sabato 4 dicembre 2021

Con la Religione della Natura fiorisce l’Età della Verità… - With the Religion of Nature the Age of Truth flourishes ...




Fine del matriarcato ed inizio dell’età dei conflitti – Riflessioni sul disfacimento morale e sociale nel rapporto maschile-femminile in vista dell’esaurimento del Kali Yuga.

Dobbiamo partire da una notizia di cronaca recentissima in cui si indicano i paesi che si affacciano sull’oceano indiano (Pakistan, India, Somalia, ecc.) come i luoghi in cui maggiormente la donna soffre di persecuzione e violenza. Ciò fa pensare e riflettere sull’inversione di tendenza nel rapporto maschile-femminile che proprio in questa area vide la nascita della parità dei generi e del rispetto verso il femmineo.
Infatti, verosimilmente, sia sulle coste dell’Africa che nell’India pre-ariana, il matrismo originario sorse e prosperò.

Ma oggi osserviamo che il cambiamento nelle relazioni fra il maschile ed il femminile può essere considerato un termometro per misurare il decorso della malattia nella specie umana. Tale malattia prese origine con l’avvento dell’era oscura, definita in India Kali Yuga, che si fa risalire a circa 5000 anni fa. L’inizio di qust’era, che corrisponde al termine della guerra descritta nel Mahabarata, diede avvio ad un lento processo di degrado che portò la società egualitaria e sacrale, fino allora vigente in quasi tutto il mondo conosciuto, a deteriorarsi sotto l’influsso sempre più pressante del patriarcato e dell’avvalorazione del senso del possesso.

In Europa quello stesso periodo, definito tardo neolitico, descritto con dovizia di particolari dalla studiosa ed archeologa Marija Gimbutas si concluse con l’affermarsi del potere maschile esercitato con la violenza e con la perdita della libertà femminile (tramite l’acquisto della donna a scopo riproduttivo, guerre di razzia, perpetuazione della patrilinearità, etc.). Contemporaneamente abbiamo notizia di simili eventi accaduti anche nell’antica civiltà cinese, ove prese il sopravvento il modello prevaricatorio e controllativo del mondo femminile. Tale momento viene anche evocato nel Libro dei Mutamenti relativamente alla descrizione dell’esagramma “Il farsi Incontro” in cui si immagina il femminile che spontaneamente va incontro al maschile e di conseguenza ne riceve un giudizio negativo. Allo stesso tempo, nella lettura dei commenti, si evince che questo “farsi incontro” rappresentava il modo di funzionamento antecedente nella società. Tale mutazione nello stile dei rapporti intergenerici (uomo-donna) è stato considerato l’inizio dell’era dei conflitti (traduzione corretta del significato di Kali Yuga) e chiude la precedente era dell’incertezza (Dvapara Yuga).

Ora dobbiamo esaminare come gli antichi saggi accuratamente descrissero le caratteristiche dell’era corrente evocando una serie di avvenimenti e tendenze che sono facilmente riconoscibili in questo momento storico. Senza voler evocare calendari Maya o altre descrizioni apocalittiche più o meno credibili, riportiamo, in ogni caso, alcune affermazioni storiche certificate, vecchie di migliaia di anni.

“Trovandosi immersi nell’ignoranza, sicuri di sé, ritenendosi saggi, gli sciocchi si aggirano urtandosi a vicenda, come ciechi guidati da un cieco” (Mundaka Upanishad)

“Ora difatti è proprio l’età del ferro, né mai gli uomini cesseranno di soffrire il giorno, per le fatiche e le miserie, e la notte di struggersi per le gravi angosce che gli dei gli daranno. Né allora il padre sarà simile ai figli, né i figli al padre, né l’ospite sarà caro all’ospite, l’amico all’amico, il fratell al fratello come nel tempo passato. Essi avranno in dispregio i genitori, appena cominceranno ad invecchiare, li insulteranno con parole villane; né essi, ai genitori invecchiati, daranno il necessario per vivere, usando il diritto del più forte; infine saccheggeranno a vicenda le città. E allora non vi sarà più gratitudine per l’uomo giusto, ma piuttosto si terrà in onore l’uomo artefice di mali, la giustizia sarà nelle sue mani; il pudore non esisterà più. Il malvagio recherà danno all’uomo dabbene, agli uomini miseri sarà compagna la gelosia, amante del male dall’odioso aspetto… e non ci sarà più scampo dal male” (Esiodo, Opere e giorni).

