è il cercato. Per questa ragione i maestri zen non spiegavano lo zen ma ponevano ai discepoli quesiti irrisolvibili (koan) per spingere la tendenza raziocinante e speculativa al collasso. Magari di ciò ne parleremo anche più avanti.
Simile allo zen è la pratica della "spiritualità laica" basata sull'autoconsapevolezza, sul distacco e la discriminazione nel continuare a vivere la quotidianità, con massima attenzione e capacità di risposta sapendo di recitare una commedia, di vivere un sogno. Si fa del nostro meglio senza finalità e senza assumersi meriti o colpe. E' come navigare nel mezzo della corrente senza fermarsi sulla sponda destra o sinistra del fiume, giacché alla fine spontaneamente il fiume sfocia nel mare.
Continuo perciò con il racconto sul mio viaggio personale nel "Vuoto"...
Paolo D'Arpini
Continua qui: https://bioregionalismo.blogspot.com/2022/08/buddismo-e-spiritualita-laica.html
“Sto parlando? Sto dicendo qualche cosa? E’ come l’ululato dello sciacallo, l’abbaiare di un cane o il raglio di un asino. Se riuscite a porre quello che dico allo stesso livello e sentire solo le vibrazioni siete fuori dall’inganno e non andrete mai più a sentire nessuno. Finito.” (U.G.)
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