lunedì 27 luglio 2020

Matrism and patriarchy in Hindu mythology - Matrismo e patriarcato nella mitologia Indu



Brahma, Vishnu, Shiva ... every Hindu has a favorite divinity, but, of all the gods, the one who gathers most faithful is Ganesh, believed the god of good luck. Son of Shiva and Parvati, god of wisdom, it has the head of an elephant and the human body.

Generally Ganesh is colored red (the color of Shakti), and the Akhu mouse represents his vehicle. Ganesh is invoked for start every business, a journey, a business with the aim of remove any obstacle or impediment. He is the scribe author of the transcription of the Mahabarata and is therefore the patron of writing.


In philosophical terms, the appearance of half-man and half-elephant summarize the metaphysical concept of Tat-twam-asi (meaning You are That, referring to the Absolute): the human body is the personality individual while the pachyderm represents its component cosmological and together come together in one element.


The statue of Ganesh is usually placed at the entrance of the houses and even temples with the aim of protecting but also for making enter, together with the welcome guests, good luck and spirituality.


We should consider the context in which this story and this image of Ganesh was born.


It corresponds to the moment of transition between matrism and patriarchy. Parvati the Mother Goddess, Shiva's bride, had collided because Shiva's Ganas (servants) entered the palace of Kailash looking for her husband without having previously asked for his permission. So she created herself, with her divine energy, a son and gave him the task of looking at the front door of his apartment and not letting anyone enter without his consent. So he did and when the Ganas came, believing that they could enter without any permission, he chased them away. The Ganas complained to Shiva of the fact and Shiva somewhat annoyed by the impudence of this new guardian who did not take into account his position as "host" ordered his army to teach him a good lesson.


But the Ganas were defeated, then Shiva himself went to the head of all his hordes but he too was defeated. Then humiliated he went to ask for help from Vishnu, the protector, and together with him he went with all the armies of the gods to fight against the son of Parvati. Vishnu and Shiva together faced him and while Vishnu threw his disc and the young man deflected it Shiva took the moment of inattention and launched his trident and so beheaded the young man.


Parvati was very disturbed by what happened and closed herself in her rooms refusing to meet Shiva. Thus the end of the world was announced, because Shiva (Consciousness) and Shakti (Energy) must always be united. Shiva finally asked for a fine and Parvati agreed to reconcile with him but demanded that the son come back to life. Shiva accepted saying that in this way he would sanction his paternity, that is, bringing him back to life, and ordered that the head of the first creature encountered by the Ganas be taken.


Out there was the sacred elephant vehicle of Indra (the head of the gods) and his head was cut and placed on the body of the boy who suddenly revived. Obviously Shiva also brought the sacred elephant back to life and then gave the young man, now his son, the command of all his Gana, in fact Ganesh means supreme commander of the Gana.


With this gesture an agreement was found between the matrist and the patriarchy, in fact in India the woman has a position of respect that in other parts of the world she lacks.


Paolo D’Arpini





Testo Italiano

Brahma, Vishnu, Shiva… ogni indù ha una sua divinità preferita, ma,
tra tutti gli dei, quello che raccoglie più fedeli è Ganesh, ritenuto
il dio della buona sorte. Figlio di Shiva e Parvati, dio della
saggezza, ha il capo di un elefante ed il corpo umano.

In genere Ganesh viene colorato di rosso (il colore della Shakti), e
il topolino Akhu ne rappresenta il suo veicolo. Ganesh è invocato per
iniziare ogni impresa, un viaggio, un affare con la finalità di
rimuovere ogni ostacolo o impedimento. È lo scriba autore della
trascrizione del Mahabarata ed è quindi il patrono della scrittura.

In termini filosofici, le sembianze di mezzo-uomo e mezzo-elefante
sintetizzano il concetto metafisico del Tat-twam-asi (che significa Tu
Sei Quello, riferito all’Assoluto): il corpo umano è la personalità
individuale mentre il pachiderma ne rappresenta la componente
cosmologica ed insieme si uniscono in un solo elemento.

La statua di Ganesh viene solitamente posizionata all’entrata delle
case ed anche dei templi con lo scopo di proteggere ma anche per fare
entrare, assieme ai graditi ospiti, la buona sorte e la spiritualità.

Dovremmo considerare il contesto in cui questa storia e questa immagine di Ganesh è nata.

Corrisponde al momento della transizione fra matrismo e patriarcato. Parvati la Dea Madre, sposa di Shiva, si era urtata perché i Gana (servitori) di Shiva entravano nel palazzo di Kailash cercando il suo
sposo senza aver preventivamente chiesto il suo permesso. Perciò creò da se stessa, con la sua energia divina, un figlio e gli diede l’incarico di guardare la porta d’accesso del suo appartamento e di non far entrare alcuno senza il suo consenso. 
Così egli fece e quando vennero i Gana ritenendo che potessero entrare senza alcun permesso lui li scacciò. I Gana si lamentarono con Shiva del fatto e Shiva alquanto scocciato per l’impudenza di questo nuovo guardiano che non teneva conto della sua posizione di “padrone di casa” ordinò al suo esercito di dargli una buona lezione. 

Ma i Gana furono sconfitti, allora Shiva andò lui stesso alla testa di tutte le sue orde ma anch’egli fu sconfitto. Allora umiliato si recò a chiedere aiuto a Vishnu, il protettore, ed assieme a lui si recò con tutti gli eserciti degli dei a combattere contro il figlio di Parvati. Vishnu e Shiva assieme lo affrontarono e mentre Vishnu lanciava il suo disco e il giovane lo deviava Shiva colse l’attimo di disattenzione e lanciò il suo tridente e così decapitò il giovane. 

Parvati fu molto disturbata dal quanto avvenuto e si rinchiuse nelle sue stanze rifiutandosi di incontrare Shiva. Si annunciava così la fine del mondo, perche Shiva (Coscienza) e Shakti (Energia) debbono essere sempre uniti. Shiva infine chiese ammenda e Parvati acconsentì a riappacificarsi con lui ma pretese che il figlio ritornasse in vita. Shiva accettò dicendo che in questo modo avrebbe sancito la sua paternità, riportandolo cioè in vita, e ordinò che venisse presa la testa della prima creatura incontrata dai Gana. 

Lì fuori c’era l’elefante sacro veicolo di Indra (il capo degli dei) e gli fu tagliata la testa e posta sul cadavere del ragazzo che improvvisamente rivisse. Ovviamente Shiva riportò in vita anche l’elefante sacro e poi conferì al giovane, ormai suo figlio, il comando di tutti i suoi Gana, infatti Ganesh significa comandante supremo dei Gana.

Con questo gesto si trovò un accordo fra il matristo ed il patriarcato, infatti in India la donna ha una posizione di rispetto che in altre parti del mondo le manca.

Paolo D’Arpini

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