Nel Linga Purana, antico testo Shivaita, vengono descritti gli uomini del Kali Yuga come tormentati dall’invidia, irritabili, settari, indifferenti alle conseguenze dei loro atti. Sono minacciati da malattie, da fame, da paura e da terribili calamità naturali. I loro desideri sono mal orientati, la loro scienza è usata per fini malefici. Sono disonesti.
In questo tempo sono in declino i nobili e gli agricoltori mentre la classe servile pretende di governare e di condividere con i letterati il sapere, i pasti, le sedie e i letti. I capi di stato sono per lo più di infima origine. Sono dittatori e tiranni.

“Si uccidono i feti e gli eroi. Gli operai vogliono avere ruoli intellettuali. I ladri diventano Re, le donne virtuose sono rare. La promiscuità si diffonde. La terra non produce quasi nulla in certi posti e molto in altri. I potenti si appropriano dei beni pubblici e cessano di proteggere il popolo. Sapienti di bassa lega sono onorati e partecipano a persone indegne i pericolosi segreti delle scienze. I maestri si degradano vendendo il sapere. Molti trovano rifugio nella vita errante.

“Verso la fine dello yuga gli animali diventano violenti (perché sfruttati n.d.r.).
Gli uomini dabbene si ritirano dalla vita pubblica. Anche i sacramenti e la religione sono in vendita. I mercanti disonesti. Sempre più numerose le persone che mendicano o cercano lavoro. Quasi tutti usano un linguaggio volgare e che non tiene fede alla parola data. Individui preminenti senza moralità predicano agli altri la virtù. Regna la censura… Nelle città si formano associazioni criminali. L’acqua potabile mancherà, così pure la frutta. Gli uomini perdereanno il senso dei valori. Avranno mali al ventre, ed i capelli in disordine. Verso la fine dello yuga l’aspettativa di vita non andrà oltre l’adolescenza,. I ladri deruberanno i ladri. Molti diverranno letargici e intorpiditi, le malattie saranno contagiose. Topi, serpenti e insetti tormenteranno gli uomini. Uomini affamati e impauriti si troveranno nei pressi del fiume Kausichi.
Alla fine di questa era un po’ ovunque nel mondo si diffonderanno i praticanti di riti sviati. Persone non qualificate si spacceranno da esperti. Gli uomini si uccideranno l’un l’altro e uccideranno i bambini, le donne e gli animali. I saggi saranno condannati a morte”.

Tuttavia, ancora secondo il Linga Purana, alcuni uomini potranno raggiungere in breve tempo la perfezione. In un certo senso il Kali Yuga è un periodo privilegiato. I primissimi uomini delle ere antecedenti, ancora prossimi al divino, erano saggi in una società di saggi. Ma gli ultimi uomini, questi del Kali-yuga, avvicinandosi all’annientamento, si avvicinano anche al principio in cui tutto ritorna alla sua fine. In mezzo alla decadenza morale, alle ingiustizie, alle guerre, ai conflitti sociali e alla persecuzione del femmineo, che caratterizzano la fine di questo yuga, il contatto con il divino, per via discendente, diviene più immediato.

In una società dove tutto è già perfetto, gli atti vengono compiuti automaticamente nel bene, mentre in una società degradata occorre discriminazione e coraggio.

Troviamo descrizioni di una tale fine di un’epoca persino in testi apocalittici giudeo-cristiani, compreso quello di S. Giovanni, che evidentemente si ispirano alle stesse fonti antiche sopra menzionate.

In uno Shiva Purana, nel Rudra Samhita, di molto precedente l’epoca cristiana, viene detto: “La fine del mondo attuale sarà provocata da un fuoco sottomarino, nato da un’esplosione simile a quella di un vulcano, che consumerà l’acqua che i fiumi hanno riversato nell’oceano. L’acqua traboccherà dall’oceano e inonderà la terra.”.

Abbiamo visto che, tra i fenomeni caratteristici del Kali Yuga troviamo la comparsa di false religioni antropocentriche che allontanano l’uomo dal suo ruolo sulla Terra e servono di pretesto alle sue predazioni, ai suoi genocidi, e lo portano infine al suicidio collettivo. Le religioni della città prendono il sopravvento sulla religione della Natura, questo è l’inizio della decadenza, che corrisponde all’affermarsi delle religioni monoteiste. Si trattava di creare delle fedi illusorie che pervertissero la vera religione della Natura. Ad esempio la creazione di queste nuove religioni (o ideologie) è avvenuta in India nella forma del giainismo e del buddismo, in Cina in forma di confucianesimo e in occidente come cristianesimo e nel medio oriente come islamismo.

