giovedì 11 agosto 2022

Saggezza matristica evolutiva concreta - Concrete evolutionary matristic wisdom

 


Insistere troppo su valori astratti  "teisti"  non aiuta la mente umana al superamento del pensiero patriarcale. Dobbiamo -secondo me- abbandonare la speculazione religiosa e ritornare ad una spiritualità priva di dogmi e non specificatamente  legata al genere (qui ricordo che il sacerdozio nelle religioni monoteiste è precluso alle donne).

Per carità, va anche bene fare un'analisi storica sulla formazione del cristianesimo e di come  questa religione "semita" abbia attinto al paganesimo pre-esistente. Tra l'altro  la rivalutazione del paganesimo è una delle caratteristiche portanti non solo nel filone New Age ma anche in ricerche storiche serie,  come ad esempio quella di  Daniel Danielou sul mito di Dioniso-Shiva.

Ma dovremmo andare anche più in là riscoprendo i culti più antichi e vicini alle nostre radici, ovvero l'adorazione della Grande Madre o Energia Primordiale  (Shakti).

In effetti la spiritualità della natura  è un aspetto riconosciuto anche nella fede cristiana antica, soprattutto nel misticismo (sia in quello primitivo che in quello francescano)  in cui prevale  la consuetudine di ritirarsi in grotte, boschi e deserti in stretta comunione con gli elementi naturali e con il mondo animale.

Aspetti pagani erano presenti persino nella religione ebraica, sia pur condannati, come ad esempio l’adorazione della vacca sacra durante la traversata del Sinai, oppure riconosciuti e facenti parte della tradizione  come avvenne presso la setta degli Esseni che vivevano in strettissima simbiosi con la natura e con  i suoi aspetti magici, avendo essi sviluppato anche la capacità di trarre il loro nutrimento dal deserto, un grande miracolo questo considerando  che erano persino vegetariani….

Il rispetto e l’adorazione  della natura, definito dalla chiesa cattolica (un po’ dispregiativamente) “panteismo” è uno degli stimoli da sempre presenti nell’uomo, tra l’altro questo sentimento panteista è  alla base dell’exursus evolutivo della specie.

Ciò  mi fa  ricordare  una storiella,  che amo spesso raccontare,   sull’origine della specie umana. Ormai è certo che ci fu una “prima donna”, un’Eva primordiale. L’analisi   del patrimonio genetico femminile mitocondriale lo dimostra inequivocabilmente.  Mi sono così immaginato una donna, la prima donna, che avendo raggiunto l’auto-consapevolezza (la caratteristica più evidente dell’intelligenza) ed avendo a disposizione solo “scimmioni” (tali erano i maschi a quel tempo)  dovette compiere una opera di selezione certosina per decidere con chi accoppiarsi in modo da poter avere le migliori chance di trasmissione genetica di quell’aspetto evolutivo. E così avvenne conseguentemente  nelle generazioni successive ed è in questo modo che pian piano dalla cernita nell’accoppiamento sono   divenute rilevanti qualità come: la sensibilità verso l’habitat, l’empatia,  la pazienza,  la capacità di adattamento e di gentilezza del maschio verso la prole e la comunità, etc. etc.

  
Pregi che hanno  portato la specie  verso una condizione “intelligente” che riconosciamo (o riconosceremmo se nel frattempo non fosse subentrata una spinta maschilista involutiva).

Purtroppo in questo momento storico, in seguito all’astrazione dal contesto vitale e alla manifestazione della religiosità in senso  metafisico (proiettata ad un aldilà ed ad uno spirito separato dalla materia),  molto di quel rispetto (e considerazione) verso la natura e l’ambiente e la comunità è andato scemando,  sino al punto che si predilige la virtualizzazione invece della sacralità vissuta nel quotidiano. Ed in questo buona parte della responsabilità è da addebitarsi al radicamento dei credo monoteisti (Ebraismo, Cristianesimo ed Islam).

Ma quello che era stato scacciato dalla porta spesso rientra dalla finestra, infatti la psicologia sta riscoprendo i miti, le leggende e le divinità della natura descrivendole in forma di “archetipi”.

All’inizio della  civilizzazione umana, nel periodo paleolitico e neolitico matristico, la sacralità era incarnata massimamente in chiave femminea, poi con il riconoscimento della funzione maschile nella procreazione tale sacralità assunse forme miste  maschili e femminili, successivamente con i monoteismi patriarcali fu il maschile che divenne preponderante.

