mercoledì 1 maggio 2024

The Dharma that is not decided and personal development... - Il Dharma che non viene deciso e lo sviluppo personale...



How to recognize our personal mission? The discussion is on the one hand long and complex, on the other very simple. We cannot question our own Dharma, we must live it moment by moment feeling it within us, like an inspiration. Therefore one cannot really rely on the indications of sacred books, on divinations and on archetypes and embodied elements. We must smell the wind and trust sensations, knowledge and personal experiences. In short, one's mission is absolute fun, without any expectations whatsoever.

In fact, when I describe the lay spiritual "path" or the direction to follow in harmony with deep ecology or with the embodied zodiac aspects, I do not give a precise and definitive answer, useful for "discovering" the "form" of the person, since that "person" in truth embodies all possible and imaginable aspects of the human psyche in different evolutionary phases. Usually listeners are quite surprised by this vagueness of mine, and ask themselves "...but what was he talking about? Who is he referring to?".

After all, how can we give shape to our "I"? The ego itself is beyond form, as undifferentiated awareness, but from the point of view of the mind we should also concern ourselves with the expressive ways through which the ego manifests itself. Paradoxically, we need to pay attention to the ego as if it were a real entity to be perfected.

Just as a carver slowly chisels a piece of wood into a sculpture, so we continually refine the work as we live. When a part of the work is completed we feel a sense of satisfaction but immediately afterwards we continue to work on another aspect of our person. According to evolutionary theory we proceed through an ascending and infinite spiral in the context of a universal process.

In the I Ching it is called "constancy in mutation". The personal mission is therefore fulfilled throughout one's entire existence...

"There is no secret that is not accessible to us - said the poet Christian Morgestein - only that our ability to penetrate it has a graduation: from the stone to the prophet".

In observing ourselves and living without intentionality we arrive at a certain point at the awareness that there is nothing to perfect or change, not because things do not continue to improve or change, but simply because they do so without our intervention, indeed... our apparent intervention is only one way of their evolution.

Paolo D'Arpini - Committee for lay spirituality




Testo Italiano:

Come riconoscere la  propria  missione personale?  Il discorso è da un lato lungo e complesso,  dall'altro invece molto semplice. Non ci si può interrogare sul proprio Dharma, occorre viverlo momento per momento sentendolo dentro di noi, come un'ispirazione. Quindi non ci si può realmente basare sulle indicazioni di libri sacri, sulle divinazioni e  sugli archetipi e sugli elementi  incarnati. Dobbiamo fiutare il vento  e fidarci delle sensazioni e conoscenze ed esperienze personali. Insomma la propria missione  è  assoluto divertimento, senza aspettative di sorta. 

Infatti quando descrivo il "percorso" spirituale laico  o l'indirizzo da seguire in armonia con l'ecologia profonda o con gli aspetti zodiacali incarnati, non do una risposta precisa e definitiva,  utile a "scoprire" la "forma" della persona, poiché quella "persona" in verità incarna tutti gli aspetti possibili ed immaginabili della psiche umana in diverse fasi evolutive.  Di solito per questa mia vaghezza  gli ascoltatori rimangono alquanto meravigliati, e si chiedono "...ma di cosa ha parlato? A chi si riferisce?".  

In fondo  come si può dar forma al nostro "io"?  L'io in se stesso è aldilà della forma, in quanto consapevolezza indifferenziata, ma dal punto di vista della mente dovremmo occuparci anche dei modi espressivi attraverso i quali l'io si manifesta. Paradossalmente occorre prestare attenzione all'io come fosse un ente reale  da perfezionare. 

Come un intagliatore cesella lentamente un pezzo di legno fino ad ottenerne una scultura, così noi perfezioniamo continuamente l'opera mentre viviamo. Quando una parte dell'opera è compiuta si prova un senso di appagamento ma subito dopo si continua a lavorare su un altro aspetto della nostra persona. Secondo la teoria evoluzionista procediamo attraverso una spirale ascendente ed infinita nel contesto di un processo universale.

Nel I Ching è chiamata "costanza nella mutazione". La missione personale quindi si compie durante l'intera esistenza...

"Non c'è segreto che non sia a noi accessibile - diceva il poeta Christian Morgestein - solo che la nostra capacità di penetrarlo ha una graduazione: dalla pietra al profeta".

Nell'osservarsi e nel vivere senza intenzionalità  giungiamo ad un certo punto alla consapevolezza che non c'è nulla da perfezionare o da cambiare, non perché le cose non continuino a perfezionarsi od a cambiarsi, ma semplicemente perché esse così fanno senza il nostro intervento, anzi... il nostro apparente intervento è solo un modo del loro evolversi.  

Paolo D'Arpini - Comitato per la spiritualità laica


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