sabato 18 gennaio 2025

Self-Knowledge and Lay Spirituality... - Autoconoscenza e Spiritualità Laica...

 


The individual self (ego) arises from the reflection of consciousness in the mirror of the mind. An identifying superimposition with the observed object. The object is the body-mind that reacts in relation (to contact) with other external objects.

The moment that, in self-knowledge, the fictitious identity with the agent disappears, what remains is the pure awareness of the Self. It is therefore not necessary, in order to achieve realization, that the images - the world and the observer - disappear, it is sufficient that the false identity with the reflected object/subject (ego) disappears. This means that the world can easily continue to manifest itself without being perceived as a separate reality, more or less as a dream could be with respect to the dreamer. At this point the Self and its manifestation are seen as the same identical thing while the sense of the separative self (of me and the other) is obliterated. Ultimately, dualism is only ignorance of the self.

The sage observes the actions unfolding without any inclination or intention or judgment in him. Spontaneously everything happens appropriately and consequently to the designated “destiny”. Destiny is the response to the natural interaction (and predisposition) of the various elements involved… Since everything happens automatically there is no “preference” in the actions of the sage. Indeed his very actions are (apparently) intentional only in the eyes of “others”, since for the sage everything happens by itself. Every event experienced simply happens in his presence and he is the silent and detached witness. His action (or state) can be compared to sleepwalking, or to waking sleep.

And also the concept of “destiny” and action has a meaning only in the mind of the observer still identified with the outside, or of an ego that identifies with the agent and his actions. But the moment this identification is destroyed every other related concept disappears.

Wisdom consists in remaining immune from illusion after having understood the truth. The fear of acting and its consequences (karma) remains only in those who see even the slightest difference between themselves and others. As long as the idea exists that the body/mind is the self, one cannot be an expression of truth.

But it is certainly possible for anyone, and in any condition, to know their true nature because it is absolutely true and real, it is unique for everyone. In fact, the state of pure Being is common to all and is the direct experience of each. Living one's true nature is what is meant by self-realization, because the self is present here and now.

The thought of feeling separate is the only obstacle to the realization of the all-pervading and omnipresent Being. And even from an empirical point of view, identifying with the agent (ego) is an impediment to the proper functioning of the psychosomatic apparatus, in the context of global functioning. Therefore, the intellectual acceptance of the truth is already a liberating form from the intentional (rational) propensity to act. What is destined to happen will happen. It is in everyone's experience that pondering the question is a handicap to finding the answer.

Paolo D'Arpini - Committee for Lay Spirituality





Testo Italiano:

L’io individuale (ego) sorge dal riflesso della coscienza nello specchio della mente. Una sovrimposizione identificativa con l’oggetto osservato. L’oggetto è il corpo-mente che reagisce in relazione (al contatto) con gli altri oggetti esterni.

Il momento che, nell’autoconoscenza, l’identità fittizia con l’agente scompare quel che resta è la pura consapevolezza del Sé. Non è perciò necessario, al fine della realizzazione, che le immagini -il mondo e l’osservatore- scompaiano, è sufficiente che la falsa identità con l’oggetto/soggetto riflesso (ego) scompaia. Ciò significa che il mondo può tranquillamente continuare a manifestarsi non essendo percepito come realtà separata, più o meno come potrebbe esserlo un sogno rispetto al sognatore. A questo punto il Sé e la sua manifestazione sono visti come la stessa identica cosa mentre il senso dell’io separativo (del me e dell’altro) viene obliterato. In fondo il dualismo è soltanto ignoranza di sé.

Il saggio osserva le azioni svolgersi senza che vi sia alcuna propensione o intenzione o giudizio in lui. Spontaneamente ogni cosa avviene confacentemente e conseguentemente al “destino” designato. Il destino è la risposta alla naturale interazione (e predisposizione) dei vari elementi coinvolti… Siccome tutto succede automaticamente non vi è alcuna “preferenza” nell’agire del saggio. Anzi il suo stesso agire è (apparentemente) intenzionale solo agli occhi degli “altri”, giacché per il saggio ogni cosa accade di per sé. Ogni evento vissuto accade semplicemente in sua presenza e lui ne è il testimone silenzioso e distaccato. Il suo agire (o stato) può essere paragonato al sonnambulismo, od al sonno da sveglio.

Ed inoltre anche il concetto di “destino” e di azione ha un senso unicamente nella mente dell’osservatore ancora identificato con l’esterno, ovvero di un ego che si identifica con l’agente e con le sue azioni. Ma il momento  che tale identificazione è distrutta ogni altro concetto collegato scompare.

La saggezza consiste nel rimanere immune dalla illusione dopo aver compresa la verità. La paura dell’agire e delle sue conseguenze (karma) permane solo in chi vede la pur minima differenza fra sé e l’altro. Finché esiste l’idea che il corpo/mente è l’io non si può essere espressione di verità.

Ma certamente è possibile per chiunque, ed in ogni condizione, conoscere la propria vera natura poiché essa è assolutamente vera e reale, è l’unicum per ognuno. Infatti lo stato di puro Essere è comune a tutti ed è la diretta esperienza di ciascuno. Vivere la propria vera natura questo si intende per auto-realizzazione, poiché il sé è presente qui ed ora.

Il pensiero di sentirsi separati è il solo ostacolo alla realizzazione dell’Essere onnipervadente ed onnipresente. E pure dal punto di vista empirico identificarsi con l’agente (ego) è un impedimento al buon funzionamento dell’apparato psicosomatico, nel contesto del funzionamento globale . Per cui già l’accettazione intellettuale della verità è una forma liberatoria dalla propensione intenzionale (razionale) ad agire. Ciò che è destinato ad accadere accadrà.  E’ nell’esperienza di ognuno che arrovellarsi nella domanda è un handicap a trovare la risposta.

Paolo D’Arpini - Comitato per la Spiritualità Laica

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