Without paying any attention to it, we live in an artificial world, immersed in a consumerist society and in highly urbanized spaces, we escape from the heat in the summer and from the cold in the winter. Mostly we live in closed "conditioned" environments and we hardly put our nose out if there is a little rain.
Is this the life that we deserve?
Communication between human beings takes place through the codes of language. Each term employed is a symbol, signifying meaning a meaning, and the terms are related by grammatical, syntactic, and cultural rules. But there is also a direct communication, based on natural elements, which takes place by means of messages that are amplified by the senses that vibrate in contact with their external correspondents: the environment, the wind, the heat or the cold, the smells, the flavors… the mystery of the stars or of the dark sky empty of all light. We can live this experience consciously day by day.
For example, if we describe the wind it seems that everything stops at brain work: "Wind is a horizontal or vertical movement of a mass of air due to pressure differences, which in turn are due to an unequal distribution of heat. The air stream moves in the direction that goes from the high pressure area to the low pressure one. But two other forces intervene in the genesis of the wind, one deviant due to the rotation of the Earth and one of friction caused by the roughness of the earth's surface ”.
When we are in nature, in the dark dark night, on the edges of the river and the air pushes us or repels us, enters the clothes and makes us feel its breath, it is not the lexical descriptions that affect us ... the wind speaks to us directly , makes us turn up the collar and reminds us that we are alive!
In short, at the thought of having to face nature in its crudeness it almost seems that through the imagination or the description of possible events we have already solved the problem ... we have prepared ourselves for the "worst" (or the best), but this is not the case since things they happen not as expected, but all different. The quality of presence is sublime.
Life is an eternal beginning. The continuous transformation that the elements undergo can never be considered final and therefore life is without beginning and without end.
Paolo D'Arpini
Testo Italiano:
E' questa la vita che ci compete?
La comunicazione tra esseri umani si svolge attraverso i codici del linguaggio. Ogni termine impiegato è un simbolo, significante che significa un significato, e i termini sono correlati da regole grammaticali, sintattiche, e culturali. Ma esiste anche una comunicazione diretta, basata sugli elementi naturali, che si svolge per mezzo di messaggi che vengono amplificati dai sensi che vibrano al contatto con i loro corrispondenti esterni: l’ambiente, il vento, il caldo od il freddo, gli odori, i sapori… il mistero delle stelle o del cielo cupo e vuoto di ogni luce. Questa esperienza possiamo viverla consapevolmente giorno per giorno.
Ad esempio se descriviamo il vento sembra che tutto si fermi al lavorio cerebrale: “Il vento è un movimento orizzontale o verticale di una massa d’aria dovuto a differenze di pressione, le quali a loro volta sono dovute a una distribuzione ineguale di calore. La corrente d’aria si muove nella direzione che va dalla zona ad alta pressione verso quella a bassa pressione. Ma nella genesi del vento intervengono altre due forze, una deviante dovuta alla rotazione della Terra e una di attrito causata dalle asperità della superficie terrestre”.
Insomma al pensiero di dover affrontare la natura nella sua crudezza sembra quasi che attraverso l’immaginazione o la descrizione dei possibili accadimenti abbiamo già risolto il problema… ci siamo preparati al “peggio” (od al meglio), ma così non è poiché Le cose avvengono non come ci si poteva aspettare avvenissero, ma tutte diverse. La qualità data dalla presenza è sublime.
La vita è un eterno inizio. La continua trasformazione che subiscono gli elementi non può essere mai considerata finale e quindi la vita è senza inizio e senza fine.
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