L’ebraismo era ed è una fede “etnica” che ha lo scopo di mantenere l’unità e l’identità culturale e genetica del popolo ebraico. La sua mitologia, che si fa risalire a quattro o cinque mila anni fa, attinse ampiamente a miti e leggende di quei popoli con i quali gli ebrei vennero, per varie ragioni, in contatto. Ma prima di tutto parliamo di come si è andata formando l’entità ebraica. Ebreo significa nomade e gli ebrei appartenevano a tribù pastorali di origine semitica che giravano in cerchio in un continuo andirivieni ai margini della Mezzaluna Fertile. Essendo pastori e girovaghi avevano sviluppato una cultura tipicamente patriarcale, per loro la donna era un mezzo per generare figli maschi che continuassero l’attività, quindi lo status femminile era molto basso rispetto a quello dei maschi. L’unico vantaggio che avevano le donne ebree era che potevano essere sposate, per continuare la “stirpe”. Mentre la condizione delle donne gohim (ovvero non ebree), con le quali tali pastori venivano in contatto, era ritenuta prossima a quella del bestiame. Le femmine gohim potevano essere violentate, fatte oggetto di commercio, usate come prostitute… ma si badava bene a non prolificare con esse poiché i nati da tali “femmine” non venivano riconosciuti come appartenenti al popolo “eletto”.
Malgrado tutte queste attitudini maschiliste e misogine -come avvenne ad altri popoli semitici- anche i giudei, per un certo periodo, accettarono la presenza nel loro gotha di una divinità femminile, Astarte, compagna di Geova, e garante di fertilità. Ci vollero 6 secoli prima che Astarte fosse obliterata, anche se per molto tempo i loro templi convissero fianco a fianco. Ma alla fine i patriarchi ebrei riuscirono a distruggere il culto della dea, e Geova, in solitario, occupò tutto il firmamento. Poverino, solo com’era sviluppò qualità perverse, era un dio vendicativo e crudele che chiedeva la totale sottomissione al suo disgraziato popolo “eletto” (infatti il Giudaismo è considerato una “religione” in senso genealogico), egli era la fonte di ogni male e andava propiziato con sacrifici cruenti (qui ricordiamo la storia di Caino, che offriva i frutti della terra, non graditi a Geova, e di Abele che uccideva e bruciava armenti sull’ara, del cui olezzo il dio si beava). D’altronde se leggiamo la bibbia scopriamo che tutta la storia degli ebrei è costellata di episodi truculenti, di avventure sodomitiche e di violenze.
Il patriarca Abramo, come uno squallido lenone, non esitò a cedere la moglie Sara al faraone d’Egitto per ottenere i favori del sovrano. Ma non vado oltre, mi limito a consigliare vivamente la lettura della bibbia per poter capire quali sono le radici di quella religione monolatrica (detta impropriamente “monoteista”).
Alcune chicche sulla misoginia e sulle norme “erotiche” ebree possiamo trovarle nel Talmud, il libro dei dettami religiosi: “Tutte le donne non ebree sono prostitute. Eben Haezar. – Un uomo può fare con la sua moglie ciò che più lo appaga, come se lei fosse un pezzo di carne che viene dal macellaio, e che lui può mangiare secondo il suo capriccio, salata, arrostita, bollita o come pesce comprato al mercato. Nedarim 20 b. – Una vergine di tre anni ed un giorno può essere ottenuta in matrimonio dopo un atto sessuale. Sanhedrin 55b. – I rapporti sessuali con un bambino al di sotto degli 8 anni d’età sono leciti. Sanhedrin, 69b. – Un giudeo può violentare, ma non sposare una non-ebrea. Gad. Shas. 2.2”
Che dire poi degli altri insegnamenti contenuti nella bibbia? Il lito-libro non è affatto un testo morale, almeno come lo intendiamo noi, e non contiene alcun principio etico. Accettare i dettami della bibbia significa approvare ogni vizio e crimine. In esso si autorizzano: i sacrifici umani, il cannibalismo, la schiavitù, la poligamia, l’adulterio e la prostituzione, l’oscenità, l’ingiustizia verso le donne, l’intolleranza e la persecuzione, etc. etc. Tra l’altro una delle maggiori colpe della bibbia è l’aver insegnato che “la donna ha portato il peccato e la morte nel mondo. Ella era stata creata per dipendere dall’uomo per tutte le sue necessità e per le informazioni di cui avrebbe avuto bisogno..”.
In tutto questo liquame, stranamente, comparve un fiore, si tratta del “Cantico dei cantici” di re Salomone (sull’autore però non v’è certezza). Forse fu l’influenza benefica della regina di Saba che ammorbidì il cuore di questo rude re israelita (anche se ha tutta l’apparenza di una favola il viaggio della regina di Saba che parte dal regno dei Sabei -un territorio dell’odierno Yemen- per far visita a Salomone accompagnata dai suoi cortigiani con doni preziosi). E suona strano che un poema così fortemente erotico sia stato assunto sin dal Concilio di Yavnè (90 d.C.), nel canone dell’Antico Testamento. Ma le tradizioni religiose, sia quella ebraica che quella cattolica cristiana, provvidero a falsare la letteralità del testo, che in verità descrive senza mezzi termini un amplesso, rimosso in favore di una interpretazione mistica (così forzata nel diniego dell’evidenza da apparire quasi assurda).