Queste religioni, quali che siano stati il carattere e le intenzioni dei fondatori originari, sono diventate essenzialmente religioni “di stato”, a carattere moralistico. Hanno dato modo a un potere patriarcale centralizzato di imporre un elemento di unificazione e controllo su popolazioni diverse. Ovunque, queste religioni, pur parlando di amore, uguaglianza, carità, giustizia, sono invero pretesto e strumento per conquiste culturali e materiali. 

Il massacro delle popolazioni avvenuto in varie parti del mondo in mome delle religione, è un dato storico innegabile.

La posizione della donna in tutte queste religioni è secondaria e perciò giustifica l’oppressione di genere. Se e quando il femmineo sacro e la spiritualità della Natura riusciranno a trovare un autonomo e sincero modo espressivo nella nostra società, l’era oscura, e dei conflitti, potrà considerarsi conclusa.

Paolo D’Arpini


Bibliografia:

Mahābhārata – Sri Veda Vyasa
I Ching – Libro dei Mutamenti (AA.VV.)
Shiva e Dioniso, di Alain Danielou
Il Linguaggio della Dea – Marija Gimbutas
Opere e giorni – Esiodo
Shiva Purana, Rudra Samhita, Linga Purana – Antichi testi Shivaiti
Mundaka Upanishad – Vedanta





Testo Inglese: 

End of matriarchy and beginning of the age of conflicts - Reflections on moral and social disintegration in the male-female relationship in view of the exhaustion of Kali Yuga.

We must start with a very recent news item which indicates the countries bordering the Indian Ocean (Pakistan, India, Somalia, etc.) as the places where women suffer most from persecution and violence. This makes us think and reflect on the trend reversal in the male-female relationship which in this area saw the birth of gender equality and respect for the female.
In fact, probably, both on the coasts of Africa and in pre-Aryan India, the original matrism arose and prospered.

But today we observe that the change in the relationships between the male and the female can be considered a thermometer to measure the course of the disease in the human species. This disease originated with the advent of the dark age, defined in India as Kali Yuga, which dates back to about 5000 years ago. The beginning of this era, which corresponds to the end of the war described in the Mahabarata, started a slow process of degradation that led the egalitarian and sacred society, until then in force in almost all the known world, to deteriorate under the influence more and more pressing of patriarchy and the enhancement of the sense of possession.

In Europe that same period, defined as late Neolithic, described in great detail by the scholar and archaeologist Marija Gimbutas, ended with the affirmation of male power exercised by violence and with the loss of female freedom (through the purchase of women for the purpose of reproductive, wars of plunder, perpetuation of patrilinearity, etc.). At the same time we have news of similar events that also occurred in ancient Chinese civilization, where the prevaricatory and controlling model of the female world took over. This moment is also evoked in the Book of Changes in relation to the description of the hexagram "Making Encounter" in which the feminine is imagined spontaneously meeting the masculine and consequently receiving a negative judgment. At the same time, in reading the comments, it is clear that this "meeting" represented the antecedent way of functioning in society. This change in the style of intergeneric relationships (man-woman) was considered the beginning of the era of conflicts (correct translation of the meaning of Kali Yuga) and closes the previous era of uncertainty (Dvapara Yuga).

Now we must examine how the ancient sages accurately described the characteristics of the current era by evoking a series of events and trends that are easily recognizable at this historical moment. Without wishing to evoke Mayan calendars or other more or less credible apocalyptic descriptions, we report, in any case, some certified historical statements, thousands of years old.

"Finding themselves immersed in ignorance, self-confident, believing themselves wise, fools wander around bumping into each other, like blind men led by a blind man" (Mundaka Upanishad)

"In fact, now is precisely the Iron Age, and men will never cease to suffer during the day, for fatigue and misery, and at night to yearn for the serious anguish that the gods will give them. Then neither the father will be similar to the children, nor the children to the father, nor will the guest be dear to the guest, the friend to the friend, the brother to the brother as in the past. They will scorn their parents, as soon as they begin to grow old, they will insult them with rude words; nor will they, to aging parents, give what is necessary to live, using the right of the strongest; eventually they will plunder each other's cities. And then there will no longer be gratitude for the just man, but rather the man who made evils will be held in honor, justice will be in his hands; modesty will no longer exist. The wicked will harm the good man, miserable men will be accompanied by jealousy, a lover of evil with a hateful appearance ... and there will be no escape from evil "(Hesiod, Works and Days).

