domenica 31 maggio 2020

"Bioregionalism. General states of ecosophy". A bioregional song to be sung in Tivoli, 20 and 21 June 2020 ... - "Bioregionalismo. Stati generali dell'ecosofia". Un canto bioregionale da cantare a Tivoli, il 20 e 21 giugno 2020...



In anticipation of the meeting of 20 and 21 June 2020, which is held in Tivoli under the title: “Bioregionalism. General states of ecosophy ", my friend Italo Carrarini asked me to express the sense of bioregionalism in a few words. I will say that bioregionalism is the art of knowing how to sing life in harmony with nature. But I must add something to explain conceptually the meaning of this song.

What is meant by "bioregionalism"? This term does not denote an ethnic belonging but the ability to relate to the place where one resides considering it as one's home, as an expansion of oneself. The definition becomes appropriate when you live in harmony with the territory and with the vital elements that compose it. In fact, anyone can be a bioregionalist regardless of their origin if they follow the practice of deep ecology. It is a convergence, an osmosis, which is slowly being created between us and the world in which we are immersed, like water in water. It is a holistic awareness and consequent solidarity action. It is an essential aspect of caring for daily life and of the conscious presence in the place ...

Trying to give an appropriate explanation of the concepts related to neologisms - which: bioregionalism, deep ecology, lay spirituality - we must resort to semantics and glottology, since there is no neologism that does not originate in other similar words. Perhaps it would not even be necessary to find new terms if the original word, possibly combined with an adjective, can make sense of what you want to describe.

For example,  the neologism "bioregionalism" evokes an even more reductive image of the real meaning that is implied by this word. Since the identification of a "bioregional" area does not take into account only the living but the inorganic, morphological, geographic and geological whole of the chosen territory, including - obviously - the botanical and zoological elements that thrive there. In short, the homogeneity of the area  defined as "bioregion" is examined and a slight line of demarcation (non-division) is drawn to identify its "borders". It goes without saying that these boundaries are simply theoretical, since the bioregional organism of the Earth is in truth an indivisible whole. By analogy we could define the bioregions as the organs of the Earth organism.

Going forward. In the original meaning of the word "ecology", compared to its similar "environmentalism" a difference of understanding is already outlined, even if the exact translation of "ecology" is "study of the environment". While in "environmentalism" the criterion of simple conservation is assumed. When the adjective "deep" is added to the term "ecology", there is a tendency to broaden its original meaning by integrating the concept of further research within the environmental structure. In short, you go to discover the substrate and not only observe the surface, the skin of the environment.

The same applies to the word spirituality and its qualification "lay". In this case we try to give a "free" connotation to spirituality commonly understood as an expression of religion. Spirituality is the intelligence consciousness that pervades life, it is its perfume, and it is absolutely not a result of religion, indeed often religion tends to clip and hide this "natural" spirituality present in all things.

I find this discourse on the value of language and the recognition and legitimization of its path in history, extremely cogent and useful to the ecological cause - I say "ecological" because it does not seem to me a diminutive term unless we want to make words a comparison term for our personal ideas - glottology, and above all the ability to evoke concepts through words and to clarify their meaning, has nothing to do - according to me - with the discussions on the goat wool thread, whether or not these themes enter the ecological strand "of the deep". In fact, it cannot be traced back to a "founder" (intended as the inventor of the used neologism) of bioregional practice, deep ecology or lay spirituality. As these terms describe something that has always existed.

Glottology and semantics have a right to enter the ecological discourse, above all to clarify the actions related to ecology, profound ecology, and say anything. However, these evoked concepts are not new to man ... and neologisms are often used, to do a favor for copy right politics, and it is only a concession to "politics", in fact ...


But deep ecology, also called ecosophy, is a fact, a reality, and cannot be described in philosophical terms except by abstracting ourselves from the context of ecology itself. Living in deeds and not loving the dialectical diatribes but loving to say "bread with bread and wine with wine" I must confirm that deep ecology is the sincere and honest practice of living in synergy with all living beings and with the natural environment.

In this "natural" dimension there is no room for preconceived ideologies and therefore precise for the umpteenth time that: the Italian Bioregional Network is for harmonious, loving, kind and supportive living on Earth, and it does not simply represent a "label" .

Paolo D'Arpini

       spiritolaico@gmail.com



Testo italiano:






In previsione dell'incontro del 20 e 21 giugno 2020, che si tiene a Tivoli con il titolo: “Bioregionalismo. Stati generali dell'ecosofia”, l'amico Italo Carrarini mi ha chiesto di esprimere il senso del bioregionalismo in poche parole. Dirò che il bioregionalismo è l'arte di saper cantare la vita in armonia con la natura. Ma qualcosa debbo aggiungere per spiegare concettualmente il significato di questo canto.

 Cosa si intende per “bioregionalismo”? Questo termine non denota una appartenenza etnica bensì la capacità di rapportarsi con il luogo in cui si risiede considerandolo come la propria casa, come una espansione di sé. La definizione diviene appropriata nel momento in cui si vive in sintonia con il territorio e con gli elementi vitali che lo compongono. Infatti chiunque può essere bioregionalista indipendentemente dalla provenienza di origine se segue la pratica dell’ecologia profonda. E’ una convergenza, una osmosi, che si viene pian piano a creare fra noi ed il mondo in cui siamo immersi, come acqua nell’acqua. E’ una presa di coscienza olistica e conseguente azione solidale. E’ un aspetto essenziale della cura per la vita quotidiana e della presenza consapevole nel luogo...

Cercando di dare una spiegazione consona dei concetti relativi ai neologismi -quali: bioregionalismo, ecologia profonda, spiritualità laica- dobbiamo ricorrere alla semantica ed alla glottologia, poiché non esiste neologismo che non trovi origine in altre parole simili. Forse non sarebbe nemmeno necessario trovare nuovi termini se la parola originaria, eventualmente abbinata ad un aggettivo, può dare il senso di quanto si vuole descrivere.