Alcuni stralci: “ I figli di mia madre si sono sdegnati con me: mi hanno messo a guardia delle vigne; la mia vigna, la mia, non l’ho custodita. Dimmi, o amore dell’anima mia, dove vai a pascolare il gregge, dove lo fai riposare al meriggio, perché io non sia come vagabonda dietro i greggi dei tuoi compagni… – Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni, soffia nel mio giardino si effondano i suoi aromi. Venga il mio diletto nel suo giardino e ne mangi i frutti squisiti. – Il coro: «Volgiti, volgiti, Sulammita, volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti».. – Il diletto: «Come son belli i tuoi piedi nei sandali, figlia di principe! Le curve dei tuoi fianchi sono come monili, opera di mani d’artista. Il tuo ombelico è una coppa rotonda che non manca mai di vino drogato. Il tuo ventre è un mucchio di grano, circondato da gigli. I tuoi seni come due cerbiatti, gemelli di gazzella….”
Con queste belle parole d’amore lasciamo ora il giudaismo e rivolgiamo gli occhi alla sua prima filiazione: il cristianesimo.
Dobbiamo prima di tutto dire qualcosa sull’ “inventore” del cristianesimo. Erroneamente si pensa che questa religione sia stata fondata da un certo Gesù, di cui per altro non esiste alcun riscontro storico della sua esistenza, in verità il cristianesimo è la pensata geniale di un ebreo pentito: Saulo di Tarso. Pentito perché passò da persecutore di ebrei che credevano nel messia Gesù a creatore di una nuova religione in cui Gesù diventava il messia di tutti. Ai tempi di Saulo, che per inciso mai conobbe Gesù, ci furono guerre di rivolta dei giudei contro i romani, Saulo stesso, pur essendo un ebreo, aveva la cittadinanza romana (non si sa come ottenuta, alcuni dicono perché facesse la spia) e in diverse occasioni si scontrò con i capi della comunità giudea mettendosi contro gli stessi discepoli di Gesù soprattutto perché, contrariamente a quanto stabilito dalla legge ebraica, Saulo decise di “convertire” al “cristianesimo” anche i gentili.
Questa fu la sua grande furbata: la figura di Gesù, da messia dei giudei divenne il Cristo o salvatore di tutte le genti. All’interno della originaria comunità ebraica, già allora sparsa in tutto l’impero ed anche oltre, si creò una frattura irreparabile e l’eretico Saulo andando per la sua strada fondò quel nuovo credo da lui chiamato “cristianesimo”.
Sin dall’inizio però, questo “cristianesimo”, fu marchiato e contaminato dall’originale misoginia ebraica. La libertà dei costumi femminili, tipica della società romana e greca, fu irregimentata in codici “morali/sociali” che restringevano sia l’espressività sessuale che l’importanza sociale e politica delle donne. L’esempio più eclatante di queste restrizioni fu l’uccisione della filosofa Ipazia, rea di essere troppo libera e di dare “scandalo” ai seguaci del nuovo corso “religioso”. Si dice che l’odio verso il mondo femminile, pur presente nell’ebraismo, fu esacerbato nel cristianesimo. Fino a raggiungere vette di totale annichilimento anche fisico delle donne che osavano manifestare autonomia di pensiero e di azione, accusate di connivenza con il “demonio”.
Anzi, dal 418 d.C. tutti diventarono “demoniaci”. Anche i bambini appena nati, erano definiti esseri demoniaci, in quanto nati da un atto sessuale e quindi destinati alla dannazione se non venivano battezzati al più presto. Queste belle pensate risultarono nell’acquisizione della chiesa cattolica di ogni potere, religioso e temporale, e la cosa si protrasse dal 375 d.C. fino al XVII secolo (in cui si affermarono le grandi eresie cristiane). Nel Concilio di Nicea fu stabilito, con il beneplacito di Costantino, che Gesù da “re degli ebrei” diventasse il “salvatore e Cristo dell’umanità”. Da allora gli eccidi dei pagani, la distruzione sistematica dei loro templi, soprattutto quelli dedicati alle varie dee, e delle biblioteche antiche, divennero legge (nel 391 d.C. i cristiani, per la prima volta, distrussero ad Alessandria una delle più grandi biblioteche del mondo che conteneva oltre 700.000 volumi sull’intero scibile umano, e successivamente l’opera fu completata dai musulmani).
Le stime degli studiosi, pur in mancanza di documenti ufficiali (poiché le porcherie si fanno nascostamente), sul numero delle persone torturate ed uccise nella sola Europa durante il dominio cristiano, va dalle 150.000 al milione. Ovviamente tali dati vanno integrati con gli stermini dei popoli indigeni nelle Americhe ed in altre parti del mondo.