In the Linga Purana, an ancient Shivaite text, the men of the Kali Yuga are described as tormented by envy, irritable, sectarian, indifferent to the consequences of their acts. They are threatened by disease, hunger, fear and terrible natural calamities. Their desires are misdirected, their science is used for evil ends. They are dishonest.
In this time the nobles and farmers are in decline while the servile class pretends to govern and to share knowledge, meals, chairs and beds with the literati. The heads of state are mostly of very low origin. They are dictators and tyrants.

“Fetuses and heroes are killed. The workers want to have intellectual roles. Thieves become kings, virtuous women are rare. Promiscuity spreads. The earth produces almost nothing in some places and a lot in others. The powerful take over public goods and stop protecting the people. Lowly scholars are honored and share the dangerous secrets of science with unworthy people. Masters degrade themselves by selling knowledge. Many find refuge in the wandering life.

“Towards the end of the yuga the animals become violent (because they are exploited, editor's note).
Good men withdraw from public life. Sacraments and religion are also for sale. The dishonest merchants. More and more people are begging or looking for work. Almost everyone uses foul language and does not keep their word. Prominent individuals without morality preach virtue to others. Censorship reigns… Criminal associations are formed in the cities. Drinking water will be lacking, as will fruit. Men will lose their sense of values. They will have aches in the belly, and their hair in disorder. Towards the end of the yuga, life expectancy will not go beyond adolescence. The thieves will rob the thieves. Many will become lethargic and numb, diseases will be contagious. Mice, snakes and insects will torment humans. Hungry and fearful men will find themselves near the Kausichi River.
At the end of this era, practitioners of misguided rites will spread all over the world. Unqualified people will crack themselves as experts. Men will kill each other and they will kill children, women and animals. The wise men will be sentenced to death ”.

However, still according to the Linga Purana, some men will be able to reach perfection in a short time. In a sense, Kali Yuga is a privileged period. The very first men of the preceding ages, still close to the divine, were wise in a society of wise men. But the last men, these of the Kali-yuga, approaching annihilation, also approach the beginning in which everything returns to its end. In the midst of the moral decay, injustices, wars, social conflicts and persecution of the feminine, which characterize the end of this yuga, contact with the divine, descending, becomes more immediate.

In a society where everything is already perfect, acts are automatically done for good, while in a degraded society discrimination and courage are needed.

We find descriptions of such an end of an era even in Judeo-Christian apocalyptic texts, including that of St. John, which evidently are inspired by the same ancient sources mentioned above.

In a Shiva Purana, in the Rudra Samhita, much earlier than the Christian era, it is said: "The end of the present world will be caused by an underwater fire, born from an explosion similar to that of a volcano, which will consume water. that rivers have poured into the ocean. The water will overflow from the ocean and flood the earth. ".

We have seen that, among the characteristic phenomena of Kali Yuga we find the appearance of false anthropocentric religions that distance man from his role on Earth and serve as a pretext for his predations, his genocides, and ultimately lead him to collective suicide. . The religions of the city take precedence over the religion of Nature, this is the beginning of the decline, which corresponds to the affirmation of monotheistic religions. It was a question of creating illusory faiths that perverted the true religion of Nature. For example, the creation of these new religions (or ideologies) took place in India in the form of Jainism and Buddhism, in China in the form of Confucianism and in the West as Christianity and in the Middle East as Islam.

These religions, whatever the character and intentions of the original founders may have been, have essentially become "state" religions, of a moralistic character. They gave way to a centralized patriarchal power to impose an element of unification and control on different populations. Everywhere, these religions, while speaking of love, equality, charity, justice, are indeed a pretext and instrument for cultural and material achievements.

The massacre of populations that took place in various parts of the world in the name of religion is an undeniable historical fact.

The position of women in all these religions is secondary and therefore justifies gender oppression. If and when the sacred feminine and the spirituality of Nature will be able to find an autonomous and sincere way of expression in our society, the dark era, and of conflicts, can be considered over.

Paolo D’Arpini


1 commento:

  1. Commento di Caterina Regazzi: “In un’epoca in cui tutti si sciacquano la bocca parlando di Amore, semplicità, ritorno alla Natura, le donne devono solo continuare ad essere e a fare quello che, silenziosamente, sono state ed hanno fatto in tutti questi secoli oscuri: esseri dedite a dare la vita, a custodirla, a coltivarla e a farla crescere; dare amore, affetto e amicizia incondizionati...”

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