Plato said that man lives inside a hole. The hole of personal thoughts and projections of him. This description fits very well with the condition of the modern human being. We continue to live in a shell. It is the shell of our personal world, in which everything, even communication, takes place only in virtual form and only through the known. Memory reigns supreme in our ego which interprets the world on the basis of the recognizable and its possible variants. What is defined as I is the character, the 'personality' that dominates in the restricted world of him. How to get out of this shell and go back to pulsating in the great flow of life? How to make this seed sprout from the Earth?
What we call the 'aura' is the visible psychic part denoting the mental condition experienced by the body or person in question. Every living being has an aura and even the Earth as the parent of all beings manifests an aura of her. The aura of the Earth is the set of auras of all beings and the ability to integrate into the vital design. If we consider the condition of psychic experience, we discover that a large number of human beings, animals and plants emit vibrations connected to suffering. The absorption and reconversion capacities in the balance of the great terrestrial aura are severely tested. To reintegrate itself into her whole, the Earth works as the liver of an alcoholic does, it feels the pain of a father or mother who sees their children languish.
Despite the wealth of beneficial gifts offered to everyone's life, the Earth is reflecting the great cataclysm of a humanity that wants to rebel against life. The realignment to the spiritual aura of the Earth, and the spontaneous assistance offered to spiritual transformation, is the duty to which we humans are called. Our society has performed basic acts, qualified in free will, our rebellion is similar to that of an adolescent who, in order to affirm her growth, demonstrates destructiveness towards the family. In the adolescent phase of growth, pimples and buboes are especially evident, which form on the face to symbolize the irrepressible energy that fights against inertia. A 'effort' that is ultimately rewarded by maturation.
However, I believe it is not necessary to make deliberate efforts to achieve growth, this applies to both the spiritual and physical realms of development. It is enough to listen to her messages adhering from time to time to natural impulses. Of course, some things must slowly disappear, such as the immoderate love for chocolate/consumerism or for those emotional illusions that keep us from the worldly. And it is also true that the refusal to grow is strong, and demands strong pledges from the human soul, but in the end one cannot help but let oneself go to life. In the innocence of acknowledging one's condition, loving each other for who we are, very little or nothing, we realize that we have never been out of the great flow of life, that our aura and that of the Earth have always played the kaleidoscope, in perfect unison.
Realizing that we ourselves are the source of this game is the only requirement. But how can the ways of the world be matched to the needs of renewal? Once again Plato comes to our aid when he tells of the seven wise men gathered at Delphos. Those seven wise men perhaps still ask themselves today: "Declaring yourself crazy and acting like wise men? Or declare themselves wise and be taken for fools?” Dear wise ones, the external speculative reaction must not be taken into account in the search for an internal balance. Perhaps stupidity and conflict will continue to manifest around us but what is the use of clinging to it? Growth certainly does not need confirmation and neither does wisdom, this is the reversed message of the story of the seven wise men.
Paolo D'Arpini
Testo Italiano:
Platone diceva che l’uomo vive dentro un buco. Il buco dei suoi pensieri personali e delle sue proiezioni. Questa descrizione si adatta benissimo alla condizione del moderno essere umano. Noi continuiamo a vivere in un guscio. E’ il guscio del nostro mondo personale, in cui tutto, anche la comunicazione, avviene solo in forma virtuale e solo attraverso il conosciuto. La memoria impera sovrana nel nostro io che interpreta il mondo sulla base del riconoscibile e delle sue possibili varianti. Quello che si definisce io è il carattere, la ‘personalità’ che domina nel suo mondo ristretto. Come uscire da questo involucro e tornare a pulsare nel grande flusso della vita? Come far germogliare questo seme dalla Terra?
Quello che noi chiamiamo ‘aura’ è la parte psichica visibile denotante la condizione mentale vissuta dall’ente o dalla persona in esame. Ogni essere vivente è dotato di aura ed anche la Terra in quanto genitrice di tutti gli esseri manifesta una sua aura. L’aura della Terra è l’insieme delle aure di tutti gli esseri e della capacità di integrazione nel disegno vitale. Se noi consideriamo la condizione del vissuto psichico scopriamo che una grande quantità di esseri umani, animali e piante, emettono vibrazioni collegate alla sofferenza. Le capacità di assorbimento e riconversione nell’equilibrio della grande aura terrestre son messe a dura prova. Per reintegrarsi nel suo insieme la Terra lavora come farebbe il fegato di un alcolista, essa prova il dolore di un padre od una madre che vede languire i propri figli.
Malgrado la dovizia di doni benefici offerti alla vita di ognuno la Terra sta riflettendo il grande cataclisma di una umanità che vuole ribellarsi alla vita. Il riallineamento all’aura spirituale della Terra, e l’aiuto spontaneo offerto alla trasformazione spirituale, è il dovere al quale noi umani siamo chiamati. La nostra società ha compiuto atti basilari, qualificati nel libero arbitrio, la nostra ribellione è simile a quella di un adolescente che per affermare la sua crescita dimostra distruttività nei confronti della famiglia. Nella fase adolescenziale di crescita sono evidenti soprattutto i brufoli ed i bubboni, che si formano sul viso a simboleggiare l’energia prorompente che lotta contro l’inerzia. Una ‘fatica’ che infine viene ricompensata dalla maturazione.
Ritengo che non sia però necessario compiere sforzi deliberati per ottenere la crescita, questo vale sia per l’ambito spirituale che in quello fisico dello sviluppo. E’ sufficiente ascoltare i suoi messaggi aderendo di volta in volta alla pulsioni naturali. Certo alcune cose pian piano debbono sparire, come l’amore smodato per la cioccolata/consumismo o per quelle illusioni emotive che ci trattengono al mondano. Ed è anche vero che il rifiuto alla crescita è forte, e pretende forti pegni dall’anima umana, ma alla fine non si può far a meno di lasciarsi andare alla vita. Nell’innocenza del riconoscimento della propria condizione, amandoci per quello che siamo, poco pochissimo o niente, ci accorgiamo di non essere mai stati fuori dal grande flusso della vita, che la nostra aura e quella della Terra hanno sempre giocato al caleidoscopio, in perfetto unisono.
Accorgersi di essere noi stessi la fonte di questo gioco è l’unico requisito richiesto. Ma come si possono far combaciare le vie del mondo alle esigenze della crescita? Ancora una volta ci viene in aiuto Platone che racconta dei sette saggi riuniti a Delfo. Quei sette saggi forse tutt’oggi si interrogano: “Dichiararsi pazzi ed agire da savi? Oppure dichiararsi savi ed essere presi per pazzi?” Cari saggi, non si deve tener conto della reazione speculativa esterna nella ricerca di un equilibrio interno. Forse attorno a noi continueremo a manifestarsi stupidità e conflitto ma a che serve restare avvinghiati a ciò? La crescita non necessita certo di conferma e nemmeno la saggezza, questo è il messaggio rovesciato della storia dei sette saggi.
Paolo D’Arpini
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