Va da sé che nei 17 secoli di oppressione della sessualità e del mondo femminile si venne accentuando una sempre maggiore perversione nei costumi ecclesiastici. Quel che non poteva essere vissuto alla luce del giorno divenne oggetto di morbosità e di segreti sfoghi, da parte di papi, prelati e sacerdoti. Soprattutto nel chiuso delle chiese e delle sacrestie. I casi di abusi sessuali sui minori, le relazioni illecite nei conventi, le torture sado-maso contro streghe ed eretici, divennero pratiche correnti e in parte perdurano anche ai nostri giorni. Un esempio melodrammatico della deviata sessualità cristiana ci è fornito nelle feste di Halloween, promosse dalla feccia consumista e massonica, che vengono celebrate negli USA. In esse alcune chiese cristiane istallano delle Hell House, case infernali, per convincere i “credenti” dall’astenersi dal peccato, pena la dannazione eterna. In queste Hell House ci sono varie tappe, un po’ come nelle vie crucis, in cui vengono mostrati diversi peccati: un sacrificio satanico, medici masochisti che praticano aborti, prostitute e libertine che vengono torturate, etc. Alla fine dell’orrida processione si trova, di solito, una scena paradisiaca con Gesù fra gli angeli. Dopo essere stati minacciati di torture indicibili agli inferi i visitatori vengono invitati a prendere rifugio nel Cristo, loro signore e salvatore.
Negli anni, comunque, la figura femminile fu in parte rivalutata attraverso la venerazione della Madre di Dio, Maria. I preti non poterono impedirla e così, in qualche modo l’immagine della Madre Universale, che dona la vita, sopravvisse. Pur umiliata ed offesa, in quanto resa madre per costrizione e senza atto sessuale. Per quanto riguarda la presenza femminile nel mondo religioso, solo nella fede anglicana ed in altre poche eccezioni le donne possono assurgere alla carica sacerdotale. Una di queste sacerdotesse la conobbi, qualche anno fa a Pescara, che per conto della sua “chiesa” aveva sponsorizzato il “Festival della laicità”. Insomma il mondo femminile anche all’interno del cristianesimo sta cercando di ritrovare una sua dignità, riscoprendo anche la santità del rapporto sessuale, come espressione della creatività divina.
Quello che in passato poteva solo avvenire attraverso le estasi mistiche sta prendendo una forma più concreta e tangibile di amore carnale, non deprivato di spiritualità. Certo, se la chiesa cattolica accettasse il sacerdozio femminile ed il matrimonio fra i suoi membri, e se venisse abolito il potere temporale del papato (e la stessa figura del papa), la chiesa cattolica forse potrebbe riscattarsi dalle malefatte compiute in questi secoli. Ma dubito che ne abbia la forza… e quindi è destinata a scomparire. La storia non fa sconti e l’iniquità ha concluso il suo tempo.
Però ad onor del vero alcuni santi cristiani dimostrarono amore e rispetto verso la Madre Universale e verso il mondo femminile. In particolare questo atteggiamento fu vissuto da Francesco d’Assisi. La sua adorazione di dio essendo rivolta a tutte le creature. Francesco può essere considerato un amante della natura in cui riconosceva l’impronta divina. Sempre egli si adoperò di mantenere un comportamento adatto alla conservazione della vita, occupandosi di animali, di lavoro, di contemplazione delle bellezze naturali ed accettando nel novero dei suoi compagni anche diverse donne, che erano a lui devote e che in tutti i modi gli dimostrarono amore, sicuramente dal santo ricambiato, poiché essendo vissuto da laico conobbe l’amore e sapeva che questo non è contrario alla volontà di dio, anzi è la sua espressione.
In attesa, quasi nella speranza, che il cristianesimo trovi un nuovo Francesco, osserviamo ora l’ascesa sempre più rapida dell’ultimo ramo dell’ebraismo, trattasi dell’islam.
E pure qui dobbiamo cominciare a narrare le origini di questo credo. Anche nel caso dell’islam è indubbio che le radici affondino nell’ebraismo, con influssi cristiani, teoricamente potremmo definire l’islamismo una sorta di “eresia” degli insegnamenti biblici e paleo cristiani, se non che, ergendosi la figura di Maometto come “ultimo e vero profeta” e utilizzando questa preminenza a fini politici, gli arabi ne approfittarono per scatenare una campagna di conversioni forzate che portò l’islam a divenire il più grande impero medioevale, in concorrenza stretta con quello dei tartari in estremo oriente e con Bisanzio e Sacro Romano Impero in occidente. Ma la forza dell’impero bizantino non era decisamente in grado di contrastare la conquista islamica e l’Europa cristiana era divisa in vari stati spesso in antagonismo fra loro, di conseguenza l’Occidente corse il rischio di essere fagocitato. Già la Spagna, la Sicilia ed i Balcani erano divenute terre musulmane, mentre le città costiere di Francia ed Italia erano continuamente saccheggiate da pirati saraceni, che in diversi luoghi stabilirono anche capisaldi. Forse furono le crociate in terra santa che crearono un diversivo all’avanzata musulmana o forse le divisioni interne all’islam che ad un certo punto esaurirono l’alta marea della conquista e delle conversioni al Corano.
