Nisargadatta Maharaj, regarding his person said: "I have let my human nature develop, in the way its destiny wants it, I remain as I am." And this was the feeling experienced in front of him, it was observed a man whose behavior was absolutely no different from anyone else, in expressing what he was, without hesitation or adjustments.
Besides, what is there to fix? What can obscure self-awareness once you have that experience? Does that experience perhaps serve to change oneself? Perhaps simply to remind us who we really are: pure awareness. And once we have had that experience, that satori, we should let "human nature develop, the way its destiny wants it".
On the other hand, if it is destiny that wants it, how could we oppose it, we can only worry and reject what we are experiencing. In rejection there is suffering. In acceptance there is peace.
If, following that experience, we say that we cannot observe what we are, it is not correct because we are able to describe what we observe, even if that observation seems tainted with "prejudice", in short, it happens and not because you don't like the view, the film of this existence that we embody.
But things happen, despite everything and beyond our will. Sai Baba of Shirdi said that the only freedom we have is to accept what we are given to experience or reject it, it is from this different attitude that the propensity to experience a new "karma" arises or that allows us to remain detached.
And finally what to choose? There is no scale of values, everything manifests itself at the same time and in the same condition, what we like and what we don't like, what we are in the flesh and what we are in the spirit. Because, as Buddhists say, "the buddha is present in the ten worlds of manifestation, from the underworld to buddhahood".
Is there really a higher self to conquer, a lower self to lose?... In truth, there is nothing that can be "reached" or "lost", not even the identified self which is still an aspect of Reality. Therefore, as the poet said: "love your dream even if it torments you!"
Nisargadatta reports that Siddarameshwar Maharaj, his master, said to him: "You are the absolute, believe my words and act accordingly", I followed his words with faith and perseverance and realized their truth"
The truth is always "lay" and free from any identification or refusal of identification - ...even the great sage Ramana Maharshi remained "lay" throughout his life, he threw away the brahmin cord but never became a monk, Ramana he was a strict non-dualist, who refused to enter any religious order...
Paolo D'Arpini - spiritolaico@gmail.com
Testo Italiano:
Nisargadatta Maharaj, relativamente alla sua persona disse: "Ho lasciato che la mia natura umana si sviluppi, nel modo in cui il suo destino lo vuole, io rimango come sono.”. E questa era la sensazione vissuta di fronte a lui, si osservava un uomo che dal comportamento non differiva assolutamente da chiunque altro nell'esprimere ciò che era, senza remore o aggiustamenti.
D'altronde cosa c'è da aggiustare? Cosa può oscurare la consapevolezza di sé una volta ottenuta quell'esperienza? Quella esperienza serve forse a cambiare se stessi? Forse semplicemente a ricordarci chi siamo veramente: pura consapevolezza. Ed una volta avuta quell'esperienza, quel satori, dovremmo lasciare che "la natura umana si sviluppi, nel modo in cui il suo destino lo vuole".
D'altronde se è il destino a volerlo come potremmo opporci? Possiamo solo arrovellarci e rifiutare ciò che stiamo vivendo. Nel rifiuto c'è sofferenza. Nell'accettazione c'è pace.
Dire di non poter osservare ciò che siamo in seguito a quella esperienza (il satori), non è corretto poiché siamo in grado di descrivere ciò che osserviamo, anche se tale osservazione sembra macchiata di "pregiudizio", insomma succede e non perché non ci piace il panorama, il film di questa esistenza che incarniamo.
Ma le cose succedono, malgrado tutto e aldilà della nostra volontà. Diceva Sai Baba di Shirdi che l'unica libertà che abbiamo è accettare ciò che ci è dato vivere o rifiutarlo: è da questo diverso atteggiamento che sorge la propensione a restare distaccati o a vivere un nuovo karma.
Ed infine cosa scegliere? Non esiste una scala di valori, tutto si manifesta contemporaneamente e nella stessa condizione, quel che ci piace e quel che non ci piace, quel che siamo nella carne e quel che siamo nello spirito. Perché, come dicono i buddhisti "il buddha è presente nei dieci mondi della manifestazione, dagli inferi alla buddhità".
C'è veramente un Io superiore da conquistare, un io inferiore da perdere?... Non c’è nulla in verità che si "raggiunge" o si “perde”, nemmeno l’io individuato che è pur sempre un aspetto della Realtà. Pertanto, come disse il vate: "ama il tuo sogno se pur ti tormenta!"
Nisargadatta riferisce che Siddarameshwar Maharaj, il suo maestro, gli disse: "Tu sei l'assoluto, credi alle mie parole ed agisci di conseguenza", io stetti alle sue parole con fede e perseveranza e realizzai la loro verità.
La verità è sempre "laica" e libera da ogni identificazione o rifiuto dell'identificazione - ...anche il grande saggio Ramana Maharshi restò “laico” per tutta la vita, gettò via il cordone da bramano e non si fece mai monaco, Ramana era uno stretto non dualista, che rifiutò di entrare in un qualsiasi ordine religioso...
Paolo D'Arpini - spiritolaico@gmail.com
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