Ad esempio usando il neologismo "bioregionalismo" si evoca un'immagine persino più riduttiva del reale significato che viene sottinteso con questa parola. Poiché nell'individuazione di un ambito "bioregionale" non si tiene conto esclusivamente del vivente bensì dell'insieme inorganico, morfologico, geografico, geologico del territorio prescelto, ivi compresi -ovviamente- gli elementi botanici e zoologici che vi prosperano. Insomma si esamina l'omogeneità dell'area esaminata e definita "bioregione" e lì si traccia una leggera linea di demarcazione (non divisione) per individuarne i "confini". Va da sé che questi confini sono semplicemente teorici, poiché l'organismo bioregionale della Terra è in verità un tutt'uno indivisibile. Potremmo per analogia definire le bioregioni gli organi dell'organismo Terra.

Andando avanti. Nel significato originale della parola "ecologia", rispetto alla sua consimile "ambientalismo" è già delineata una differenza d'intendimento, pur che l'esatta traduzione di "ecologia" è "studio dell'ambiente". Mentre in "ambientalismo" si presume il criterio della semplice conservazione. Allorché si aggiunge al termine "ecologia" l'aggettivo "profonda" ecco che si tende ad ampliarne il significato originario integrandovi il concetto di ulteriore ricerca all'interno della struttura ambientale. Insomma si va a scoprire il substrato e non si osserva solo la superficie, la pelle dell'ambiente.

Lo stesso dicasi per la parola spiritualità e la sua qualificazione "laica". In questo caso si cerca di dare una connotazione "libera" alla spiritualità comunemente intesa come espressione della religione. La spiritualità è l'intelligenza coscienza che pervade la vita, è il suo profumo, e non è assolutamente un risultato della religione, anzi spesso la religione tende a tarpare ed a nascondere questa "naturale" spiritualità presente in tutte le cose.

Trovo questo discorso sul valore del linguaggio e del riconoscimento e legittimazione del suo percorso nella storia, estremamente cogente ed utile alla causa ecologista -ribadisco “ecologista” poiché non mi sembra un termine diminutivo a meno che non vogliamo fare delle parole un termine di paragone per le nostre idee personali- la glottologia, e soprattutto la capacità di evocare concetti attraverso le parole e di chiarirne il significato, non ha nulla a che vedere -secondo me- con le discussioni sul filo di lana caprina, se tali temi entrano o meno nel filone ecologico "del profondo". Infatti non si può risalire ad un "fondatore" (inteso come inventore del neologismo utilizzato) della pratica bioregionale, dell'ecologia profonda o della spiritualità laica. In quanto detti termini descrivono qualcosa che è sempre esistito.

La glottologia e la semantica hanno ben diritto di entrare nel discorso ecologista, soprattutto per chiarire le azioni connesse all’ecologia, ecologia profonda, e dir si voglia.. Pur tuttavia questi concetti evocati non sono nuovi all’uomo… ed i neologismi spesso vengono usati, per fare un favore alla politica del copy right, ed è solo una concessione alla “politica”, appunto…

Ma l'ecologia profonda, definita anche ecosofia,  è un fatto, una realtà, e non può essere descritta in termini filosofici se non astraendoci dal contesto dell’ecologia stessa. Vivendo nei fatti e non amando le diatribe dialettiche ma amando dire “pane al pane e vino al vino” debbo confermarvi che l’ecologia profonda è la pratica sincera ed onesta del vivere in sinergia con tutti i  viventi e con l'ambiente naturale.

In questa dimensione "naturale"  non  c'è spazio per le ideologie precostituite e quindi preciso per l’ennesima volta che: la Rete Bioregionale Italiana è per il vivere armonico, amorevole gentile e solidale sulla Terra, e non rappresenta semplicemente una "etichetta".

Paolo D'Arpini  


sabato 30 maggio 2020

Religious suprematism or lay spirituality ? - Suprematismo religioso o spiritualità laica ?


www.platon.it/religione/wp-content/uploads/2016...

“You have all this garbage in your mind and it must be eliminated. People keep all that trash, they never throw it away. It's like accumulating waste in the house without throwing it away, then they stink and wherever you turn there is waste everywhere ... "(Osho)

We live in an era where fundamentalism and the abuse of social and political approaches based on the most blind fideism are slowly and inexorably affecting the principle of reasonableness and secularism of institutions. We believe it is important, however, to promote the force of reason and a logical and secular approach to social, cultural and political issues.

Despite the alleged secularity proclaimed by the Republic, we continue to witness a ruthless propaganda of religions, this occurs not only in temples, churches and mosques but also through the media, televisions and even on the internet. Here we are not only talking about the various "Radio Maria" or "Prayer of the vespers" but about an interference also in the social and cultural sphere.

The sacraments have become part of customs having taken consumerist ways. And here I am not only talking about weddings with Lucullian meals and hundreds of guests in perfect Mafia style, especially known as the first sacraments, those addressed to young people, have now become a consumer orgy. Baptisms, circumcisions, confirmations, communions, weddings, extreme anointings, etc. all ceremonies that serve to ensnare the people and tie them throughout their lives to a "creed". Certainly not through the reasons of the heart and mind, with ethical and moral discourses and examples, but through intimidation and bad example. There is no shortage of pedophile priests and even evangelizers, ready to instill in the youth the terror of hell, where one does not submit to the sacred laws of God. It is a cruel and vindictive god, the archon accepted by the three religions of Semitic origin, ready more to punish offenders than to reward the righteous.

The first victims of religious propaganda are therefore children, forced by their own parents and social obligations to submit to religious exploitation. Even before he has been able to understand what religion means, an innocent child is forced into a belief, completely unconsciously, and is tied to a faith that does not know and has no age to understand if it is good or bad.

