venerdì 11 ottobre 2019

The factor of cosmic forgetfulness - Il fattore di dimenticanza cosmica



"As the ancient Indian scholars already said: Vishnu preserves it, Shiva destroys it, Brahma recreates it, forever and forever. But, perhaps because of the "cosmic forgetfulness factor", no universe "bounces" equal  to the previous one ... "(J.F.)

Science is beginning to get closer and closer to philosophy. In fact, metaphysical thought and the analysis of the physical world are two colliding descriptions, both of which draw on the reality perceivable through consciousness.

That the universes were continually created and destroyed one after the other in an infinite sequence is the conclusion of Vedic and upanishadic thought, as well as the Taoist one. Everything flows (panta rei) everything changes everything melts everything takes shape. Continuously evolving in continuous transformation.

As if to say that the primordial substance is the same while the manifest aspects are different. To understand this truth analogously, it will be enough to observe the metamorphosis of life on this earth.

There are not two equal snow crystals, there are not two identical leaves of the same tree, in an expanse of sand each grain is different, in humanity every man is unique and unrepeatable, even through cloning it was found that there are differences between the original model and the copy….

In short, life is totally different ... This variety is the dominant characteristic ... which at the same time evokes the basic unity ... As in the observation of the figures forming in a kaleidoscope, the mirrors and crystals are the same but the images always appear different.

Thus eon after eon universe after big bang universe after big bang life continues to manifest itself in a polychromy of colors, of shapes immeasurably different but drawing on the same matrix: the conscience. The awareness of the One that is made many.

This was also the vision of our  philosopher and spiritualist Giordano Bruno. He had intuited the true essence, the universal source, and the possibility of the universes continually recreated and parallel. That his intuition had not been accepted by his contemporaries, and indeed caused him a terrible death, from the point of view of abstract thought and the reality of things has little importance ... And furthermore, in dualistic perception, intelligence needs stupidity to be obvious.

What is true always is and does not need confirmation ... it is self-existent. As each of us can find in his own identity and sense of being that does not need to be corroborated by external agents .. rather it is the external agents to be corroborated in their presence and existence by the "noumena", by the subject!

The truth cannot be told because the description is not the substance.

And now here is another side of the coin, the scientist's vision: Martin Bojowald worked for six years around the complicated equations that support his theory. Today it finally came out in Physics Nature to say that the universe was not born with the Big Bang. When the "big bang" occurred, which is traditionally traced back to the creation of the world we know, the universe already existed. Indeed, the Big Bang was nothing more than a "redeployment", a "bounce" of the pre-existing material.

One of the limitations of the Big Bang theory, described mathematically by Einstein, is that at a given moment all matter was concentrated in a point with zero volume and infinite mass and energy. According to the laws of physics, impossible. Now scientists from the University of Pennsylvania State University, coordinated by Bojowald, say that before the birth of our universe there was a similar one that collapsed on itself. Combining the theory of relativity with equations of quantum physics, at Penn State was born the first model that systematically describes the existence of a pre-existing universe to ours, and that calculates some characteristics.

According to the model (Loop Quantum Gravity, or Lqg), the old universe was rapidly collapsing, reaching a state where gravity and energy were so high (but not infinite, as claimed by previous theories) that mutual repulsion he did reverse the process and gave birth to the expanding universe we know today. For American physicists, although very similar to each other, the "pre" and "post" rebound universes were not the same: the equations that govern them in fact have at least one different variable, which Bojowald calls the "cosmic forgetfulness factor". That is, the absence of at least one parameter of the "pre" universe in the "post" universe. Which also prevents the infinite replication of twin universes.

Paolo D’Arpini

Risultati immagini per paolo d'arpini

Testo italiano:

“Come già dicevano gli antichi sapienti indiani: Vishnu lo conserva, Shiva lo distrugge, Brahma lo ricrea, all’infinito e per sempre. Ma, forse proprio per il “fattore di dimenticanza cosmica”, nessun universo “rimbalza” uguale (d)al precedente…” (J.F.)

La scienza comincia ad avvicinarsi sempre più alla filosofia. In effetti il pensiero metafisico e l’analisi del mondo fisico sono due descrizioni che collidono, entrambe attingono alla realtà percepibile per mezzo della coscienza.

