Il mio parere sulla reincarnazione? E’ come la ricorrente fioritura e fruttificazione di un albero. I risultati del processo vitale possono variare in seguito alle condizioni ambientali e temporali. La capacità di adattamento e risposta a tali condizioni è insita nella “coscienza” della pianta. Le modificazioni, sia a livello di mutazioni esterne che di adattamenti interni, non sono espressione di “volontà”, quindi non comportano una responsabilità diretta (quale risultato di una “scelta”).
Insomma il risultato è in conseguenza di una serie di fattori congiunti e collegati inestricabilmente gli uni agli altri. Dal punto di vista naturalistico, vediamo che la vita, nella sua assolutezza, è indipendente da ogni descrizione e senso di identificazione delle sue diverse forme e dei singoli processi vitali. Fiori, foglie, corteccia, rami, radici, pioggia, vento, sole, terra… Non si possono imputare separati scopi e ragioni alle parti… Tutto avviene in un contesto inscindibile che possiamo chiamare “Tao” oppure…
Ma ora, per cercare di capire il funzionamento dell’identificazione con i diversi momenti ed aspetti vitali, facciamo un altro esempio, quello del sogno poiché è il più vicino alla similitudine della dimenticanza di noi stessi, in quanto pura coscienza. Infatti quando noi sogniamo vediamo innumerevoli personaggi alcuni in antitesi con altri ma realmente essi sono tutti lo stesso sognatore. In questo sogno -chiamato il divenire- compiamo un percorso, un processo trasmutativo della coscienza individualizzata, che potremmo -da un punto di vista separativo- anche definire trasmigrazione o metempsicosi.
Il motore del samsara (l’illusione del divenire) è il karma -o azione- ma forse sarebbe meglio dire che è la propensione a compiere l’azione… Secondo la teoria “causa effetto”, della reincarnazione, il destino di questa vita (prarabdha) è la maturazione del karma più forte delle vite precedenti, con ciò non esaurendo la possibilità di future nascite con altri karma che abbisognano di una diversa condizione per potersi manifestare. Il modo per creare ulteriore karma viene individuato nell’atteggiamento con il quale viviamo la vita presente, ad esempio se emettiamo pensieri di scontento od eccessivo attaccamento verso gli eventi vissuti.
In se stesso il prarabdha di questa vita non cambia sulla base degli sforzi da noi compiuti mentre lo stiamo vivendo, è come un film che sta tutto nella pellicola, quindi pensare di modificarne il contenuto (una volta iniziata la proiezione) è irreale. Possiamo essere consapevoli ed accettare il film -come attenti spettatori- oppure arrabbiarci e commuoverci al suo scorrimento desiderando di modificarne gli eventi con la mente…. si forma nuovo karma…
Allo stesso tempo dovremmo chiederci: “..a chi appartiene questo karma? Esiste realmente un usufruitore, un io personale responsabile delle azioni che creano il karma?”
Secondo la visione nondualistica l’io è una sorta di miraggio, l’identificazione da parte della coscienza con l’oggetto osservato, un semplice riflesso condizionato, come avviene nell’osservazione della “propria” immagine in uno specchio che la mente riconosce come “se stessa”. Questo è il funzionamento spontaneo della coscienza che si proietta nel “godimento” della manifestazione, nel mondo delle forme e dei nomi.
Quindi cosa è la reincarnazione?
Paolo D’Arpini
Testo inglese
My opinion on reincarnation? It is like the recurrent flowering and fruiting of a tree. The results of the life process may vary due to environmental and temporal conditions. The ability to adapt and respond to these conditions is inherent in the "consciousness" of the plant. The modifications, both at the level of external mutations and internal adaptations, are not an expression of "will", therefore they do not involve direct responsibility (as a result of a "choice").
In short, the result is the consequence of a series of factors joint and inextricably linked to each other. From the naturalistic point of view, we see that life, in its absoluteness, is independent of any description and sense of identification of its different forms and individual life processes. Flowers, leaves, bark, branches, roots, rain, wind, sun, earth ... We cannot attribute separate purposes and reasons to the parts ... Everything happens in an inseparable context that we can call "Tao" or ...
But now, to try to understand the functioning of identification with the different vital moments and aspects, let's take another example, that of the dream since it is the closest to the similarity of forgetting ourselves, as pure consciousness. In fact, when we dream we see countless characters some in antithesis with others but really they are all the same dreamer. In this dream - called becoming - we go through a path, a transmutative process of individualized consciousness, which we could - from a separative point of view - also define transmigration or metempsychosis.
The engine of samsara (the illusion of becoming) is karma - or action - but perhaps it would be better to say that it is the propensity to perform action ... According to the "cause and effect" theory of reincarnation, the destiny of this life ( prarabdha) is the maturation of karma stronger than previous lives, thereby not exhausting the possibility of future births with other karmas that need a different condition to be able to manifest. The way to create further karma is identified in the attitude with which we live the present life, for example if we emit thoughts of discontent or excessive attachment to lived events.
In itself the prarabdha of this life does not change based on the efforts we make while we are living it, it is like a film that is all in the film, so thinking of modifying its content (once the projection has started) is unreal. We can be aware and accept the film - as attentive spectators - or get angry and moved by its flow, wishing to modify its events with the mind…. new karma is formed ...
At the same time we should ask ourselves: “..to whom does this karma belong? Is there really a user, a personal self responsible for the actions that create karma? "
According to the nondualist vision, the ego is a sort of mirage, the identification by the consciousness with the observed object, a simple conditioned reflection, as happens in the observation of "one's" image in a mirror that the mind recognizes as " herself". This is the spontaneous functioning of the conscience that is projected in the "enjoyment" of the manifestation, in the world of forms and names.
So what is reincarnation?
Paolo D’Arpini
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