The subtle religious propaganda passes the cheating as an "opportunity", but it is not so: it is instead the foul attempt to trap us, in fact, one at a time in the database of their "fold". The faithful are kept in the yoke through empty rites, making them forget that true spirituality is an internal splendor, a love of life, a search for the extraordinary in the ordinary, the supramundane in the mundane, which takes place through conscious fusion in existence . Genuine spiritual practice is lay and "personal",  and by practice I mean the peculiar approach in which the mind fixes attention on itself, turning it to self-knowledge.

The fideistic pattern of religions, superimposed on the spontaneous revelation of the human in us, continues to blur the simple awareness of existing, of belonging to an inseparable whole of which we are an integral part.

In reality the so-called "monotheistic religions", self-proclaimed paths of salvation, are simply structures of economic and political power that have established themselves over the centuries through countless wars; in three thousand years since they arose there have been five thousand wars. Religious life serves just to fight, to kill, massacre, rape. History is full of murderers called saints, prophets and great men ... The whole story is based on the struggle for the supremacy of monolithic cults (especially Judaism, Christianity and Islam).

Unfortunately in Italy we have not yet reached a liberation from religious dominance ... Indeed the biblical tradition has been replaced by the Christian pre-eminence now threatened by the Muslim one, so we are witnessing a race for hegemony, with the State trying to save goat and cabbage favoring at the same time halal and kosher "parties" (with slaughter of animals without stunning) and Christmas and Easter orgies.

Even before being Jews, Christians or Mohammedans we are "consciousness" but this awareness is so hidden that our intrinsic qualities are submerged by a plethora of ideas, constraints and structures pre-established by various religious beliefs. A fence that prevents expressive freedom in terms of man's natural spirituality.

Paolo D'Arpini

spiritolaico@gmail.com


Testo italiano

“Hai tutta questa immondizia nella mente e deve essere eliminata. La gente continua a tenere tutta quella spazzatura, non la butta mai via. È come accumulare rifiuti in casa senza buttarli, poi puzzano e ovunque ti giri ci sono rifiuti, dappertutto…”  (Osho)

Viviamo in un’epoca in cui l’integralismo e l’abuso di approcci sociali e politici basati sul fideismo più cieco, stanno lentamente e inesorabilmente intaccando il principio di ragionevolezza e la laicità delle istituzioni. Crediamo sia importante, invece, promuovere la forza della ragione e un approccio logico e laico alle questioni sociali, culturali e politiche.    

Malgrado la presunta laicità proclamata della Repubblica continuiamo ad assistere ad una propaganda spietata delle religioni, questo avviene non solo nei templi, nelle chiese e nelle moschee ma anche attraverso i media, le televisioni e persino su internet. Qui non si parla solo delle varie "Radio Maria" o  "Preghiera del vespro" ma di una intromissione anche nell'ambito sociale e culturale. 

I sacramenti sono entrati a far parte delle consuetudini avendo assunto modi consumistici. E qui non parlo solo dei matrimoni con pasti luculliani e centinaia di invitati in perfetto stile mafioso, soprattutto noto come i primi sacramenti, quelli rivolti ai giovani, sono ormai diventati un'orgia consumista. Battesimi, circoncisioni, cresime, comunioni, matrimoni, estreme unzioni,  etc. tutte cerimonie che servono ad irretire il popolo  e legarlo per tutta la vita ad un "credo". Non certo attraverso le ragioni del cuore e della mente, con discorsi ed esempi  etici e morali, bensì attraverso l'intimidazione ed il cattivo esempio.  Preti pedofili non ne mancano  ed evangelizzatori nemmeno, pronti ad instillare nella gioventù  il terrore dell'inferno, ove non ci si assoggetti alle leggi sacre del dio.   Trattasi di un dio crudele e vendicativo, l'arconte accettato dalle tre religioni di origine semitica, pronto più a punire i trasgressori che a premiare i giusti.

Le prime vittime della propaganda religiosa sono dunque i bambini,  obbligati dai loro stessi genitori e dagli obblighi sociali  a sottostare alle strumentalizzazioni religiose. Prima ancora che abbia potuto capire cosa significhi religione, un bambino innocente viene obbligato ad un credo, del tutto inconsapevolmente, e viene legato ad una fede che non conosce e non ha l’età per capire se sia buona o cattiva.

La subdola propaganda religiosa  fa passare l'imbroglio come una “opportunità”,  ma non è così:  è invece il turpe tentativo di intrappolarci, di fatto, uno alla volta nel database del loro "fold".   I fedeli sono mantenuti nel giogo  attraverso vuoti  riti,  facendo loro dimenticare che la vera spiritualità  è uno splendore interno, un amore per la vita, una ricerca dello straordinario nell’ordinario, del sopramondano nel mondano, che avviene  attraverso la fusione consapevole nell'esistenza.  La genuina  pratica spirituale è laica e “personale” e per pratica intendo il peculiare approccio in cui la  mente fissa l’attenzione su se stessa, rivolgendola  all'autoconoscenza. 

Lo schema fideistico delle religioni, sovrimposto alla spontanea rivelazione dell’umano in noi, continua ad offuscare la semplice coscienza di esistere, di appartenere ad un tutto inscindibile di cui siamo parte integrante.    

In realtà le cosiddette "religioni monoteiste", autoproclamatesi sentieri di salvazione, sono semplicemente strutture di potere economico e politico che si sono affermate nei secoli  attraverso innumerevoli guerre; in tremila anni dal che esse sono sorte  ci sono state cinquemila guerre. La vita  religiosa serve giusto a combattere, ad ammazzare, massacrare, violentare. La storia è piena di assassini chiamati santi, profeti e grandi uomini…  Tutta la storia è basata sulla lotta per la supremazia dei culti monolatrici  (soprattutto giudaismo, cristianesimo ed islam).