Che gli universi fossero continuamente creati e distrutti uno dopo l’altro in una sequenza infinita è la conclusione del pensiero vedico e upanishadico, come pure di quello taoista. Tutto scorre (panta rei) tutto si trasforma tutto si scioglie tutto riprende forma. In continuo evolversi in continua trasformazione.

Come dire che la sostanza primordiale è la stessa mentre gli aspetti manifesti sono diversi. Per comprendere analogicamente questa verità basterà osservare la metamorfosi della vita su questa terra.

Non ci sono due cristalli di neve uguali, non ci sono due foglie dello stesso albero uguali, in una distesa di sabbia ogni granello è diverso, nell’umanità ogni uomo è unico ed irripetibile, persino attraverso la clonazione è stato riscontrato che esistono differenze fra il modello originale e la copia….

Insomma la vita è totalmente varia…. Questa varietà è la caratteristica dominante.. che allo stesso tempo evoca l’unitarietà di fondo…. Come avviene nell’osservazione delle figure formantesi in un caleidoscopio, gli specchietti e i cristalli sono gli stessi ma le immagini appaiono sempre diverse.

Così eone dopo eone universo dopo universo big bang dopo big bang la vita continua a manifestarsi in una policromia di colori, di forme incommensurabilmente diverse ma attingenti alla stessa matrice: la coscienza. La consapevolezza dell’Uno che si fa molti.

Questa era anche la visione del nostro filosofo e spiritualista Giordano Bruno. Egli aveva intuito la vera essenza, la sorgente universale, e la possibilità degli universi continuamente ricreati e paralleli.. Il fuoco d’artificio eternamente manifesto e inestracabilmente congiunto di Spirito e Materia. Che la sua intuizione non fosse stata accolta dai suoi contemporanei, e gli provocò anzi un’atroce morte, dal punto di vista del pensiero astratto e della realtà delle cose ha poca importanza… Ed inoltre, nella percezione dualistica, l’intelligenza ha bisogno della stupidità per risultare evidente.

Ciò che è vero lo è sempre e non abbisogna di conferme… è autoesistente. Come ognuno di noi può riscontrare nella sua stessa identità e senso dell’essere che non abbisogna di venire corroborata da agenti esterni.. anzi sono gli agenti esterni ad essere corroborati nella loro presenza ed esistenza dal “noumeno”, dal soggetto!

La verità non può essere raccontata poiché la descrizione non è la sostanza.

Ed ora ecco un’altra faccia della medaglia, quella della visione scientistica: Martin Bojowald ha lavorato per sei anni intorno alle complicate equazioni che sorreggono la sua teoria. Oggi finalmente è potuto uscire allo scoperto su Physics Nature per dire che l’universo non è nato con il Big Bang. Quando si verificò il “grande botto” al quale si fa tradizionalmente risalire la creazione del mondo che conosciamo, l’universo esisteva già. Anzi, il Big Bang non fu altro che un “ridispiegamento”, un “rimbalzo” della materia preesistente.

Uno dei limiti della teoria del Big Bang, descritta matematicamente da Einstein, è che in un dato momento tutta la materia era concentrata in un punto con volume zero e massa ed energia infinite. Secondo le leggi della fisica, impossibile. Ora gli scienziati dell’università di Pennsylvania State University, coordinati da Bojowald, dicono che prima della nascita del nostro universo ce n’era uno simile che però collassava su se stesso. Unendo la teoria della relatività ad equazioni di fisica quantistica, alla Penn State è nato il primo modello che descrive sistematicamente l’esistenza di un universo preesistente al nostro, e che ne calcola alcune caratteristiche.

Secondo il modello (Loop Quantum Gravity, o Lqg), il vecchio universo stava collassando rapidamente, fino a raggiungere uno stato in cui la gravità e l’energia erano così alte (ma non infinite, come sostenuto dalle teorie precedenti) che la repulsione reciproca ha fatto invertire il processo e ha dato vita all’universo in espansione che conosciamo oggi. Per i fisici americani, anche se molto simili fra loro, gli universi “pre” e “post” rimbalzo non erano uguali: le equazioni che li governano infatti hanno almeno una variabile differente, che Bojowald chiama il “fattore di dimenticanza cosmica”. Cioè l’assenza di almeno un parametro dell’universo “pre” nell’universo “post”. Il che impedisce anche l’infinito replicarsi di universi gemelli.


Paolo D’Arpini

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.