domenica 21 aprile 2024

Succumb to social and human degradation or be ready to overcome it? - Soccombere al degrado sociale ed umano o essere pronti a superarlo?

 


The various nations of the planet, with the increase in terrorist attacks and conflicts, demonstrate their inability to face the emergency that looms on the horizon, completely lacking "intelligence" and ideas suitable for counteracting the violence and reversals of social and community structures.

Italy is also caught in a warlike drift, following a mathematical escalation that now seems destined to lead to open war, national and supranational political leaders are unsuitable to deal with this "emergency".

Some time ago I predicted that Italy is destined to fragmentation, no more and no less than at the beginning of the late Middle Ages. Small regional powers will replace the state. Powers that will not always be representative of the Italian people. Small independent "duchies" will be formed in a patchy manner as is already happening, for example, in those regions dominated by the mafia, ndrangheta, camorra and other associations. Some cities will be surrounded by new defensive walls, NATO bases will be equipped to protect their territories, etc. etc. in short, Italy will disappear as a sovereign country, becoming a sort of no man's land between Northern Europe, the Islamic and Zionist world, the United States and the new potentates of China and Russia.

Certainly Western countries will have something to regret about their aggressive policy, on the one hand, towards Islamic countries devastated by wars aimed at robbery, and on the other by the total impossibility of implementing "integrative" policies (see for example the dramatic situation in Palestine and Israel's racist policy).

Yet it does not mean that it is impossible to create "integration" and collaboration even between members of different cultures and ethnic groups. We are all human beings and there is no difference between a black, a white and a yellow person, not to mention the religious differences which are simple illusions. The problem arises when a certain community wants to make its "culture" or "religion" or "political idea" or "financial and economic" dominion prevail and tries to impose it in one way or another on others.

I remember, during my travels in Africa or various Asian countries, that if you relate to others on an exclusively human level there is no difficulty in dialogue and sharing emotions and needs. Love is possible when you open up, if you close yourself, selfishness and ignorance overcome.

But what can we do if the opponent who shows that selfishness, be it a very rich banker, an industrialist, a king, a pope, a mullah, or a "poor guy" who tries to make his way in society, grabbing what he can, to at least get the "corporal" stripes? Can we defend ourselves or must we simply succumb, must we turn the other cheek or must we arm ourselves on equal terms? I honestly don't know, I don't have a precise recipe, maybe it depends on the situations and conditions you find yourself in.

Today I was speaking with Caterina, my partner, about the need to maintain a network of symbiotic relationships with our relatives, with the people with whom we share values and intelligence. In fact, this is exactly what is happening in all areas of our human community: the delinquents and the arrogant come together for purposes of power and abuse and the humble and the aware meet their peers, in order not to disperse and to maintain a “human and spiritual” civilization (a civilization of Life in general).

Paolo D'Arpini -  Italian Bioregional Network




Testo Italiano:

Le varie nazioni del pianeta, con l'aumento di  attentati terroristici e conflitti, dimostrano la loro incapacità di affrontare l’emergenza  che si profila all’orizzonte, mancando completamente di “intelligenza” e di idee idonee a contrastare le violenze ed i rovesciamenti delle strutture sociali e comunitarie.

Anche  l’Italia è presa da una deriva guerrafondaia,  seguendo una escalation matematica che ormai  sembra destinata a sfociare in una guerra aperta, i vertici politici nazionali e sovranazionali  risultano inidonei ad affrontare questa “emergenza”.

Tempo fa predissi che l’Italia è destinata alla frammentazione, né più né meno come all’inizio del basso medioevo. Piccoli poteri regionali sostituiranno lo Stato. Poteri che non sempre saranno rappresentativi del popolo italiano. A macchia di leopardo si costituiranno piccoli “ducati” indipendenti come sta già avvenendo, ad esempio, per quelle regioni dominate da mafia, ndrangheta, camorra ed altre associazioni. Alcune città si circonderanno di nuove mura difensive, le basi NATO si attrezzeranno a proteggere i propri territori, etc. etc. insomma l’Italia scomparirà in quanto Paese sovrano divenendo una sorta di terra di nessuno  fra l’Europa del nord,  il mondo islamico e sionista, gli Stati Uniti ed i nuovi potentati  di Cina e Russia.

Certo i Paesi occidentali avranno di che pentirsi della loro politica aggressiva, da un lato, nei confronti dei paesi islamici sconvolti da guerre finalizzate alla rapina, e dall’altro dalla totale impossibilità di attuare politiche “integrative” (vedasi ad esempio la drammatica situazione in Palestina e la politica razzista d'Israele). 

Eppure non è detto che sia impossibile creare una “integrazione” ed una collaborazione anche fra membri di culture ed etnie diverse. Siamo tutti esseri umani e non c’è alcuna differenza fra un nero, un bianco ed un giallo, per non parlare poi delle diversità religiose che sono semplici  illusioni. Il problema subentra quando una certa comunità vuole far prevalere la sua “cultura” o “religione” o “idea politica” o dominio "finanziario ed economico" e cerca di imporla in un modo o nell’altro agli altri. 

Ricordo, durante i miei viaggi in Africa od in vari paesi dell’Asia, che se ci si relaziona su un piano esclusivamente umano con gli altri non c’è nessuna difficoltà a dialogare e condividere emozioni e bisogni. L’amore è possibile quando ci si apre, se ci si chiude vince l’egoismo e l’ignoranza. 

Ma cosa possiamo fare se l’opponente che manifesta quell’egoismo, che sia un banchiere ricchissimo, un industriale, un re, un papa, un mullah, od un “poveretto” che cerca di farsi largo nella società, arraffando quel che può, pur di ottenere almeno i galloni da “caporale”? Possiamo difenderci o dobbiamo semplicemente soccombere, dobbiamo porgere l’altra guancia o dobbiamo armarci ad armi pari? Sinceramente non lo so, non ho una ricetta precisa, forse dipende dalle situazioni e dalle condizioni in cui ci si trova.

Parlavo oggi con Caterina, la mia compagna, della necessità di mantenere una rete di relazioni simbiotiche con i nostri affini, con le persone con le quali condividiamo valori e intelligenza. Di fatto è esattamente quel che sta avvenendo in tutti gli ambiti della nostra comunità umana: i delinquenti e gli arroganti si uniscono per fini di potere e prevaricazione e gli umili ed i consapevoli incontrano i loro simili, al fine di non disperdersi e di mantenere una civiltà “umana e spirituale” (una civiltà della Vita in generale).

Paolo D’Arpini - Rete Bioregionale Italiana

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