Purtroppo  in Italia non siamo ancora giunti ad un affrancamento dalla dominanza religiosa… Anzi alla tradizione biblica si è sostituita la preminenza cristiana ora minacciata da quella musulmana, così  assistiamo ad una gara per l'egemonia,  con lo Stato che cerca di salvare capra e cavoli  favorendo allo stesso tempo "feste" halal e kosher (con sgozzamento di animali senza stordimento) ed orgie natalizie e pasquali.  

Prima ancora di essere giudei,  cristiani o maomettani noi siamo “coscienza” ma tale consapevolezza è talmente nascosta che le nostre intrinseche qualità  vengono sommerse da una pletora di idee, costrizioni e strutturazioni precostituite da vari credo religiosi. Un recinto che impedisce la libertà espressiva in termini di spiritualità naturale dell’uomo.  


Paolo D'Arpini

Fede o ragione? | La Porzione

giovedì 21 maggio 2020

Empirical knowledge and self-knowledge - Conoscenza di Sé e conoscenza empirica


Self-Knowledge in Eastern and Western Philosophies

Self-knowledge refers to the realization of one's true nature as "awareness", beyond all identification and dualism. Empirical knowledge is the dual image projected and perceived by the mind through this "awareness". This empirical knowledge is held true upon superficial examination as the result of an understanding. The understanding of empirical knowledge is equivalent to the description of the dream images analyzed during the dream without taking into account "consciousness" as the primary agent. In this case called  "Self".

To better clarify these concepts I would like to make an analogy with the path of deepening self-knowledge in psychological terms. It is clear that psychology can lead us to the climax reached by the mind, and therefore it is not a way that allows you to break into the fullness of the Self, this in a spiritual key defined "Self-realization", in Gnostic terms, or "Dissolution in the One ", in mystical terms.

 The meaning that I give to the word "Self" is that of "absolute intelligence / consciousness", which integrates and transcends the "Id" of transpersonal psychology.

And, following the line of psychoanalytic analysis, we cannot neglect the advanced psychic research, started with Jung, projected in Wilber and Grof's schemes. A synthesis on rarefied thought that reaches the limit of what can be experienced.

In the densest phase there is the Shadow that represents the clear conditions, the pride and the need for success, it pushes towards romantic and idealized love and its counterpart is hatred and feelings of guilt. It follows the level of the Ego which allows an intellectual approach and contributes to verbal communication and linear thinking and on the other hand inhibits spontaneity and equanimous vigilance.

In the sphere of Biosocial culture and civilization develops and the sense of social belonging simultaneously forms the sense of convention and repetitiveness (traditions). On the most subtle plane, the existential, intentionality, faith or religion arise, and at the same time existential anxiety (inability to accept death) and metaphysical unease; here the primary dualism is harshly perceived.

Upon reaching the Transpersonal, a detachment arises, an awareness of the meaning of myths, the vital energy reaches the elevated Centers (chakras or sephirot), recognizing them symbolically, it is at this point that the primordial archetypes and the void at the limit of the mind burst. This state is described by Gurdjeff as "purgatorial negativity", a preliminary condition for the loss of individual fixity and subsequent absorption into the Self.

This awareness-testimony, let's call it "subtle essence", is like an aroma that emanates from matter, from which it is deduced that there can be no separation between matter and spirit, in the same way as there can be no separation between the rose and its perfume. Between humidity and water. Between fire and its ability to burn and emit light and heat. The state of witness is the last limit in front of the abyss of the "Self", which cannot be probed in any way because it itself is the source of all awareness and cannot be split into subject-object.

So, to conclude, we can say that empirical knowledge allows analysis within the confines of the mind and the intelligible, while self-knowledge is the state beyond dualism, without name or form, in which everything appears.

Paolo D'Arpini

Paolo D'Arpini: Costi della politica e costi del Vaticano


Testo italiano

La conoscenza  di Sé è riferita alla realizzazione della propria vera natura in quanto "consapevolezza", al di là di ogni identificazione e dualismo. Conoscenza empirica è l'immagine duale proiettata e percepita dalla mente attraverso tale "consapevolezza". Questa conoscenza empirica è ritenuta vera ad un esame superficiale, in quanto risultato di una comprensione. La comprensione della  conoscenza empirica equivale alla descrizione delle immagini del sogno analizzate durante il sogno senza tener conto della "coscienza" come agente primo. In questo caso  definito il "Sé".

Per chiarire meglio questi concetti vorrei fare un'analogia con il percorso di approfondimento dell'autoconoscenza in termini psicologici. Sia ben chiaro che la psicologia può condurci sino al punto culmine raggiungibile dalla  mente, e quindi non è una via che consente d'irrompere nella pienezza del Sé,  questa in chiave spirituale definita "Autorealizzazione", in termini gnostici,  o "Scioglimento nell'Uno", in termini mistici.

 Il significato che io do alla parola “Sé” è quella  di “assoluta intelligenza/coscienza”,   che integra e trascende  “l’Es” della psicologia transpersonale.

E, seguendo il filone dell’analisi psicoanalitica, non possiamo trascurare la ricerca psichica avanzata, iniziata con Jung, proiettata negli schemi di Wilber e Grof. Una sintesi sul pensiero rarefatto che raggiunge il limite dello sperimentabile.

Nella fase più densa c’è l’Ombra che rappresenta le condizioni palesi, l’orgoglio ed il bisogno di successo, essa spinge verso l’amore romantico ed idealizzato e la sua controparte è l’odio ed i sensi di colpa. Segue il livello dell’Ego che consente un approccio intellettuale e contribuisce alla comunicazione verbale ed al pensiero lineare e per contro inibisce la spontaneità e la vigilanza equanime.

