Until a few days before her "farewell" I had been there with her in Jillellamudi, where there had been great celebrations for the anniversary of her birth (which took place on March 28, 1923) which lasted several days with religious theatrical performances, pujas, bandharas, music, public darshans and continuous mantra recitation, day and night. That was a magical time in which we all felt transported to another dimension, immersed in an out-of-time, among hundreds and hundreds of devotees, accommodated in the best of ways in makeshift shelters like a reunion of members of a large family that meet after so many years away.
That celebration, almost an anticipation-premonition of her Maha Samadhi, lasted a whole month. Those were truly moments full of Grace. I remember that I found myself floating without even having the knowledge of day or night anymore. Maybe I was dreaming, I don't know ... Every evening with Upahar, James, Terry, Susan and other companions we sang for hours, some played the harmonium or the guitar, I the tambourines or the cymbals. Some nights we were singing without realizing it for hours ... Then suddenly it all ended. I realized that something was about to happen but I didn't have the courage to attend the final act. I took my leave of Amma and returned to Italy. After a few days I received a telegram from James, an Englishman permanently resident in Jillellamudi, in which he told me that….
With the exit from the physical plane of my beloved Amma, I was completely orphaned ... but no ... I actually discovered her constant presence within me ... As happens with a physical mother, who is present in us as a genetic heritage, Anasuya is present in me as Spirit and Awareness. Her sublime miracle of her insisting in me is something that cannot be narrated or described ... I can only cry for joy in perceiving her constant and loving presence. Thus her promise was kept and continuity established.
And in truth, anyone of us could say the exact same thing, since we are all forms of the divine, we are the blissful Existence Consciousness Bliss and nothing else.
Allow me to report here some of Anasuya Devi's dialogues, on themes that very often leave the minds of seekers perplexed, touching secret chords of their hearts.
Question: "What do you think about the rebirth of souls, the chain of lives in succession ..?"
Amma: “Well .. if you think there may be a chain of successive lives for the same soul, then you have to admit that the first existence of this chain must have a specific cause. It can only be the cause of the first life that caused all the subsequent ones… So whose original cause is it and where does it arise? I do not mean by what rebirth is impossible I am just saying that it is not something we have created. After all, thinking about it, he who does not believe in rebirth sees death through life, whoever believes in rebirth sees life through death ... (laughter ..) "
Question: "Did any of your disciples go to foreign countries as a missionary, as did Vivekananda (the famous disciple of Ramakrishna of Calcutta)?"
Amma: “I have no disciples (sishya) I have only children (sishu). What they do is determined by the same Shakti (Divine Energy) that carries out the whole creation. This Shakti makes one write a story or make another do other things…. Only one is the force that enables each agent to perform actions. There is no other power than that. "
Question. "Why are there pleasure and pain and all other incompatible qualities?"
Amma: “Day and night are obviously both necessary. In the absence of relativity there could be no creation at all. All the qualities that we embody are already there .. they all stem from that Original Power. They couldn't exist in us if they didn't already exist in That. As happens for a playwright who creates different characters by equipping each one with the necessary characteristics .. (laughter ..) "
Here, my acting brothers, each of us embodies those characteristics necessary to play the specific part that has been granted ... but it is the same playwright who acts, who directs, who switches the lights, who assists as an audience, who applauds and cries and laughs ...
Paolo D’Arpini
Some short poems dedicated to Anasuya Devi
Mother, you are female and I am male
How come that seed of love,
That you have placed in my heart,
Is it sprouting?
You made me fruitful
And I've lost my masculinity ..
… ..
Mother, I wanted to betray you
And I looked for another.
But wherever you looked you were there.
Whoever approached you was that.
How intense is your seduction
that I can no longer find who you are not!
...........
Mother, they tell me unfaithful
Because I love you in all your forms.
How could it be otherwise?
I see you and I recognize you, sly,
behind every tempting smile.
Yet you are not those forms,
you are the one behind the shapes,
and i love you .. and i adore you
............ ..
Mother, what do I have
What can I call mine?
My body is you.
My mind is you.
My soul is you.
So why are you making fun of me
Deluding myself that we're apart?