E qui dobbiamo inserire una recente notizia di cronaca relativa a questo sacro testo. Recentemente una ricercatrice italiana, Alba Fedeli, ha annunciato la scoperta della più antica copia del Corano che si conosca. Il “problema” è che l’esame del carbonio 14 avrebbe dimostrato che è stata scritta prima della predicazione del profeta islamico, vissuto tra il 570 e il 632 dopo Cristo. Gli storici britannici che hanno confermato l’originalità del documento hanno definito la scoperta “destabilizzante” per le sue implicazioni: una scoperta che dà credito all’ipotesi che Maometto e i suoi seguaci usassero un testo già esistente, che poi modellarono in base alla propria visione politica e teologica. Una spiegazione che va a smontare la versione ufficiale secondo cui il Corano venne scritto da Maometto, sulla base di una rivelazione divina…
Ma torniamo al tema principale di questo articolo, ovvero l’analisi di come è percepito l’erotismo e la condizione femminile nelle varie religioni di origine semitica. Anche nell’islam, come nell’ebraismo e nel cristianesimo, la forte impronta maschilista e patriarcale stabilisce il tipo di rapporti fra il maschile ed il femminile e fornisce indicazioni sulle diverse attitudini sessuali.
Vediamo ad esempio che Maometto all’inizio della sua carriera sposò una donna anziana ma ricca, il che gli permise di potersi dedicare alle sue visioni mistiche senza preoccuparsi della sopravvivenza. Più tardi però, per compensare, sposò una giovinetta appena adolescente in modo da poter soddisfare anche le sue pulsioni carnali. Ancora oggi nelle nazioni islamiche i matrimoni con bambine vergini sono assolutamente nella norma e spesso ne leggiamo le drammatiche conseguenze sui giornali. Un’altra caratteristica dell’islam è la poligamia. Un uomo può avere quante mogli riesca a mantenere ed anche qui l’origine dell’usanza è “religiosa”. Infatti siccome la donna è considerata proprietà dell’uomo e siccome anche le donne non musulmane una volta impalmate vengono cooptate nella religione, avere molte mogli (magari rapite in Europa) contribuisce alla formazione di nuovi adepti (la prole diventa tutta musulmana). Tra l’altro difficilmente chi era stato convertito all’islam poteva abiurare poiché era prevista la morte per chiunque rinnegasse la vera fede.
Un altro aspetto della sessualità nell’Islam è la “dichiarata” opposizione ai rapporti sodomitici ed alla zooerastia, e ciò era motivato (come avvenne per la proibizione a nutrirsi di maiale o di armenti non dissanguati) da ragioni pratiche e dalla necessità di correggere un’inveterata tendenza. Infatti, come per gli altri popoli di origine pastorale, l’abitudine a soddisfare le proprie voglie godendo di bestie e di giovinetti era talmente radicata che bisognava metterci un freno, con una precisa ingiunzione religiosa. Pena l’inferno eterno. All’inverso per i virtuosi che seguono diligentemente le norme coraniche e che muoiono combattendo per l’islam si aprono le porte del paradiso, con 70 vergini sempre pronte a soddisfare le loro voglie e fiumi di vino e miele. Ovviamente non si fa menzione di quale sia il vantaggio per le donne islamiche.
Ma lo stesso Maometto ha dichiarato la posizione gerarchica tra l’uomo e la donna, mostrando ai suoi seguaci come “educare le proprie mogli picchiandole con dei panni arrotolati”. Da questo atteggiamento, simbolico o meno, si capisce quanto i seguaci dell’islam disprezzino il mondo femminile (pur volendone godere a tutti i costi). E lo stesso corano raccomanda: “Ammonite quelle di cui temete l’insuburdinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele (Corano 4:34)”.
Lo status delle donne nel mondo islamico è veramente infimo e lo vediamo ogni giorno in quelle tristi immagini di donne in burka e lo leggiamo su tutti i giornali relativamente ai continui stupri e violenze subite. Addirittura se una donna si ribella allo stupro e reagisce viene condannata. E se lo stupro in questione viene compiuto da un congiunto questo è considerato “adulterio” e la vittima può essere anche lapidata a morte. Le donne che hanno subito la violenza carnale possono essere punite per la vergogna che hanno arrecato alla famiglia. La donna è vittima ma la colpa è della donna. Assurdità di un fondamentalismo cieco e disumano.
Nella patria di Maometto, l’Arabia saudita, la religione di stato è il wahabismo, una variante super-ortodossa dell’islam sunnita, che stabilisce, riguardo alle donne, di non poter assumere ruoli sociali, oltre alle funzioni servili, esse non possono nemmeno ottenere la patente di guida.
Leggiamo ancora nel sacro testo: “Le donne debbono abbassare lo sguardo in compagnia degli uomini e se un ospite visita la casa devono essere nascoste da una tenda o da una barriera. (Corano 24:31 e 33:53). Il fatto è che, come avviene per la bibbia, la premessa iniziale del corano è che tali ingiunzioni sono la “parola di dio, così come è stata rivelata al profeta Maometto” e quindi non possono assolutamente essere messe in dubbio. Come il giudaismo ed il cristianesimo anche l’islam è una religione creata da uomini, al solo scopo di controllare altri uomini, e soprattutto le donne, una cosa che non ha nulla a che fare con dio.