Nella sfera del Biosociale si sviluppa la cultura e la civiltà ed il senso di appartenenza sociale contemporaneamente si forma il senso di convenzione e di ripetitività (le tradizioni). Sul piano più sottile, l’Esistenziale, sorge l’intenzionalità, la fede o religione, e alla stesso tempo l’ansia esistenziale (incapacità di accettare la morte) ed il disagio metafisico; qui si percepisce duramente il dualismo primario.

Giunti al Transpersonale sorge un distacco, una consapevolezza del significato dei miti,  l'energia vitale raggiunge i Centri (chakra o sephirot) elevati, riconoscendoli simbolicamente, è a questo punto che irrompono gli archetipi primordiali ed il vuoto al limite della mente. Questo stato viene descritto da Gurdjeff come “negatività purgatoriale” una condizione preliminare alla perdita della fissità individuale ed al successivo assorbimento nel Sé.

Questa consapevolezza-testimonianza, chiamiamola “essenza sottile”, è come un aroma che emana dalla materia, dal che se ne deduce che non  può esserci separazione fra la materia e lo spirito, allo stesso modo in cui non può esserci separazione fra la rosa ed il suo profumo. Fra l’umidità e l’acqua. Tra il fuoco e la sua capacità di bruciare ed emettere luce e calore. Lo stato di testimonianza è  l'ultimo limite di fronte all'abisso del "Sé", che non può essere sondato in alcun modo perché esso stesso è la fonte di ogni consapevolezza e non può  essere scisso in soggetto-oggetto.

Quindi, per concludere,  possiamo dire che la conoscenza empirica consente l'analisi   entro i confini della mente e dell'intellegibile, mentre la conoscenza di Sé è lo stato aldilà del dualismo, senza nome né forma, in cui tutto appare.

Paolo D'Arpini


martedì 19 maggio 2020

In memory of Hypatia, philosopher and martyr, victim of Christian obscurantism - In memoria di Ipazia, filosofa e martire, vittima dell'oscurantismo cristiano


IPAZIA MUORE Maria Moneti Codignola – INTO THE READ

During the spring of 415 A.D. Hypatia was massacred and her body literally reduced to shreds by a mass of fanatics, each armed with a piece of glass or earthenware, who had to rage on the corpse the sign of faith and submission to the Church. Even today Hypatia is the emblem of freedom of thought and scientific research, of philosophical rationality, of women's independence and emancipation.

We remember Hypatia, symbol of all educated, intelligent and free women ... While the Church declared Saint Cyril, doctor of the Church and bishop, the one who sentenced the scientist and philosopher Hypatia to death, in Alexandria, Egypt. Thus was born the so-called "Christian Middle Ages", characterized by religious obscurantism and misogyny.

That these persecutions against the female world have occurred and continue to occur, as a consequence of the spread of patriarchal monotheistic religions, is not surprising (in minds capable of analytical discrimination). In fact, it is enough to see the repeated professions of hatred expressed by the Jewish god against all the other gods and against other peoples other than his own and one understands what the consequences would have been, increasingly bloody, in the subsequent actions of the sects of biblical inspiration. 

The Jews first, and the Christians after, and finally the Muslims, brought to the extreme consequences that hatred towards the other, dissimilar to oneself, different in thought, or in gender. In fact, these so-called "monotheistic religions" are absolutely not such but simple racist ideologies. Other than "love" ... here love is exercised only towards one's own kit and kin (and the English term was never more appropriate) ".

And from this we understand what Christianity is ... all "saints" even the torturers of the inquisition, the killers of the witches, the pedophiles, the money hoarders of others, the sellers of indulgences, the burners of the heretics, the popes the cardinals i priests the nuns who killed in the convents, in the cathedrals, in the Vatican state ... hypocritical whitewashed tombs who still have the courage to preach the "good" ... to save the people of the "believers" from hell, who themselves created. Amen!

Paolo D'Arpini

Paolo D'Arpini - Circolo vegetariano VV.TT. - Vegetariani ...


Testo Italiano

Durante la primavera del 415 d.C.  Ipazia fu massacrata e il suo corpo ridotto letteralmente a brandelli da una massa di fanatici, ciascuno armato di un pezzo di vetro o coccio, che dovettero infierire sul cadavere il segno di fede e di sottomissione alla Chiesa. Ancora oggi Ipazia è l'emblema della libertà di pensiero e di ricerca scientifica, della razionalità filosofica, della indipendenza ed emancipazione della donna.

Ricordiamo Ipazia, simbolo di tutte le donne colte, intelligenti e libere... 
Mentre la Chiesa ha dichiarato santo  Cirillo, dottore della Chiesa e vescovo, colui che condannò a morte la scienziata e filosofa Ipazia, ad Alessandria d'Egitto. Nasce così il cosiddetto "Medioevo cristiano", caratterizzato dall'oscurantismo religioso e della misoginia. 

Che queste persecuzioni contro il mondo femminile siano avvenute e continuino ad avvenire, in conseguenze del propagarsi delle religioni monoteistiche patriarcali, non desta meraviglia (nelle menti capaci di discriminazione analitica). Infatti basti vedere le ripetute professioni di odio espresse dal dio giudeo contro tutti gli altri dei e contro gli altri popoli che non fossero il suo e si capisce quali sarebbero state le conseguenze, sempre più cruente, nelle successive azioni delle sette di ispirazione biblica. I giudei, prima, ed i cristiani, dopo, e per finire i musulmani, portarono alle estreme conseguenze quell'odio verso l'altro dissimile da sé, diverso nel pensiero, o nel genere. Infatti queste cosiddette "religioni" monoteistiche non sono assolutamente tali ma semplici ideologie razziste. Altro che "amore"... qui l'amore si esercita solo verso i propri kit and kin (e mai termine inglese fu più azzeccato)". 

