mercoledì 8 gennaio 2025

Buddhism. Freeing oneself from the net of illusion... - Buddismo. Disincagliarsi dalla rete dell'illusione...

 



Addressing a discussion about Buddhism is not like telling a story based on events, miracles and moral injunctions, in reality Buddhism is a disintegrating theory of every structured thought form aimed at obtaining a spiritual or religious purpose. Buddha was born to undermine the spiritual materialism that in his time had reached peaks in India equaled in the West only several hundred years later, with the advent of Catholicism. Therefore it is truly difficult to describe the development of a thought that aims to go beyond every thought, saying what Buddhism is or what it is not is therefore in any case misleading...

But let's start with some historical data. Buddha was born about 2500 years ago in northern India, the son of a small ruler, he at a certain point left the luxury of the palace to try to alleviate his and his fellow men's "suffering of living".

Buddhism is fundamentally a way of life that aims to reduce the suffering caused by emotional and intellectual attachment. According to the Buddhist idea, the ultimate reality cannot be described and a god is not the ultimate reality. Everyone has within themselves the ability to reach awakening. It is therefore a matter of becoming what one already is: "Look inside yourself: you are a Buddha."

There have been many Buddhas and there will be many more. Buddhism does not recognize any authority to ascertain the truth, except the intuition of the individual. At the same time, everyone must suffer the consequences of their actions and draw instruction from them, while helping their fellow men to reach the same liberation.

Buddhist sages serve as examples but are in no way intermediaries between the ultimate reality and the individual. Maximum tolerance is practiced towards every religion and philosophy, because no one has the right to interfere in the journey of his neighbor towards the goal.

Buddhism is a spiritual science and an art of living, reasonable and practical and all-encompassing. It has a fascination for the West because it has no dogma, satisfies both reason and heart, insists on the need to rely on oneself and be tolerant of other people's opinions, embraces science, philosophy, psychology, ethics and art. The Buddhist tradition includes various notions that have no analogue in the philosophical heritage of the West. Modern (quantum) physics is perhaps the place where this encounter is most visible, philosophers of science and physicists have found conceptual and epistemological exchanges with Buddhism potentially valuable, this line of mutual exploration can offer modern science reasons for growth.

Buddhism is not a religion in the strict sense, as it lacks the idea of a god-person and therefore a theology.
Buddhism is based on the belief that suffering and the pain of existence derive from attachment to life and from individual and collective illusion. Desire and suffering are intrinsically connected and Buddhism tends towards the extinction of individuality, the unmasking of the illusory nature.

"Once the vicious circle is broken, freedom from desire is achieved, the river, dried up, flows no more; the wheel, broken, turns no more. This, only this, is the end of pain." (Buddha Sakyamuni, in Udana, VII, 2)
This is truly the most difficult maxim for Westerners. However, if you think about it carefully, how much truth it contains is increasingly evident.

A continuous passing from one object to another, or rather now from a spectral substitute to the next, without respite, "individuals" subject to the object as to a chimera, consumed and annulled in the delirious whirlwind. "Full satisfaction" cannot exist, because nothing and no one can pay for it-buy it. And, on the other hand, it is inconceivable inside the vortex-machine, which turns and lives only on the basis of ever-renewed, inexhaustible dissatisfaction.

According to tradition, the Buddha before dying addressed his followers saying: "Remember, brothers, these words of mine: all composite things are destined to disintegrate! Therefore, diligently implement your own salvation!"

Monks who intend to practice this discipline, in order to achieve salvation, must adhere to the following moral norms: right speech, right action, right behavior. These actions can also be extended to lay people who intend to place tolerance and love as fundamental reasons for their lives. But after having learned the three truths with perseverance and devotion, the fourth truth shows the disciple the path to follow to reach salvation, Nirvana, also through the indications contained in the "Noble Eightfold Path" (see below).

"He who clings to the mind does not see the truth that is beyond the mind. He who strives to practice the Dharma does not find the truth that is beyond practice. To know what is beyond both the mind and practice, one must cut the root of the mind clean and, naked, look; one must abandon all distinctions and remain calm." (Tilopa)

Paolo D'Arpini - Committee for Lay Spirituality





Testo Italiano:


Affrontare un discorso sul  Buddismo  non è come raccontare una storia basata su avvenimenti miracoli e ingiunzioni morali, in realtà il Buddismo  è una teoria disgregativa di ogni forma pensiero strutturata e finalizzata all'ottenimento di uno scopo spirituale o religioso che sia. Buddha nasce per scardinare il materialismo spirituale che  ai suoi tempi aveva raggiunto in India  picchi eguagliati in occidente solo diverse centinaia di anni dopo, con l'avvento del cattolicesimo.  Perciò è veramente arduo descrivere lo svolgimento di un pensiero che  si prefigge di andare oltre ogni pensiero, dire quello che è o quello che non è  il buddismo è perciò in ogni caso fuorviante...