Per fortuna anche nell’islam c’è stata una componente “umana” che ha saputo mantenere l’amore. Si tratta della componente sufi. Un grande poeta sufi fu Omar Khayyâm del quale qui riporto alcune poesie: “Col mio amor, sotto due rami conserti, col mio amor, sul confine dei deserti, ove non giunge della gloria il suono; e avrei ciò che a Mahmud non dà il suo trono.” – “Se questa passion che un ordin pare mi vien dritta dal ciel, perché il divieto? Dovrò accostar la tazza al labbro lieto, accostarla, o Signore, e non versare?” – “Guai a quel cuore in cui non è ardor di passione, che non è pazzo per l’amore d’una bella persona. Un giorno che tu abbia trascorso senza amore, non v’è per te altro giorno più perduto di quello.” – “Non vietatemi di bere vino, di godere le donne, perché Dio è compassione. Non ditemi che sto peccando, lasciatemi peccare a volontà. Porre fine alle proprie azioni per paura della punizione è da miscredenti, significa dubitare della Sua compassione”
E con queste immagini amorose chiudo il discorso.
Paolo D’Arpini
English text
Judaism was and is an "ethnic" faith that aims to maintain the unity and cultural and genetic identity of the Jewish people. Its mythology, which dates back to four or five thousand years ago, drew extensively on the myths and legends of those peoples with whom the Jews came, for various reasons, in contact. But first of all let's talk about how the Jewish entity was formed. Hebrew means nomad and the Jews belonged to pastoral tribes of Semitic origin that circled in a continuous coming and going on the edge of the Fertile Crescent. Being shepherds and wanderers they had developed a typically patriarchal culture, for them the woman was a means of generating male children who continued the activity, therefore the female status was very low compared to that of males. The only advantage that Jewish women had was that they could be married, to continue the "lineage". While the condition of the gohim (ie non-Jewish) women with whom these shepherds came into contact was believed to be close to that of cattle. The female gohim could be raped, made objects of commerce, used as prostitutes ... but it was well taken care not to proliferate with them since those born of such "females" were not recognized as belonging to the "chosen" people.
Despite all these macho and misogynistic attitudes - as happened to other Semitic peoples - even the Jews, for a certain period, accepted the presence in their elite of a female divinity, Astarte, Jehovah's companion, and guarantor of fertility. It took 6 centuries before Astarte was obliterated, although for a long time their temples coexisted side by side. But eventually the Jewish patriarchs succeeded in destroying the goddess worship, and Jehovah alone occupied the entire firmament. Poor thing, only as he was he developed perverse qualities, he was a vengeful and cruel god who demanded total submission to his unfortunate "chosen" people (in fact Judaism is considered a "religion" in the genealogical sense), he was the source of all evil and he was propitiated with bloody sacrifices (here we recall the story of Cain, who offered the fruits of the earth, not pleasing to Jehovah, and of Abel who killed and burned herds on the altar, whose smell the god was delighted with). On the other hand, if we read the bible we discover that the whole history of Jews is dotted with truculent episodes, sodomitic adventures and violence.
The patriarch Abraham, like a squalid lenone, did not hesitate to give his wife Sarah to the pharaoh of Egypt to obtain the favor of the sovereign. But I do not go further, I limit myself to strongly advise the reading of the bible in order to understand the roots of that monolatrous religion (improperly called "monotheist").
Some goodies about misogyny and Jewish “erotic” norms can be found in the Talmud, the book of religious dictates: “All non-Jewish women are prostitutes. Eben Haezar. - A man can do with his wife what pleases him most, as if she were a piece of meat that comes from the butcher, and which he can eat at his whim, salted, roasted, boiled or like fish bought at the market. Nedarim 20 b. - A three year and one day virgin can be obtained in marriage after a sexual act. Sanhedrin 55b. - Sexual intercourse with a child under 8 years of age is lawful. Sanhedrin, 69b. - A Jew can rape, but not marry a non-Jewish woman. Gad. Shas. 2.2 "
What about the other teachings contained in the bible? The litho-book is by no means a moral text, at least as we understand it, and it does not contain any ethical principles. Accepting the dictates of the bible means approving of every vice and crime. It authorizes: human sacrifices, cannibalism, slavery, polygamy, adultery and prostitution, obscenity, injustice towards women, intolerance and persecution, etc. etc. Among other things, one of the greatest faults of the bible is having taught that "woman brought sin and death into the world. She was created to depend on man for all his needs and for the information he would need .. ".
In all this sewage, strangely, a flower appeared, it is King Solomon's "Song of Songs" (however, there is no certainty about the author). Perhaps it was the beneficial influence of the Queen of Sheba that softened the heart of this rude Israelite king. to visit Solomon accompanied by his courtiers with precious gifts). And it sounds strange that such a strongly erotic poem has been used since the Council of Yavne (90 AD), in the canon of the Old Testament. But the religious traditions, both the Jewish and the Catholic Christian, falsified the literalness of the text, which in truth describes in no uncertain terms an embrace, removed in favor of a mystical interpretation (so forced in the denial of the evidence that it appears almost absurd ).