Durante il periodo della mia crescita spirituale, a causa della mia particolare natura, sentii il bisogno di essere nutrito, curato e seguito e ciò avvenne allorché incontrai la più nobile, la più bella e sapiente e dolce delle madri, la mia adorata madre spirituale Anasuya Devi. L’incontro accadde in modo periglioso ed emozionante nell'autunno del 1975, da allora continuai a frequentarla assiduamente per alcuni anni, stando alla sua presenza, in un continuo andirivieni fra Calcata e Jillellamudi, sino alla sua “dipartita” che avvenne il 12 giugno del 1985.
Fino a pochi giorni prima del suo "addio alla forma" ero stato lì con lei a Jillellamudi, dove si erano tenuti dei grandi festeggiamenti per l'anniversario della sua nascita (avvenuta il 28 marzo 1923) durati parecchi giorni con performaces religiose teatrali, pujas, bandharas, musiche, darshan pubblici e recitazione continue di mantra, giorno e notte. Quello fu un periodo magico in cui ci sentivamo tutti trasportati in un'altra dimensione, immersi in un fuori tempo, tra centinaia e centinaia di devoti, alloggiati alla bene meglio in ripari improvvisati come ad una riunione di una grande famiglia che si ritrova dopo tanti anni di lontananza.
Quella celebrazione, quasi un anticipo-premonizione del suo Maha Samadhi, durò un intero mese. Quelli furono momenti veramente pieni di Grazia. Ricordo che mi trovavo a galleggiare senza nemmeno avere più la cognizione del giorno o della notte. Forse sognavo, non so… Tutte le sere con Upahar, James, Terry, Susan ed altri compagni cantavamo per ore, alcuni suonavano l’harmonium o la chitarra, io i tamburelli od i cembali. Certe notti stavamo a cantare senza accorgercene per ore… Poi improvvisamente tutto finì. Mi resi conto che qualcosa stava per succedere ma non ebbi il coraggio di assistere all’atto finale. Mi congedai da Amma e tornai in Italia. Dopo pochi giorni ricevetti un telegramma di James, un inglese residente stabilmente a Jillellamudi, in cui mi diceva che….
Con l’uscita dal mondo fisico della mia amatissima Amma, rimasi completamente orfano… ma no… scoprii in verità la sua costante presenza dentro di me… Come avviene per la madre fisica, che è presente in noi come patrimonio genetico, Anasuya è presente in me come Spirito e Consapevolezza. Il sublime miracolo del suo insistere in me è qualcosa che non si può narrare né descrivere... posso solo piangere di gioia nel percepirne la costante ed amorevole presenza. In tal modo la sua promessa è stata mantenuta e la continuità stabilita.
Ed in verità chiunque di noi potrebbe dire la stessa identica cosa, poiché noi siamo tutte forme del divino, siamo la beata Esistenza Coscienza Beatitudine e null’altro.
A più riprese cercai di mantenere una memoria della mia frequentazione con Amma, narrando di situazioni e momenti con lei vissuti. Provai anche a trascrivere alcune alcune sue frasi significative. Non che le parole in se stesse siano state importanti… ma le indicazioni implicite, il modo in cui vennero trasmesse, la sensazione vissuta nell’ascoltarle, la meraviglia e il riconoscimento della verità in esse manifesta, sì!
Consentitemi di riportare qui alcuni dialoghi di Anasuya Devi, su temi che molto spesso lasciano perplesse le menti dei cercatori, toccando corde segrete del loro cuore.
Domanda: “Cosa pensi della rinascita delle anime, la catena di vite in successione..?”
Amma: “Beh.. se pensi ci possa essere una catena di vite successive per la stessa anima, in tal caso devi ammettere che la prima esistenza di questa catena deve avere una specifica causa. Può essere solo la causa della prima vita quella che ha causato tutte le successive… Quindi di chi è la causa originaria e da dove sorge? Non voglio dire con ciò che la rinascita è impossibile dico solo che non è una cosa da noi creata. In fondo, pensandoci bene, colui che non crede nella rinascita vede la morte attraverso la vita, chi invece crede nella rinascita vede la vita attraverso la morte… (risate..)”