Ma cominciamo da alcuni dati storici. Buddha è nato circa 2500 anni fa nel nord dell'India, figlio di un piccolo regnante, egli ad un certo momento lasciò il lusso della reggia per cercare di alleviare la sua  e dei suoi consimili   "sofferenza del vivere".  


Il buddismo fondamentalmente è una prassi di vita che si prefigge di ridurre la sofferenza dovuta  all'attaccamento emotivo e intellettuale. Secondo l'idea buddista la realtà ultima non si può descrivere e un dio non è la realtà ultima.  Tutti hanno dentro di sé la facoltà di raggiungere il risveglio. Si tratta quindi di diventare quello che già si è: "Guarda dentro di te: tu sei un Buddha."

Ci sono stati molti Buddha e molti ce ne saranno ancora. Il buddismo non riconosce alcuna autorità per accertare il vero, tranne l'intuizione del singolo. Allo stesso tempo ognuno deve subire le conseguenze dei propri atti e trarne ammaestramento, mentre aiuta i propri simili a raggiungere la stessa liberazione.

I saggi buddisti  fungono da esempio ma in nessun modo sono intermediari tra la realtà ultima e l'individuo.  E' praticata la massima tolleranza verso ogni religione e filosofia, perché nessuno ha il diritto di intromettersi nel viaggio del suo prossimo verso la meta.

Il buddismo è  una scienza spirituale e un'arte di vivere, ragionevole e pratica e onnicomprensiva.  Esso esercita un fascino per l'occidente perché non ha dogmi, soddisfa al tempo stesso la ragione e il cuore, insiste sulla necessità di fare affidamento su se stessi e d'essere tolleranti verso le altrui opinioni, abbraccia scienza, filosofia, psicologia, etica e arte.  La tradizione buddista comprende varie nozioni che non hanno analogo nell’eredità filosofica dell’Occidente. La fisica moderna (quantica) è forse il luogo dove questo incontro è più visibile, filosofi della scienza e fisici hanno trovato gli scambi concettuali ed epistemologici con il buddismo potenzialmente preziosi, questa linea di mutua esplorazione  può offrire alla scienza moderna motivi di crescita.

Il buddismo non è una religione in senso stretto, in quanto priva dell'idea di un dio-persona e quindi di una teologia.
Il buddismo si fonda sulla convinzione che la sofferenza e il mal-di-esistere derivano  dall'attaccamento alla vita e dall'illusione individuale e collettiva. Desiderio e sofferenza sono intrinsecamente connessi e il buddismo tende all'estinzione dell'individualità, allo smascheramento della natura illusoria.

"Spezzato il circolo vizioso, conquistata la libertà dal desiderio, la fiumana, prosciugata, non fluisce più; la ruota, infranta, più non rivolve. Questa, solo questa, è la fine del dolore."  (Buddha Sakyamuni, in Udana, VII, 2)
Questa è davvero la massima più ostica per gli occidentali. Però, se ci si pensa bene, quanta verità  racchiude e sempre più evidente.

Un continuo trapassare da un oggetto all’altro, anzi ormai da un sostituto spettrale a uno successivo, senza tregua, “individui” soggetti all’oggetto come a una chimera, consumati e annullati nel mulinello delirante. Il “pieno appagamento” non può esistere, perché niente e nessuno lo può pagare-comprare. E, d’altra parte, è inconcepibile dentro la macchina-vortice, che gira e vive solo in base all’insoddisfazione sempre rinnovata, inesausta. 

Secondo la tradizione il Buddha  prima di morire si rivolse ai suoi fedeli dicendo: "Ricordate o fratelli queste mie parole: tutte le cose composte sono destinate a disintegrarsi! Attuate quindi con diligenza la vostra propria salvezza!"

I monaci che intendono praticare questa disciplina, per raggiungere la salvezza, devono attenersi alle seguenti norme morali: la retta parola, la retta azione, il retto comportamento. Queste azioni possono essere estese anche ai laici che intendono porre, a motivi fondamentali della loro vita, la tolleranza e l’amore. Ma dopo aver appreso le tre verità con costanza e devozione, la quarta verità indica al discepolo la via da seguire per  raggiungere la salvezza, il Nirvana, anche attraverso le indicazioni contenute nel "Nobile ottuplice sentiero" (vedi in calce).

"Chi si aggrappa alla mente non vede la verità che sta oltre la mente. Chi si sforza di praticare il Dharma non trova la verità che è aldilà della pratica. Per conoscere ciò che è aldilà sia della mente che della pratica bisogna tagliare di netto la radice della mente e, nudi, guardare; bisogna abbandonare ogni distinzione e restare tranquilli." (Tilopa)


Paolo D'Arpini - Comitato per la Spiritualità Laica

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