Some excerpts: “My mother's children were indignant with me: they put me to guard the vineyards; I have not kept my vineyard, mine. Tell me, O love of my soul, where you go to graze the flock, where you let it rest at noon, so that I am not like a wanderer behind the flocks of your companions ... - Get up, kite, and you, Austrian, come, blow in the my garden spread its aromas. My beloved come to her garden and eat its delicious fruits. - The chorus: «Turn around, turn around, Sulammita, turn around, turn around: we want to admire you» .. - The beloved: «How beautiful are your feet in sandals, daughter of a prince! The curves of your hips are like jewels, the work of an artist's hands. Your navel is a round cup that never fails in drugged wine. Your belly is a heap of wheat, surrounded by lilies. Your breasts like two fawns, gazelle twins…. "
With these beautiful words of love, let us now leave Judaism and turn our eyes to its first filiation: Christianity.
We must first of all say something about the "inventor" of Christianity. It is erroneously thought that this religion was founded by a certain Jesus, of which there is no historical evidence of his existence, in truth Christianity is the brilliant thought of a repentant Jew: Saul of Tarsus. Repentant because he went from persecuting Jews who believed in the Messiah Jesus to creator of a new religion in which Jesus became everyone's messiah. At the time of Saul, who incidentally never knew Jesus, there were wars of revolt of the Jews against the Romans, Saul himself, despite being a Jew, had Roman citizenship (it is not known how he obtained, some say why he was a spy) and on several occasions he clashed with the leaders of the Jewish community, putting himself against the disciples of Jesus themselves, above all because, contrary to what was established by Jewish law, Saul decided to "convert" even the Gentiles to "Christianity".
This was the great cunning of him: the figure of Jesus, from messiah of the Jews became the Christ or savior of all peoples. Within the original Jewish community, already spread throughout the empire and beyond, an irreparable fracture was created and the heretic Saul, going along his path, founded that new creed which he called "Christianity".
From the very beginning, however, this "Christianity" was marked and contaminated by the original Jewish misogyny. The freedom of female customs, typical of Roman and Greek society, was regulated in "moral / social" codes that restricted both sexual expressiveness and the social and political importance of women. The most striking example of these restrictions was the killing of the philosopher Hypatia, guilty of being too free and of giving "scandal" to the followers of the new "religious" course. It is said that hatred of the female world, although present in Judaism, was exacerbated in Christianity. Until reaching heights of total annihilation, even physical, of women who dared to manifest autonomy of thought and action, accused of connivance with the "devil".
Indeed, from 418 A.D. all became "demonic". Even newborn children were defined as demonic beings, as they were born from a sexual act and therefore doomed to damnation if they were not baptized as soon as possible. These beautiful ideas resulted in the acquisition of all power, religious and temporal, by the Catholic Church, and this lasted from 375 AD. until the seventeenth century (in which the great Christian heresies were established). In the Council of Nicaea it was established, with the consent of Constantine, that Jesus from "King of the Jews" would become the "Savior and Christ of humanity". Since then the massacres of the pagans, the systematic destruction of their temples, especially those dedicated to the various goddesses, and of the ancient libraries, became law (in 391 A.D. the Christians, for the first time, destroyed one of the largest libraries in the world in Alexandria. which contained over 700,000 volumes on the entire human knowledge, and subsequently the work was completed by the Muslims).
The estimates of scholars, even in the absence of official documents (since the rubbish is done secretly), on the number of people tortured and killed in Europe alone during the Christian rule, ranges from 150,000 to million. Obviously, these data must be integrated with the exterminations of indigenous peoples in the Americas and other parts of the world.
It goes without saying that in the 17 centuries of oppression of sexuality and of the female world, an ever greater perversion in ecclesiastical customs was accentuated. What could not be experienced in the light of day became the object of morbidity and secret outbursts by popes, prelates and priests. Especially in the closed of churches and sacristies. Cases of sexual abuse of minors, illicit relationships in convents, Sado-maso torture against witches and heretics, became common practices and in part persist even today. A melodramatic example of deviant Christian sexuality is given to us in the Halloween parties, promoted by the consumerist and Masonic scum, which are celebrated in the USA. In them some Christian churches install Hell Houses, infernal houses, to convince "believers" to abstain from sin, on pain of eternal damnation. In these Hell Houses there are various stages, a bit like in the vie crucis, in which various sins are shown: a satanic sacrifice, masochistic doctors who practice abortions, prostitutes and libertines who are tortured, etc. At the end of the horrid procession there is usually a paradisiacal scene with Jesus among the angels. After being threatened with unspeakable torture in the underworld, visitors are invited to take refuge in Christ, their lord and savior.
Over the years, however, the female figure was partly re-evaluated through the veneration of the Mother of God, Mary. The priests could not prevent it and so, in some way, the image of the Universal Mother, who gives her life, survived. Although humiliated and offended, as she made a mother by compulsion and without a sexual act. As for the presence of women in the religious world, only in the Anglican faith and in a few other exceptions can women rise to the office of priesthood. I met one of these priestesses a few years ago in Pescara, who sponsored the "Festival of secularism" on behalf of her "church". In short, the female world, even within Christianity, is trying to rediscover her dignity, also rediscovering the sanctity of sexual intercourse, as an expression of divine creativity.
What in the past could only happen through mystical ecstasies is taking a more concrete and tangible form of carnal love, not deprived of spirituality. Of course, if the Catholic Church accepted the female priesthood and marriage among its members, and if the temporal power of the papacy (and the figure of the pope) were abolished, the Catholic Church could perhaps redeem itself from the misdeeds committed in these centuries. But I doubt it has the strength… and therefore it is destined to disappear. History makes no concessions and iniquity has ended its time.
