We have been expelled from the earthly paradise, at least that's what the Bible says, but maybe this is just a "religious" tale - maybe even a little pretentious - because we are still on earth and maybe we could immediately find ourselves in that lost paradise the very moment our experience returned to the harmony between nature, animals and human society. First of all, what needs to be rebalanced, obviously, is the relationship between the two genders of our species, the feminine and the masculine...
Yin and Yang, as the Chinese say, are the two interconnected forces, Earth and Sky, that create the world... But now I don't want to talk about Chinese culture, I would just like to delve deeper into the study of the pre-patriarchal period and how it is described by the various researchers who deal with this topic. They are mostly female researchers, obviously, although there is no shortage of “males”…
Now we see that in the matriarchal studies carried out for twenty years by numerous scholars around the world who came together for the first time at the world conference in Brussels in 2003 the issue of matrism and matriarchy is a topic of discussion, with various positions.
Gimbutas used the term matristic to define ancient Neolithic societies, Riane Eisler to solve the problem has even coined a new term, gilania, combining the Greek root of feminine (gyn) and masculine (an) with an ‘l’, a letter that evokes the term link, ‘bond’. Instead, Heide Göttner Abendroth, who we can define as the founder of this current of studies, considers the appropriate word to use matriarchy, and explains it from an etymological point of view not as ‘power of mothers’, but as ‘ancient mothers’, from which the simple evidence that these societies hold the maternal function in high regard as a principle around which society is organized, so that since the mother-child relationship of love and care is the founding aspect of society, the typical hierarchies of patriarchy do not exist.
In matriarchy there is no domination, the central value is respect for life and differences, so there is no disparity between genders. It represents a viable alternative to patriarchy since it has already existed historically, see Riane Eisler’s essay on human history read in terms of a society of dominance and a society of partnership (The chalice and the sword). According to Abendroth, it is important to use the term ‘matriarchy’ also for cultural reasons, since this term has been the object of ruthless censorship by patriarchal culture, therefore it must be defended and supported, rehabilitated, and not masked with neologisms. Therefore, the debate is open”.
In commenting on an opinion I expressed, regarding the creative capacity of women and men who lived in the Neolithic, Mariagrazia Pelaia states: “Art in the Neolithic was part of everyday life, pottery is richly decorated and describes an elegant society that is modeled on the beauty of nature and not only that, because it is also a very abstract, symbolic art and therefore with very refined and complex levels of understanding. Art is an essential component of everyday life, and everyday life has always been the feminine sphere par excellence. The surprising thing about those times is that everyday life was shared equally and considered sacred, and therefore was the common heritage of both sexes. Astrologically, however, the situation is very clear: art is symbolically connected to the feminine planets Moon and Venus. Men must have a very developed feminine side to become artists. And it seems to me that there is no doubt about it. In the patriarchal age, women were relegated to the role of muses, however, signaling a fundamental oddity: why are the guardians and inspirers of the arts women and not men if they are products of male genius?”.
Paolo D’Arpini - Italian Bioregional Network
Testo Italiano:
Dal paradiso terrestre siamo stati scacciati, almeno così dice la Bibbia, forse però questa è solo una favola “religiosa” – magari anche un po’ pretenziosa – poiché sulla terra ci siamo ancora e forse potremmo immediatamente ritrovarci in quel paradiso perduto il momento stesso che la nostra esperienza tornasse all’armonia fra natura, animali e società umana. Prima di tutto quello che è da riequilibrare, ovviamente è il rapporto fra i due generi della nostra specie, il femminile ed il maschile…
Yin e Yang, come dicono i cinesi, sono le due forze interconnesse, Terra e Cielo, che creano il mondo… Ma ora non voglio parlare di cultura cinese, vorrei solo approfondire il discorso sullo studio del periodo pre-patriarcale e di come viene descritto dai vari ricercatori che si occupano di questo tema. Sono soprattutto ricercatori donna, ovviamente, anche se non manca qualche “maschietto”…
Ora vediamo che negli studi matriarcali portati avanti da ormai un ventennio ad opera di numerosi studiosi e studiose nel mondo convenuti per la prima volta al convegno mondiale di Bruxelles nel 2003 la questione matrismo e matriarcato è un tema oggetto di discussione, con varie posizioni.
La Gimbutas utilizzava il termine matristico per definire le antiche società neolitiche, Riane Eisler per risolvere il problema ha coniato addirittura un nuovo termine, gilania, unendo la radice greca di femminile (gyn) e maschile (an) con una ‘l’, lettera che evoca il termine link, ‘legame’. Invece Heide Göttner Abendroth, che possiamo definire la fondatrice di questa corrente di studi, considera la parola adeguata da usare matriarcato, e lo spiega dal punto di vista etimologico non come ‘potere delle madri’, bensì come ‘antiche madri’, da cui la semplice evidenza che queste società tengono in alta considerazione la funzione materna come principio intorno a cui si organizza la società, per cui essendo il rapporto d’amore e di cura madre-figlio l’aspetto fondante della società non esistono le gerarchie tipiche del patriarcato.
Nel matriarcato non c’è il dominio, il valore centrale è il rispetto della vita e delle differenze, per cui non esiste la disparità fra generi. Esso rappresenta un’alternativa praticabile al patriarcato poiché storicamente già esistito, vedi il saggio di Riane Eisler sulla storia umana letta in chiave di società della dominanza e società della partnership (Il calice e la spada). Secondo la Abendroth è importante utilizzare il termine ‘matriarcato’ anche per ragioni culturali, essendo stato tale termine oggetto di spietata censura da parte della cultura patriarcale, quindi va difeso e sostenuto, riabilitato, e non mascherato con neologismi. Dunque, il dibattito è aperto”.
Nel commentare un parere da me espresso, in merito alla capacità creativa delle donne e degli uomini vissuti nel neolitico, Mariagrazia Pelaia afferma: “L’arte nel neolitico faceva parte della vita quotidiana, il vasellame è riccamente decorato e descrive una società elegante che si modella sulla bellezza della natura e non solo, perché è anche un’arte molto astratta, simbolica e quindi con livelli di comprensione molto raffinati e complessi. L’arte è una componente essenziale della quotidianità, e la quotidianità da sempre è l’ambito femminile per eccellenza. La cosa sorprendente di quei tempi è che la quotidianità era condivisa alla pari e considerata sacra, e dunque era patrimonio comune dei due sessi. Astrologicamente invece la situazione è molto chiara: l’arte è simbolicamente connessa ai pianeti femminili Luna e Venere. Gli uomini devono avere una parte femminile molto sviluppata per diventare artisti. E mi pare che non ci siano dubbi al proposito. In età patriarcale le donne sono state relegate al ruolo di muse, segnalando comunque una stranezza di fondo: perché mai le custodi e le ispiratrici delle arti sono donne e non uomini se si tratta di produzioni del genio maschile?”.
Paolo D’Arpini - Rete Bioregionale Italiana
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