sabato 17 agosto 2024

Considerations on peaceful bioregional coexistence... - Considerazioni sulla coesistenza pacifica bioregionale...

 


Dear friends of the Italian Bioregional Network, we are still entangled in an internal diatribe on some divisive issues. Maybe we start from fanciful arguments, such as the development of the attack on the Twin Towers..., to then get down to ways of life: return to live in the countryside or stay in the city? Become vegan or adapt to a frugivorous diet? Retire into a hermitage or stay in society? Use modern technology to communicate or limit yourself to notes? Hope for a return to primitivist survival or seek balance in today's society? Etc. etc.

But -in my opinion- these doubts about alternatives to life are only a corollary of the different experiences lived by each of us. In bioregionalism, as well as in deep ecology or secular spirituality, there are no sacred books or dogmas to refer to, our journey proceeds without maps, we navigate by sight (as they say in sailors' jargon), the important thing is discrimination and detachment based on the recognition of common belonging.

There is an old adage that says "Don't put your finger between husband and wife", but this is not a case of a fight between two spouses, it is much worse and yet much better. It all depends on the circumstances. Because these are what qualify existence on the basis of a "choice" that can never be definitive. For example, we cannot consider a priori indispensable the adhesion to a specific pacifist, environmentalist political movement, which, nominally, is trying with little force to counter a very powerful mechanism such as that of profit and war interests (which we all know are preponderant and condition every policy).

At the same time, if we let ourselves be carried away by ideology, we remain entangled in a dispute based on conjectures and opinions relating to facts on which we cannot intervene or establish. I would not like "crimes of opinion" to enter our assembly. It often happens, in small groups, that when we cannot intervene directly to change the dramatic course of things and situations, in which we objectively find ourselves, then we argue about "possible solutions or past situations", in alternatives that are in any case not feasible or verifiable.

We must be firm in our thoughts and determination to pursue the common cause but light in supporting our point of view on topics over which we have no real control or whose truthfulness or justice we cannot actually establish.

If our "battle" for ecological survival and coexistence can have any hope of success, it is above all in the unquestioned adherence to the "common good" and in the continuation of the path begun together and continued together. Alchemy succeeds when, even though there are elements that do not coincide with each other directly, they can be made to coincide in an indirect and kinetic way. For this reason, the alchemical elements are always three... for a search for balance between the components, to prevent the opposition between the two from leading to the deflagration of what has just been aggregated. I thank you for the patience shown so far... and good continuation of profitable "work" to all of us...

Paolo D'arpini - Italian Bioregional Network




Testo Italiano:

Care, cari, amiche ed amici della Rete Bioregionale Italiana,  siamo ancora impelagati in una diatriba interna su alcuni temi divisivi.  Magari si parte da argomenti fantasiosi, come lo  svolgimento dell'attentato alle Torri Gemelle..., per poi scendere ai modi di vita: tornare a vivere in campagna o restare in città? Diventare vegani o adattarsi ad una dieta frugivora?  Ritirarsi in eremitaggio o restare nella società? Utilizzare la tecnologia moderna per comunicare o limitarsi ai pizzini? Auspicare un ritorno alla sopravvivenza primitivista o cercare un equilibrio nella società attuale? Ecc. ecc.  

Ma -secondo me- questi dubbi sulle alternative di vita sono solo un corollario delle diverse esperienze da ognuno di noi vissute.  Nel bioregionalismo, come pure nell'ecologia profonda o nella spiritualità laica, non ci sono libri sacri  ne dogmi ai quali far riferimento, il nostro viaggio procede senza mappe,  navighiamo a vista (si dice in gergo marinaro), l'importante è la discriminazione ed il distacco basati sul riconoscimento della comune appartenenza.  

C'è un vecchio adagio che dice "Fra moglie e marito non mettere il dito", ma questo non è un caso di lite fra due coniugi, è molto peggio eppure molto meglio. Tutto dipende dalle circostanze.  Perché sono queste che  qualificano  l'esistenza  sulla base di una "scelta" che non può comunque  mai essere definitiva.  Ad esempio non possiamo considerare a priori indispensabile l'adesione  ad uno specifico  movimento politico  pacifista, ambientalista,  che, nominalmente,  sta cercando con poche forze di contrastare un meccanismo potentissimo com'è quello del guadagno  e degli interessi bellici (che tutti sappiamo preponderanti e condizionanti ogni politica).

Allo stesso tempo, se ci lasciamo trascinare dall'ideologia,  restiamo impigliati  in una  diatriba basata su congetture e opinioni relative a fatti sui quali non possiamo comunque intervenire o stabilire. Non vorrei che anche i "reati di opinione" entrassero nel nostro consesso. Spesso succede, in piccoli gruppi, che quando non si può intervenire direttamente per cambiare il corso drammatico delle cose e delle situazioni, in cui oggettivamente ci si trova, allora si litighi sulle "possibili soluzioni o situazioni pregresse", in alternative comunque non attuabili o appurabili. 

Bisogna essere saldi nel pensiero e nella determinazione a perseguire la causa comune ma leggeri nel sostenere il proprio punto di vista su argomenti sui quali non abbiamo un reale controllo o dei quali non possiamo effettivamente stabilire la veridicità o la giustizia.

Se la nostra "battaglia"  per la sopravvivenza e coesistenza ecologica   può avere qualche speranza di riuscita è soprattutto nell'adesione indiscussa al "bene comune" e nella prosecuzione del percorso iniziato assieme ed assieme proseguito. L'alchimia riesce quando pur essendoci elementi che non collimano fra loro in modo diretto si riesce a farli collimare in modo indiretto e cinetico. Per questo gli elementi alchemici sono sempre tre... per una ricerca di equilibrio fra le componenti, per evitare che l'opposizione fra i due conduca alla deflagrazione di quel che è appena aggregato. Vi ringrazio per la pazienza sin qui dimostrata... e buona continuazione di proficuo "lavoro" a noi tutti...

Paolo D'arpini - Rete Bioregionale Italiana


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