Domanda: “Qualcuno dei tuoi discepoli è andato in paesi stranieri come missionario, come fece Vivekananda (il famoso discepolo di Ramakrishna di Calcutta)?”
Amma: “Io non ho discepoli (sishya) ho solo figli (sishu). Ciò che essi compiono è determinato dalla stessa Shakti (Energia Divina) che porta avanti l’intera creazione. Questa Shakti fa scrivere ad uno una storia o fa fare altre cose ad un altro…. Una sola è la forza che abilita ogni agente a compiere le azioni. Non esiste altro potere che quello.”
Domanda. “Perché esistono piacere e dolore e tutte le altre qualità incompatibili fra loro?”
Amma: “Giorno e notte sono ovviamente entrambi necessari. In assenza della relatività non potrebbe affatto esserci creazione. Tutte le qualità che noi incarniamo sono già lì.. tutte derivano da quel Potere Originario. Non potrebbero esistere in noi se non esistessero già in Quello. Come succede per un commediografo che crea diversi personaggi dotando ognuno delle caratteristiche necessarie .. (risate..)”
Ecco, miei fratelli di recitazione, ognuno di noi incarna quelle caratteristiche necessarie a svolgere la specifica parte che gli è stata concessa… ma è lo stesso commediografo che recita, che dirige, che passa le luci, che assiste come pubblico, che applaude e piange e ride…
Paolo D’Arpini
P.S. - Il 3 febbraio 2021 ho ricevuto un bel dono dall'amico Sergio De Prophetis di Udine, che stette a Jillelamudi per qualche tempo nel 1983, una foto che ci ritrae assieme seduti all'ingresso del cottage in cui risiedevamo. Avevo allora 39 anni e questa foto è la seconda testimonianza della mia permanenza a Jillelamudi, dove mi recavo anno dopo anno dal 1975 sino al 1995, anche assieme al mio figlio Felix. Poi il corso della mia vita cambiò e interruppi ogni viaggio, non solo in India ma in qualsiasi altro luogo e perlopiù mi limitai a restare a "casa", prima a Calcata e poi a Treia.
Alcune mie brevi poesie dedicate ad Anasuya Devi
Madre, tu sei femmina ed io son maschio
Come mai quel seme d’amore,
Che tu hai posto nel mio cuore,
Sta germogliando?
Mi hai reso fecondo
Ed io ho perso la mascolinità..
…..
Madre, volevo tradirti
Ed ho cercato un’altra.
Ma ovunque guardassi tu eri lì.
Chiunque avvicinassi tu eri quella.
Com’è intensa la tua seduzione
che non posso più trovare chi tu non sia!
………
Madre, mi dicono infedele
Poiché ti amo in tutte le tue forme.
Come potrebbe essere altrimenti?
Ti vedo e ti riconosco, sorniona,
dietro ogni sorriso tentatore.
Eppure tu non sei quelle forme,
tu sei quella che sta dietro le forme,
ed io ti amo.. e ti adoro
…………..
Madre, cosa posseggo io
Che possa chiamare mio?
Il mio corpo sei tu.
La mia mente sei tu.
La mia anima sei tu.
Perché dunque ti prendi gioco di me
Illudendomi che siamo separati?
Ricerca su alcuni miei scritti su Anasuya Devi: https://www.google.com/
Commento di Sergio De Prophetis, ricevuto per via email:
RispondiElimina"A Jllellamudi mi ha portato Paolo (conosciuto in aereo) per incontrare Amma, la matriarca delle altre Amma che apparvero poi in India negli anni 90.
Lì era approdato anche James un inglese che aveva venduto una parte dei suoi beni per costruire un piccolo ospedale nel villaggio. Amma nutriva e basta, non parlava inglese ma voleva che io andassi ogni pomeriggio da lei a cantarle gli inni cristiani, fu uno scambio di Mantra e Veni creator spiritus, ecumenismo inconsapevole. Paolo leggeva ogni giorno le storie dei Santi del Maharashtra in inglese, spronava anche me a leggerli ma a quel tempo ero più interessato alle rotondità fisiche della nostra vicina di stanza californiana che ad emulare le preghiere dei Santi, ahimè..."