However, to be honest, some Christian saints showed love and respect for the Universal Mother and for the female world. In particular, this attitude was experienced by Francis of Assisi. His worship of god being addressed to all creatures. Francis can be considered a lover of nature in which he recognized the divine imprint. He always endeavored to maintain a behavior suitable for the preservation of life, dealing with animals, work, contemplation of natural beauties and accepting among his companions also several women, who were devoted to him and who in every way showed him love, certainly reciprocated by the saint, since having lived as a layman he knew love and knew that this is not contrary to God's will, indeed it is its expression.
Waiting, almost in the hope, that Christianity will find a new Francis, we are now observing the increasingly rapid rise of the last branch of Judaism, namely Islam.
And here too we must begin to narrate the origins of this creed. Even in the case of Islam there is no doubt that the roots lie in Judaism, with Christian influences, theoretically we could define Islam as a sort of "heresy" of biblical and paleo Christian teachings, except that, by raising the figure of Mohammed as " last and true prophet "and using this pre-eminence for political purposes, the Arabs took advantage of it to unleash a campaign of forced conversions that led Islam to become the largest medieval empire, in close competition with that of the Tartars in the Far East and with Byzantium and Holy Roman Empire in the west. But the strength of the Byzantine Empire was definitely not able to counter the Islamic conquest and Christian Europe was divided into various states, often at odds with each other, consequently the West ran the risk of being swallowed up. Already Spain, Sicily and the Balkans had become Muslim lands, while the coastal cities of France and Italy were continually plundered by Saracen pirates, who in various places also established strongholds. Perhaps it was the Crusades in the Holy Land that created a diversion from the Muslim advance or perhaps the internal divisions within Islam that at a certain point exhausted the high tide of conquest and conversions to the Koran.
And here we must insert a recent news report relating to this sacred text. Recently an Italian researcher, Alba Fedeli, announced the discovery of the oldest known copy of the Koran. The "problem" is that an examination of carbon 14 would have shown that it was written before the preaching of the Islamic prophet, who lived between 570 and 632 AD. British historians who confirmed the document's originality called the discovery "destabilizing" for its implications: a discovery that lends credence to the hypothesis that Muhammad and his followers used an existing text, which they then modeled on their own vision. politics and theology. An explanation that goes to dismantle the official version according to which the Koran was written by Mohammed, on the basis of a divine revelation ...
But let's go back to the main theme of this article, namely the analysis of how eroticism and the condition of women are perceived in the various religions of Semitic origin. Even in Islam, as in Judaism and Christianity, the strong masculine and patriarchal imprint establishes the type of relationship between male and female and provides information on different sexual attitudes.
We see, for example, that Muhammad at the beginning of his career married an elderly but rich woman, which allowed him to be able to devote himself to his mystical visions without worrying about survival. Later, however, to compensate, he married a young girl just a teenager in order to satisfy her carnal impulses as well. Even today in Islamic nations, marriages with virgin girls are absolutely the norm and we often read the dramatic consequences in the newspapers. Another characteristic of Islam is polygamy. A man can have as many wives as he can keep and here too the origin of the custom is "religious". In fact, since women are considered the property of men and since even non-Muslim women are co-opted into the religion once they are impalmed, having many wives (perhaps kidnapped in Europe) contributes to the formation of new followers (the offspring becomes all Muslim). Among other things, those who had been converted to Islam could hardly abjure since death was expected for anyone who renounced the true faith.
Another aspect of sexuality in Islam is the "declared" opposition to sodomitic intercourse and zooerasty, and this was motivated (as happened by the prohibition to feed on pigs or unbled herds) by practical reasons and by the need to correct a inveterate trend. In fact, as with other peoples of pastoral origin, the habit of satisfying one's cravings by enjoying animals and youngsters was so ingrained that it was necessary to put a stop to it, with a precise religious injunction. On pain of eternal hell. Conversely, for the virtuous who diligently follow the Koranic norms and who die fighting for Islam, the gates of heaven are opened, with 70 virgins always ready to satisfy their cravings and rivers of wine and honey. Of course, there is no mention of what the benefit is for Muslim women.
But Muhammad himself declared the hierarchical position between man and woman, showing his followers how to "educate their wives by beating them with rolled-up clothes". From this attitude, symbolic or not, we understand how much the followers of Islam despise the female world (even if they want to enjoy it at all costs). And the Koran itself recommends: "Admonish those whose insuburdation you fear, leave them alone in their beds, beat them (Koran 4:34)".
The status of women in the Islamic world is very low and we see it every day in those sad images of women in burkas and we read it in all the newspapers regarding the continuous rape and violence suffered. Even if a woman rebels against rape and reacts, she is condemned. And if the rape in question is carried out by a relative this is considered "adultery" and the victim can even be stoned to death. Women who have experienced rape can be punished for the shame they have brought to the family. The woman is the victim but the fault lies with the woman. Absurdity of a blind and inhuman fundamentalism.
In Mohammed's homeland, Saudi Arabia, the state religion is Wahabism, a super-orthodox variant of Sunni Islam, which establishes, with regard to women, that they cannot take on social roles, in addition to servile functions, they cannot not even get a driver's license.