E da ciò si capisce cosa sia il cristianesimo... tutti santi pure i torturatori dell'inquisizione, gli uccisori delle streghe, i pedofili, gli accaparratori di denaro altrui, i venditori di indulgenze, i bruciatori degli eretici, i papi i cardinali i preti le suore che uccidevano nei conventi, nelle cattedrali, nello stato del vaticano... ipocriti sepolcri imbiancati che ancora hanno il coraggio di predicare  il "bene"... per salvare il popolo dei "credenti"  dall'inferno, che loro stessi hanno creato. Amen!

Paolo D'Arpini

lunedì 18 maggio 2020

The ecological conscience of Paolo D'Arpini - La coscienza ecologica di Paolo D'Arpini


L'ANTI-COMPLEANNO E LA LUNA MANNARA! | Simon & the Stars

Consciousness cannot be explained only in terms of physiological functioning and certainly has its own nature and reality. The observed is never separated from the observer, the image cannot replace substance. Mental identification of forms and names is not enough to complete the picture of life by giving it an entirety. 

Therefore in search of a common matrix, in its own right and at the same time all-encompassing, I asked myself and I investigated the nature of the person who questions himself. I called this to reflect on reflection:  Lay Spirituality.

My path towards the realization of the unity of life began in 1973, during a profound "spiritual" experience obtained in the presence of my Master Swami Muktananda. From that moment I learned to recognize the environment, people, everything that manifests itself in the world, as a projection of the same consciousness. Consciousness and matter are not separate. In view of this, my life took on new meaning and not seeing a division between the self and the other, my actions also conformed to this awareness.

Everything manifests itself in every single part and every part participates in the whole. Later I found that this perception also had a similarity with the descriptions of bioregional feeling and profound ecology. Putting this holistic feeling into practice is the spontaneous result of that initial experience, but it is not a path traced, it is essentially an ability to respond to different situations in the most appropriate way without having to resort to the built based on memory.

Not that memory becomes useless or harmful, indeed it acquires new meaning in consideration of the enrichment it receives with each new experience, without having to submit to the obligation of a payment with previous experiences, so that it is not a trap in which to remain entangled. Recycling of memory is the ability to recover in other forms those ways that served the satisfaction of other and different experiences and situations. Therefore not memory in the repetitiveness of the speech but in the increase of the response capacity. It is useless to try to give detailed explanations ... one could only define it: capacity for growth.

Paolo D'Arpini

Bioregionalismo Treia •: marzo 2019



Testo Italiano

La coscienza non può essere spiegata solo in termini di funzionamento fisiologico e sicuramente  possiede una sua propria natura e realtà. L'osservato non è mai scisso dall'osservatore,  l'immagine non può sostituirsi alla sostanza. L'individuazione mentale delle forme e dei nomi non basta a completare il quadro della vita dandogli un'interezza. Perciò alla ricerca di una matrice comune, a se stante ed allo stesso tempo onnicomprensiva, mi sono interrogato ed ho indagato sulla natura di colui che si interroga. Ho chiamato questo riflettere sulla riflessione: Spiritualità Laica.

Il mio percorso verso la realizzazione dell'unitarietà della vita è iniziato nel 1973, durante una profonda esperienza "spirituale" ottenuta alla presenza del mio Maestro Swami Muktananda. Da quel momento imparai a riconoscere  l'ambiente, le persone, tutto ciò che si manifesta nel mondo, come una proiezione della stessa coscienza. Coscienza e materia non sono separati. In considerazione di ciò la mia vita assunse nuovo significato e non vedendo divisione fra l'io e l'altro anche il mio agire si uniformò a questa consapevolezza.

Tutto si manifesta in ogni singola parte  e ogni parte  compartecipa al tutto. In seguito trovai che questa percezione aveva  una somiglianza anche  con le descrizioni del sentire bioregionale e dell'ecologia profonda. Mettere in pratica questo sentire olistico è lo spontaneo  risultato di quella esperienza iniziale, ma non è un sentiero tracciato, è essenzialmente una capacità di rispondere alle diverse situazioni nel modo più adeguato senza dover ricorrere al costruito basato sulla memoria.

Non che la memoria diventi inutile o dannosa, anzi acquista nuovo significato in considerazione dell'arricchimento che essa ne riceve ad ogni nuova esperienza, senza dover sottostare all'obbligo di una corresponsione con esperienze precedenti, in modo che non sia una trappola nella quale restare invischiati. Il riciclaggio della memoria è la capacità di recuperare in altre forme quei modi che servirono alla soddisfazione di altre e diverse esperienze e situazioni. Non quindi memoria nella ripetitività del discorso ma nell'accrescimento della capacità di risposta. Inutile cercare di dare dettagliate spiegazioni... si potrebbe solo definire: capacità di crescita.

Paolo D'Arpini


sabato 16 maggio 2020

"Creation" is imagination in matter ... - La "creazione" è immaginazione nella materia...



Bioregionalismo Treia •: La "creazione" è immaginazione nella ...

For the purpose of an empirical understanding of the manifestation process, defined from a religious point of view as "creation", I share with you a reflection on verse 6 of Arunachala Ashtaka, by Ramana Maharshi (Talks).

In this verse the small dot = ego is analyzed.

The small dot made up of darkness = the ego consisting of latent tendencies; the observer or subject or ego that arises expands itself in the form of what is seen, the object and the internal organ of perception.

The reflected light operating in the mind must be suffused for this ego to arise. In broad daylight a rope cannot be mistaken for a snake. The rope itself cannot even be seen if there is thick darkness so that there is no possibility of mistaking it for a snake. Only in a weak or soft light can the mistake of exchanging a rope for a snake occur.

The same thing happens for the Pure and Radiant Being who emerges as an ego, this is possible only in a light surrounded by darkness. This darkness is otherwise known as Primitive Ignorance (or Original Sin).

