Spesso ho affermato che i diversi aspetti psichici da noi incarnati e le energie degli elementi che ci contraddistinguono formano una specie di “griglia” attraverso la quale noi riusciamo a percepire il mondo esterno e le situazioni sulla base della sintonia (od opposizione) incontrata. E' come osservare l'ambiente che ci circonda guardando da una finestra, ciò che vediamo è limitato e circoscritto dalla posizione e dimensione della sua apertura.
Ove questa “griglia”, il nostro modo percettivo, non aderisce con le situazioni e le emozionalità diverse che ci giungono dagli altri automaticamente sentiamo una forma di repulsione. La nostra empatia ed antipatia ed il genere dei rapporti che possono essere instaurati con le persone con le quali veniamo in contatto dipende solo dalla configurazione del filtro interiore delle predisposizioni innate. Ma, allo stesso tempo, la comprensione che ogni aspetto della psiche o dei colori delle energie (elementi) dipende dal movimento nel caleidoscopio della mente di un qualcosa di indifferenziato che è alla radice della mente stessa, è importantissimo per riconoscere la comune matrice.
I diversi aspetti nascono in seguito alla separazione primordiale, Yin e Yang, e dai movimenti (o elementi) consequenziali delle propensioni e dal raggruppamento in cantoni di accettazione e repulsione sulla base dello specifico aspetto da noi incarnato in cui ci riconosciamo.
Le opposizioni sono però solo completamenti della stessa energia archetipale, per cui le incomprensioni e comprensioni sono solo un “modus operandi” della mente ed un modo di riconoscere le affinità o le differenze, il fine della coscienza evoluta è comunque quello di riportare tutto all’unità.
Sperimentare la vita in un corpo materiale, rappresenta, per un essere umano, una continua possibilità di “apprendimento” e di evoluzione. La scelta delle esperienze, ovviamente, non è casuale: ci muoviamo ed agiamo spinti da “forze e pulsioni” che, nella loro complessa varietà di nomi e appellativi, non fanno altro che determinare il “movimento” nella nostra quotidianità. Il movimento rappresenta, sul piano dell’esistenza pura, l’incipit di ogni creazione, il “bisogno” fondamentale del principio ideatore stesso.
Colui che è, in quanto tale, manifesta il suo essere nel movimento e nel conseguente continuo “fluire”, che, a sua volta, genera cambiamenti non immediatamente percepibili dal nostro umano sentire.
Nei rapporti di vario genere che tendiamo a “creare” in questo spazio-tempo scelto per l’esistenza nella quale trova dimora lo spirito che ci anima, spesso siamo soliti usare termini nei quali appare evidente il sentimento del “contrasto”, o per meglio dire, della “in-comprensione”.
Io penso in un modo, lui o lei la pensano in tutt’altra maniera.
Questo è un fenomeno semplice, molto semplice e complesso insieme. Viaggiamo su “frequenze vibrazionali” che non sempre si trovano in sintonia, una specie di “carrello” che, per alcuni è dotato di freni, per altri no! La direzione del carrello è la stessa, ma non la velocità e neanche l’energia impressa nelle ruote. La nostra singola percezione ci permette di intuire questo “meccanismo”, ma i “termini razionali” impressi nella nostra mente, creano la situazione del disagio, del pericolo e quindi assumono posizione di “difesa”, a volte con l’attacco, diretto verso chi la “pensa diversamente da noi”!
In verità, invece, è solo una condizione come tante, uno “status” che sta “percorrendo la sua strada” al di fuori di ogni giudizio e di ogni “etichetta”. Riconoscere la “diversità” è un passaggio importante nella crescita personale, sul piano dell’apertura universale e della fiducia verso noi stessi; accogliere la nostra “percezione” è un atto d’umiltà che rende speciale la visione della Vita.
Paolo D’Arpini e Antonella Pedicelli
English text:
I have often stated that the different psychic aspects we embody and the energies of the elements that distinguish us form a kind of "grid" through which we are able to perceive the external world and situations on the basis of the harmony (or opposition) encountered. It is like observing the environment that surrounds us looking from a window, what we see is limited and circumscribed by the position and size of its opening.
Where this "grid", our way of perception, does not adhere to the different situations and emotions that come to us from others, we automatically feel a form of repulsion. Our empathy and antipathy and the kind of relationships that can be established with the people we come into contact with depends only on the configuration of the inner filter of innate predispositions. But, at the same time, the understanding that every aspect of the psyche or of the colors of the energies (elements) depends on the movement in the kaleidoscope of the mind of something undifferentiated which is at the root of the mind itself, is very important in recognizing the common matrix.
The different aspects arise as a result of the primordial separation, Yin and Yang, and from the consequential movements (or elements) of the propensities and from the grouping into cantons of acceptance and repulsion on the basis of the specific aspect embodied by us in which we recognize ourselves.
The oppositions, however, are only completions of the same archetypal energy, so misunderstandings and understandings are only a "modus operandi" of the mind and a way of recognizing affinities or differences, the purpose of evolved consciousness is however to bring everything back to unit.
Experiencing life in a material body represents, for a human being, a continuous possibility of "learning" and evolution. The choice of experiences, of course, is not accidental: we move and act driven by "forces and impulses" which, in their complex variety of names and appellations, do nothing but determine the "movement" in our daily life. Movement represents, on the level of pure existence, the incipit of every creation, the fundamental "need" of the creator principle itself.
He who is, as such, manifests his being in the movement and in the consequent continuous "flow", which, in turn, generates changes that are not immediately perceptible to our human feeling.
In the various kinds of relationships that we tend to "create" in this space-time chosen for existence in which the spirit that animates us resides, we often use terms in which the feeling of "contrast" is evident, or rather say, of "in-understanding".
I think in one way, he or she thinks in a completely different way.
This is a simple phenomenon, very simple and complex at the same time. We travel on "vibrational frequencies" that are not always in tune, a kind of "trolley" which, for some is equipped with brakes, for others not! The direction of the trolley is the same, but neither the speed nor the energy impressed on the wheels. Our single perception allows us to intuit this "mechanism", but the "rational terms" imprinted in our mind, create the situation of discomfort, danger and therefore assume a position of "defense", sometimes with the attack, directed towards who "thinks differently from us"!
In truth, however, it is just a condition like many others, a "status" that is "going its own way" beyond any judgment and any "label". Recognizing "diversity" is an important step in personal growth, in terms of universal openness and trust in ourselves; welcoming our "perception" is an act of humility that makes the vision of Life special.
Paolo D’Arpini and Antonella Pedicelli
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