Ora è tempo di riportare queste energie al loro giusto posto e su un totale piano paritario. Anche se già in una antica civiltà, quella Vedica,  questa parità era stata indicata, come nel caso della denominazione (maschile) “Surya” che sta ad indicare l’identità del sole in quanto ente divino, che  viene completato dall’aspetto femminile “Savitri”  che è la capacità irradiativa dell’energia solare.

E noi sappiamo che fra il fuoco e la  sua capacità di ardere non vi è alcuna differenza...  


Paolo D'Arpini




Testo Inglese:


Insisting too much on abstract "theistic" values ​​does not help the human mind to overcome patriarchal thinking. We must - in my opinion - abandon religious speculation and return to a spirituality devoid of dogma and not specifically linked to gender (here I remind you that the priesthood in monotheistic religions is closed to women).

For heaven's sake, it is also good to make a historical analysis of the formation of Christianity and of how this "Semitic" religion drew on pre-existing paganism. Among other things, the revaluation of paganism is one of the main characteristics not only in the New Age vein but also in serious historical research, such as that of Daniel Danielou on the myth of Dionysus-Shiva.

But we should go even further by rediscovering the oldest and closest cults to our roots, namely the worship of the Great Mother or Primordial Energy (Shakti).

In fact, the spirituality of nature is also an aspect recognized in the ancient Christian faith, especially in mysticism (both in the primitive and in the Franciscan one) in which the custom of retreating to caves, woods and deserts in close communion with the natural elements prevails and with the animal world.

Pagan aspects were present even in the Jewish religion, albeit condemned, such as the adoration of the sacred cow during the crossing of the Sinai, or recognized and part of the tradition as it happened in the sect of the Essenes who lived in close symbiosis with nature and with its magical aspects, having also developed the ability to draw their nourishment from the desert, a great miracle considering they were even vegetarians….

Respect and adoration of nature, defined by the Catholic Church (somewhat disparagingly) "pantheism" is one of the stimuli that have always been present in man, among other things, this pantheistic sentiment is the basis of the evolutionary excursus of the species.

This reminds me of a story, which I often love to tell, about the origin of the human species. It is now certain that there was a "first woman", a primordial Eve. The analysis of the mitochondrial female genetic heritage unequivocally demonstrates this. So I imagined a woman, the first woman, who having achieved self-awareness (the most evident feature of intelligence) and having only "apes" (such were the males at that time) had to perform a work of painstaking selection to decide who to mate with in order to have the best chance of genetic transmission of that evolutionary aspect. And so it happened consequently in subsequent generations and it is in this way that gradually from the selection in the mating they became relevant qualities such as: sensitivity towards the habitat, empathy, patience, the ability to adapt and kindness of the male towards the offspring and the community, etc. etc.
  
Qualities that have led the species towards an "intelligent" condition that we recognize (or we would recognize if in the meantime an involutionary male drive had not taken over).

Unfortunately in this historical moment, following the abstraction from the vital context and the manifestation of religiosity in a metaphysical sense (projected to an afterlife and to a spirit separated from matter), much of that respect (and consideration) towards nature and environment and the community has been waning, to the point that virtualisation is preferred instead of the sacredness experienced in everyday life. And in this a good part of the responsibility is due to the rooting of monotheistic beliefs (Judaism, Christianity and Islam).

But what had been thrown out the door often comes back through the window, in fact psychology is rediscovering the myths, legends and divinities of nature by describing them in the form of "archetypes".

At the beginning of human civilization, in the Palaeolithic and Matristic Neolithic periods, sacredness was embodied mainly in a feminine key, then with the recognition of the masculine function in procreation this sacredness assumed mixed masculine and feminine forms, subsequently with patriarchal monotheisms it was the masculine who became preponderant.

Now is the time to bring these energies back to their proper place and on a total level playing field. Although already in an ancient civilization, the Vedic one, this parity was indicated, as in the case of the (masculine) denomination "Surya" which indicates the identity of the sun as a divine entity, which is completed by the feminine aspect " Savitri ”which is the radiating capacity of solar energy.

And we know that there is no difference between fire and its ability to burn...

Paolo D'Arpini

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