The light that transpires through this ignorance is called "Reflected Light". This Reflected Light is known as Ishwara or God. Indeed, it is known that the manifestation of Ishwara occurs through Maya (its power of Illusion). The other name in which this Power is called is "Pure Mind", or Satva quality, this implies that there is also an "impure mind" and this is represented by the ego, which is a next step in the reflection of the Light of Consciousness. Supreme through Rajas, or active quality of the mind.

Finally, the external or material aspect of the event arises, through the Tamas quality, or inertia, which manifests itself in the form of the internal organs of perception and their external objects.

From the physiological point of view it can be said that this outsourcing process proceeds through the brain. The different states of waking, dream and deep sleep therefore originate from that original ignorance, with the mind turning to the outside (through the projective process of the inner apparatus) experiencing the waking and dream condition and retiring into deep sleep in latency.

All these obviously are only "phenomena" that appear through the Reflected Light on the Substrate of Existence and Absolute Awareness of the self-luminous Self.

So the world cannot be "independent" of its Source, and this is how the One Being becomes many. The Power that manifests this Game of Existence is really great! And the realization of one's original Nature is the joyful purpose of life.

Paolo D'Arpini


Ipotesi creazionista e visione spirituale laica


Testo italiano:

Ai fini di una comprensione empirica del processo manifestativo, definito dal punto di vista religioso "creazione", condivido con voi una riflessione sulla strofa n.6 dell’Arunachala Ashtaka, di Ramana Maharshi (Talks).
In questa strofa si analizza il piccolo punto = ego.
Il piccolo punto composto da tenebre = l’ego che consiste di tendenze latenti; l’osservatore o soggetto o ego che sorge espande se stesso nella forma di ciò che è visto, l’oggetto e l'organo interno di percezione.
La luce riflessa operante nella mente deve essere soffusa affinché tale ego possa sorgere. In pieno giorno una corda non può essere scambiata per un serpente. La corda stessa non può nemmeno essere vista se c’è tenebra fitta così ché non c’è possibilità di scambiarla per un serpente. Solo in una luce  debole o soffusa può  accadere l’errore di scambiare una corda per un serpente.
La stessa cosa avviene per il Puro e Radiante Essere che emerge come ego, ciò è possibile solo in una luce circonfusa da tenebra. Questa tenebra è altrimenti conosciuta come l’Ignoranza Primitiva (o Peccato Originale).
La luce che traspare attraverso questa ignoranza è chiamata “Luce Riflessa”. Tale Luce Riflessa è conosciuta come Ishwara o Dio. Infatti è noto che la manifestazione di Ishwara avviene attraverso Maya (il suo potere di Illusione). L’altro nome in cui tale Potere è chiamato è “Pura Mente”, o qualità Satva, ciò implica che ci sia anche una “mente impura” e questa è rappresentata dall’ego, che è un passo successivo nella riflessione della Luce della Consapevolezza Suprema attraverso la qualità Rajas, od attiva,  della mente.
Infine sorge l’aspetto esteriore o materiale della manifestazione, attraverso la qualità Tamas, o inerzia, che si manifesta in forma degli organi interni di percezione e dei loro oggetti esterni.
Dal punto di vista fisiologico può dirsi che questo processo di esternalizzazione procede attraverso il cervello. I diversi stati di veglia, sogno e sonno profondo hanno quindi origine da quella ignoranza originale, con la mente che si rivolge all’esterno (attraverso il processo proiettivo dell’apparato interiore) sperimentando la condizione di veglia e sogno e ritirandosi nel sonno profondo in stato di latenza.
Tutti questi ovviamente sono solo “fenomeni” che appaiono attraverso la Luce Riflessa sul Substrato dell’Esistenza e Consapevolezza  Assoluta dell’auto-luminoso Sé.
Quindi il mondo non può essere “indipendente” dalla sua Sorgente, ed è così che l’Unico Essere diventa molti. Il Potere che manifesta questo Gioco dell’Esistenza è davvero grande! E la realizzazione della propria originale Natura è lo scopo gioioso della vita.
Paolo D'Arpini 

venerdì 8 maggio 2020

Kali Yuga. Moral and social decay in the male-female relationship - Kali Yuga. Decadenza morale e sociale nel rapporto maschile/femminile



Today we observe that the change in the relationships between male and female can be considered a thermometer to measure the course of the disease in the human species. This disease originated with the advent of the dark era, defined in India as Kali Yuga, which dates back to around 5000 years ago. The beginning of this era, which corresponds to the end of the war described in the Mahabarata, initiated a slow process of degradation which led the egalitarian and sacred society, which had hitherto existed in almost all the known world, to deteriorate under the influence ever more pressing of patriarchy and of the valorisation of the sense of possession.

In Europe that same period, defined as late Neolithic, described in great detail by the scholar and archaeologist Marija Gimbutas ended with the affirmation of male power exercised with violence and with the loss of female freedom (through the purchase of women for the purpose reproductive, wars of raid, perpetuation of patrilinearity, etc.). At the same time, we have news of similar events that also happened in ancient Chinese civilization, where the prevaricatory and controlling model of the female world took over. This moment is also evoked in the Book of Changes in relation to the description of the hexagram "The making of Encounter" in which the female is imagined who spontaneously meets the male and consequently receives a negative judgment. At the same time, in reading the comments, it is clear that this "meeting" represented the previous way of functioning in society. This mutation in the style of intergeneric relationships (man-woman) was considered the beginning of the era of conflict (correct translation of the meaning of Kali Yuga) and closes the previous era of uncertainty (Dvapara Yuga).

Now we must examine how the ancient sages accurately described the characteristics of the current era by evoking a series of events and trends that are easily recognizable in this historical moment. Without wanting to evoke Mayan calendars or other more or less credible apocalyptic descriptions, we report, in any case, some certified historical affirmations, thousands of years old.