We read again in the sacred text: “Women must look down in the company of men and if a guest visits the house they must be hidden by a curtain or barrier. (Quran 24:31 and 33:53). The fact is that, as with the bible, the initial premise of the Koran is that such injunctions are the "word of God as revealed to the Prophet Muhammad" and therefore cannot possibly be questioned. Like Judaism and Christianity, Islam is also a religion created by men, for the sole purpose of controlling other men, and especially women, something that has nothing to do with God.
Fortunately, even in Islam there was a "human" component that was able to keep love. This is the Sufi component. A great Sufi poet was Omar Khayyâm, of whom I quote some poems here: “With my love, under two folded branches, with my love, on the border of the deserts, where the glory does not reach the sound; and I would have what Mahmud does not give his throne. " - “If this passion that seems an ordin comes straight to me from heaven, why the prohibition? Shall I have to bring the cup to my happy lip, bring it, oh Lord, and not pour? " - "Woe to that heart in which there is no ardor of passion, which is not mad for the love of a beautiful person. A day that you have spent without love, there is no other day more lost for you than that. " - “Don't forbid me to drink wine, to enjoy women, because God is compassion. Don't tell me I'm sinning, let me sin at will. Ending one's actions for fear of punishment is unbelievers, it means doubting his compassion"
We see, for example, that Muhammad at the beginning of his career married an elderly but rich woman, which allowed him to be able to devote himself to his mystical visions without worrying about survival. Later, however, to compensate, he married a young girl just a teenager in order to satisfy her carnal impulses as well. Even today in Islamic nations, marriages with virgin girls are absolutely the norm and we often read the dramatic consequences in the newspapers. Another characteristic of Islam is polygamy. A man can have as many wives as he can keep and here too the origin of the custom is "religious". In fact, since women are considered the property of men and since even non-Muslim women are co-opted into the religion once they are impalmed, having many wives (perhaps kidnapped in Europe) contributes to the formation of new followers (the offspring becomes all Muslim). Among other things, those who had been converted to Islam could hardly abjure since death was expected for anyone who renounced the true faith.
Another aspect of sexuality in Islam is the "declared" opposition to sodomitic intercourse and zooerasty, and this was motivated (as happened by the prohibition to feed on pigs or unbled herds) by practical reasons and by the need to correct a inveterate trend. In fact, as with other peoples of pastoral origin, the habit of satisfying one's cravings by enjoying animals and youngsters was so ingrained that it was necessary to put a stop to it, with a precise religious injunction. On pain of eternal hell. Conversely, for the virtuous who diligently follow the Koranic norms and who die fighting for Islam, the gates of heaven are opened, with 70 virgins always ready to satisfy their cravings and rivers of wine and honey. Of course, there is no mention of what the benefit is for Muslim women.
But Muhammad himself declared the hierarchical position between man and woman, showing his followers how to "educate their wives by beating them with rolled-up clothes". From this attitude, symbolic or not, we understand how much the followers of Islam despise the female world (even if they want to enjoy it at all costs). And the Koran itself recommends: "Admonish those whose insuburdation you fear, leave them alone in their beds, beat them (Koran 4:34)".
The status of women in the Islamic world is very low and we see it every day in those sad images of women in burkas and we read it in all the newspapers regarding the continuous rape and violence suffered. Even if a woman rebels against rape and reacts, she is condemned. And if the rape in question is carried out by a relative this is considered "adultery" and the victim can even be stoned to death. Women who have experienced rape can be punished for the shame they have brought to the family. The woman is the victim but the fault lies with the woman. Absurdity of a blind and inhuman fundamentalism.
In Mohammed's homeland, Saudi Arabia, the state religion is Wahabism, a super-orthodox variant of Sunni Islam, which establishes, with regard to women, that they cannot take on social roles, in addition to servile functions, they cannot not even get a driver's license.
We read again in the sacred text: “Women must look down in the company of men and if a guest visits the house they must be hidden by a curtain or barrier. (Quran 24:31 and 33:53). The fact is that, as with the bible, the initial premise of the Koran is that such injunctions are the "word of God as revealed to the Prophet Muhammad" and therefore cannot possibly be questioned. Like Judaism and Christianity, Islam is also a religion created by men, for the sole purpose of controlling other men, and especially women, something that has nothing to do with God.
Fortunately, even in Islam there was a "human" component that was able to keep love. This is the Sufi component. A great Sufi poet was Omar Khayyâm, of whom I quote some poems here: “With my love, under two folded branches, with my love, on the border of the deserts, where the glory does not reach the sound; and I would have what Mahmud does not give his throne. " - “If this passion that seems an ordin comes straight to me from heaven, why the prohibition? Shall I have to bring the cup to my happy lip, bring it, oh Lord, and not pour? " - "Woe to that heart in which there is no ardor of passion, which is not mad for the love of a beautiful person. A day that you have spent without love, there is no other day more lost for you than that. " - “Don't forbid me to drink wine, to enjoy women, because God is compassion. Don't tell me I'm sinning, let me sin at will. Ending one's actions for fear of punishment is unbelievers, it means doubting his compassion"
And with these loving images I close the conversation.
Paolo D’Arpini