La scienza comincia ad avvicinarsi sempre più alla filosofia. In effetti il pensiero metafisico e l'analisi del mondo fisico sono due descrizioni che collidono, entrambe attingono alla realtà percepibile per mezzo della coscienza.
Che gli universi fossero continuamente creati e distrutti uno dopo l'altro in una sequenza infinita è la conclusione del pensiero vedico e upanishadico, come pure di quello taoista. Tutto scorre (panta rei) tutto si trasforma tutto si scioglie tutto riprende forma. In continuo evolversi in continua trasformazione.
Come dire che la sostanza primordiale è la stessa mentre gli aspetti manifesti sono diversi. Per comprendere analogicamente questa verità basterà osservare la metamorfosi della vita su questa terra.
Insomma la vita è totalmente varia... Questa varietà è la caratteristica dominante.. che allo stesso tempo evoca l'unitarietà di fondo... Come avviene nell'osservazione delle figure formantesi in un caleidoscopio, gli specchietti e i cristalli sono gli stessi ma le immagini appaiono sempre diverse.
Così eone dopo eone universo dopo universo big bang dopo big bang la vita continua a manifestarsi in una policromia di colori, di forme incommensurabilmente diverse ma attingenti alla stessa matrice: la coscienza. La consapevolezza dell'Uno che si fa molti.
Questa era anche la visione del nostro filosofo e spiritualista laico Giordano Bruno. Egli aveva intuito la vera essenza, la sorgente universale, e la possibilità degli universi continuamente ricreati e paralleli.. Il fuoco d'artificio eternamente manifesto e inestracabilmente congiunto di Spirito e Materia. Che la sua intuizione non fosse stata accolta dai suoi contemporanei, e gli provocò anzi un'atroce morte, dal punto di vista del pensiero astratto e della realtà delle cose ha poca importanza... Ed inoltre, nella percezione dualistica, l'intelligenza ha bisogno della stupidità per risultare evidente.
La verità non può essere raccontata poichè il racconto non è la sostanza.
Ed ora ecco un'altra faccia della medaglia, quella della visione scientistica: Martin Bojowald ha lavorato per sei anni intorno alle complicate equazioni che sorreggono la sua teoria. Oggi finalmente è potuto uscire allo scoperto su Physics Nature per dire che l'universo non è nato con il Big Bang. Quando si verificò il "grande botto" al quale si fa tradizionalmente risalire la creazione del mondo che conosciamo, l'universo esisteva già. Anzi, il Big Bang non fu altro che un "ripiegamento", un "rimbalzo" della materia preesistente.
Uno dei limiti della teoria del Big Bang, descritta matematicamente da Einstein, è che in un dato momento tutta la materia era concentrata in un punto con volume zero e massa ed energia infinite. Secondo le leggi della fisica, impossibile. Ora gli scienziati dell'università di Pennsylvania State University, coordinati da Bojowald, dicono che prima della nascita del nostro universo ce n'era uno simile che però collassava su se stesso. Unendo la teoria della relatività ad equazioni di fisica quantistica, alla Penn State è nato il primo modello che descrive sistematicamente l'esistenza di un universo preesistente al nostro, e che ne calcola alcune caratteristiche.
Secondo il modello (Loop Quantum Gravity, o Lqg), il vecchio universo stava collassando rapidamente, fino a raggiungere uno stato in cui la gravità e l'energia erano così alte (ma non infinite, come sostenuto dalle teorie precedenti) che la repulsione reciproca ha fatto invertire il processo e ha dato vita all'universo in espansione che conosciamo oggi. Per i fisici americani, anche se molto simili fra loro, gli universi "pre" e "post" rimbalzo non erano uguali: le equazioni che li governano infatti hanno almeno una variabile differente, che Bojowald chiama il "fattore di dimenticanza cosmica". Cioè l'assenza di almeno un parametro dell'universo "pre" nell'universo "post". Il che impedisce anche l'infinito replicarsi di universi gemelli. (Fonte: Il Messaggero)
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana
Testo inglese:
Science begins to get closer and closer to philosophy. In fact, metaphysical thinking and the analysis of the physical world are two descriptions that collide, both of which draw on perceivable reality through consciousness.
That universes were continually created and destroyed one after the other in an infinite sequence is the conclusion of Vedic and Upanishadic thought, as well as Taoist thought. Everything flows (panta rei) everything changes everything melts everything takes shape again. Continuously evolving in continuous transformation.
As if to say that the primordial substance is the same while the manifest aspects are different. To understand this truth analogically it will be enough to observe the metamorphosis of life on this earth.
No two snow crystals are alike, no two leaves of the same tree are alike, in an expanse of sand every grain is different, in humanity every man is unique and unrepeatable, even through cloning it has been found that there are differences between the original model and the copy ....
In short, life is totally varied ... This variety is the dominant feature ... which at the same time evokes the underlying unity .... As happens in the observation of the figures forming in a kaleidoscope, the mirrors and the crystals are the same but the images always appear different.
Thus aeon after aeon universe after universe big bang after big bang life continues to manifest itself in a polychromy of colors, of immeasurably different shapes but drawing on the same matrix: consciousness. The awareness of the One that becomes many.
This was also the vision of our lay philosopher and spiritualist Giordano Bruno. He had intuited the true essence, the universal source, and the possibility of continually recreated and parallel universes. The eternally manifest and inextricably linked firework of Spirit and Matter. That his intuition had not been accepted by his contemporaries, and indeed caused him an atrocious death, from the point of view of abstract thought and the reality of things is of little importance ... And furthermore, in the dualistic perception, intelligence has need for stupidity to be evident.
What is true is always true and does not need confirmation ... it is self-existent. As each of us can find in his own identity and sense of being that it does not need to be corroborated by external agents .. on the contrary, external agents are corroborated in their presence and existence by the "noumenon", by the subject!
The truth cannot be told as the story is not the substance.
And now here's another side of the coin, that of the scientistic view: Martin Bojowald worked for six years around the complicated equations that underpin his theory. Today he was finally able to come out in Physics Nature to say that the universe was not born with the Big Bang. When the "big bang" occurred, which is traditionally traced back to the creation of the world we know, the universe already existed. Indeed, the Big Bang was nothing more than a "folding", a "rebound" of the pre-existing matter.
One of the limitations of the Big Bang theory, described mathematically by Einstein, is that at any given moment all matter was concentrated in one point with zero volume and infinite mass and energy. According to the laws of physics, impossible. Now scientists at Pennsylvania State University, led by Bojowald, say that before the birth of our universe there was a similar one but it collapsed on itself. By combining the theory of relativity with equations of quantum physics, the first model was born at Penn State that systematically describes the existence of a universe pre-existing to ours, and which calculates some of its characteristics.
According to the model (Loop Quantum Gravity, or Lqg), the old universe was collapsing rapidly, until it reached a state where gravity and energy were so high (but not infinite, as claimed by previous theories) that mutual repulsion reversed the process and gave birth to the expanding universe we know today. For American physicists, although very similar to each other, the "pre" and "post" rebound universes were not the same: the equations that govern them have at least one different variable, which Bojowald calls the "cosmic forgetfulness factor". That is, the absence of at least one parameter of the "pre" universe in the "post" universe. Which also prevents the infinite replication of twin universes.
Paolo D'Arpini
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