Indian reincarnative astrology is the astrology of the origins, of lunar matrix it is very close to the times of the matristic society. It is said that Indian astrology was born from the civilization of the Indus and Saraswati and then transmitted to the Middle Eastern peoples and Greece. In the Indian calculation, that process called precession of the equinoxes or ayanamsa is taken into account, adequately correcting the position of the planets in the sign. Then there is the different denomination (and sometimes meaning) of the archetypes and the coexistence of the five elements.
Thus we see that the ether element is connected to hearing and symbolizes consciousness (Satva); air is connected to touch and symbolizes the mind (Satva-Raja); fire is connected to sight and symbolizes the intellect (Rajas); water connected to taste symbolizes memory (Rajas-Tamas); earth connected to smell symbolizes the ego (Tamas). These elements interact with the 12 archetypes and with the motor forces of the universe represented by the planetary positions, they also correspond to the states of consciousness: absorption in the soul, deep sleep, dream, waking state and nescience.
In the Indian system the symbolism of the 12 signs is also different, we do not speak of "signs" but of "nidhana", entrance doors to this world, with different colors and figures, each one corresponds to a karmic propensity.
The first nidhana represents an old blind woman or the push of blind impulses; the second presents a potter sign of attachment to material forms; the third is a monkey that symbolizes the desire for knowledge; the fourth is a couple in a boat and means the desire for completeness and autonomy; the fifth is a human mask or the need to externalize; the sixth shows a farmer pushing the plow that is the desire for concrete achievements; in the seventh we see a man with one eye pierced by an arrow, the need for tenderness; in the eighth there is a drunkard flanked by a woman who pours him wine, the insatiable thirst for pleasures; in the ninth we observe a man who collects fruit, it means desire for accumulation; the tenth shows a pregnant woman, subservience to the task; the eleventh shows a newborn child, it means the will to exhaust one's karma; finally the twelfth nidhana reveals a corpse carried in procession and symbolizes the disinterest in the things of the world.
Paolo D’Arpini - Committee for Lay Spirituality
Testo Italiano:
L’astrologia reincarnativa indiana è l’astrologia delle origini, di matrice lunare essa è molto vicina ai tempi della società matristica. Si dice che l’astrologia indiana sia nata dalla civiltà dell’Indo e del Saraswati e poi trasmessa ai popoli mediorientali ed alla Grecia. Nel computo indiano si tiene conto di quel processo denominato precessione degli equinozi o ayanamsa, correggendo adeguatamente la posizione dei pianeti nel segno. C’è poi la diversa denominazione (e talvolta significato) degli archetipi e la compresenza dei cinque elementi.
Così vediamo che l’elemento etere è collegato all’udito e simboleggia la coscienza (Satva); l’aria è collegato al tatto e simboleggia la mente (Satva-Raja); il fuoco è collegato alla vista e simboleggia l’intelletto (Rajas); l’acqua collegato al gusto simboleggia la memoria (Rajas-Tamas); la terra collegato all’olfatto simboleggia l’ego (Tamas). Questi elementi interagiscono con i 12 archetipi e con le forze motorie dell’universo rappresentate dalle posizioni planetarie, essi corrispondono anche agli stati di coscienza: assorbimento nell’anima, sonno profondo, sogno, stato di veglia e nescienza.
Nel sistema indiano è diversa anche la simbologia dei 12 segni, non si parla di “segni” ma di nidhana, porte d’ingresso a questo mondo, con colorazioni e figurazioni diverse, ognuno corrisponde ad una propensione karmica.
Il primo nidhana rappresenta una vecchia cieca ovvero la spinta di impulsi ciechi; il secondo presenta un vasaio segno di attaccamento verso le forme materiali; il terzo è una scimmia che simboleggia il desiderio di conoscenza; il quarto è una coppia in barca e significa desiderio di completezza ed autonomia; il quinto è una maschera umana o il bisogno di esteriorizzare; il sesto mostra un contadino che spinge l’aratro cioè il desiderio di realizzazioni concrete; nel settimo vediamo un uomo con un occhio trafitto da una freccia, il bisogno di tenerezza; nell’ottavo c’è un ubriaco affiancato da una donna che gli versa il vino, la sete insaziabile dei piaceri; nel nono osserviamo un uomo che raccoglie dei frutti, vuol dire desiderio di accumulazione; il decimo mostra una donna gravida, asservimento al compito; l’undicesimo mostra un bambino nascente, significa la volontà di esaurire il proprio karma; infine il dodicesimo nidhana svela un cadavere portato in corteo e simboleggia il disinteresse per le cose del mondo.
Paolo D’Arpini - Comitato per la Spiritualità Laica
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