"Finding themselves immersed in ignorance, self-confident, considering themselves wise, fools wander one another, bumping each other, like blind people led by a blind man" (Mundaka Upanishad)

"Now in fact it is precisely the Iron Age, nor will men ever cease to suffer the day, for the efforts and miseries, and the night to pining for the serious anxieties that the gods will give them. Neither then the father will be like the children, nor the children to the father, nor the guest will be dear to the guest, the friend to the friend, the brother to the brother as in the past. They will have their parents in contempt, as soon as they begin to grow old, they will insult them with rude words; nor will they, to aged parents, give what is necessary to live, using the right of the fittest; finally they will plunder each other's cities. And then there will no longer be gratitude for the right man, but rather the man who created evil will be held in honor, justice will be in his hands; modesty will no longer exist. The wicked will do harm to the good man, jealousy will be companion to miserable men, lover of evil with an odious appearance ... and there will be no escape from evil "(Hesiod, Works and days).

In the Linga Purana, ancient Shivaita text, the men of Kali Yuga are described as tormented by envy, irritable, sectarian, indifferent to the consequences of their acts. They are threatened by disease, hunger, fear and terrible natural disasters. Their desires are badly oriented, their science is used for evil purposes. They are dishonest.


At this time nobles and farmers are on the decline, while the servile class claims to govern and share knowledge, meals, chairs and beds with the literati. Heads of state are mostly of very low origin. They are dictators and tyrants.

“Fetuses and heroes are killed. Workers want to have intellectual roles. Thieves become kings, virtuous women are rare. Promiscuity spreads. The earth produces almost nothing in certain places and much in others. The powerful take over public goods and cease to protect the people. Scholars of low league are honored and participate in unworthy people the dangerous secrets of science. The masters degrade themselves by selling knowledge. Many find refuge in wandering life.

“Towards the end of the yuga the animals become violent (because exploited nd.r.).

The decent men withdraw from public life. The sacraments and religion are also for sale. The dishonest merchants. More and more people are begging or looking for work. Almost everyone uses vulgar language that does not keep the word given. Prominent individuals without morality preach virtue to others. Censorship reigns ... Criminal associations are formed in the cities. Drinking water will be lacking, as will fruit. Men lose their sense of values. They will have trouble in the belly, and the hair in disorder. Life expectancy will not go beyond adolescence towards the end of the yuga. Thieves will rob thieves. Many will become lethargic and numb, the diseases will be contagious. Mice, snakes and insects will torment men. Hungry and afraid men will find themselves near the Kausichi River.

At the end of this era, practicing misguided rites will spread everywhere in the world. Unqualified people will pass themselves off as experts. Men will kill each other and kill children, women and animals. The wise will be sentenced to death. "

However, still according to the Linga Purana, some men will soon be able to achieve perfection. In a sense, Kali Yuga is a privileged period. The very first men of the previous ages, still nearing the divine, were wise in a society of sages. But the last men, these of the Kali-yuga, approaching annihilation, also approach the principle in which everything returns to its end. In the midst of moral decadence, injustices, wars, social conflicts and the persecution of the feminine, which characterize the end of this yuga, contact with the divine, by descending way, becomes more immediate.

In a society where everything is already perfect, acts are done automatically for the good, while in a degraded society discrimination and courage are needed.

We find descriptions of such an end of an era even in Judeo-Christian apocalyptic texts, including that of St. John, which evidently are inspired by the same ancient sources mentioned above.

In a Shiva Purana, in Rudra Samhita, much earlier than the Christian era, it is said: “The end of the current world will be caused by an underwater fire, born of an explosion similar to that of a volcano, which will consume water that rivers have poured into the ocean. The water will overflow from the ocean and flood the earth. The whole world will be submerged."

We have seen that, among the characteristic phenomena of Kali Yuga we find the emergence of false anthropocentric religions that distance man from his role on Earth and serve as a pretext for his predations, his genocides, and ultimately lead him to collective suicide. The city religions take over the religion of Nature, this is the beginning of the decline, which corresponds to the emergence of monotheistic religions. It was about creating illusory faiths that perverted the true religion of Nature. For example, the creation of these new religions (or ideologies) took place in India in the form of Jainism and Buddhism, in China in the form of Confucianism and in the West as Christianity and in the Middle East as Islamism.

These religions, whatever the character and intentions of the original founders, have essentially become "state" religions, with a moralistic character. They have given way to a centralized patriarchal power to impose an element of unification and control over different populations. Everywhere, these religions, while speaking of love, equality, charity, justice, are indeed pretexts and instruments for cultural and material achievements. The massacre of populations that took place in various parts of the world as religion, is an undeniable historical fact.

The position of women in all these religions is secondary and therefore justifies gender oppression. If and when the sacred feminine and the spirituality of Nature manage to find an autonomous and sincere expressive way in our society, the dark era, and of conflicts, can be considered ended.

Paolo D’Arpini


Riciclaggio della memoria: Kali Yuga - Fine del matriarcato ed ...

Bibliography:

Mahābhārata - Sri Veda Vyasa
I Ching - Book of Changes (AA.VV.)
Shiva and Dionysus, by Alain Danielou
The Language of the Goddess - Marija Gimbutas
Works and days - Hesiod
Shiva Purana, Rudra Samhita, Linga Purana - Ancient Shivaiti texts
Mundaka Upanishad - Vedanta



Testo italiano

Oggi osserviamo che il cambiamento nelle relazioni fra il maschile ed il femminile può essere considerato un termometro per misurare il decorso della malattia nella specie umana. Tale malattia prese origine con l’avvento dell’era oscura, definita in India Kali Yuga, che si fa risalire a circa 5000 anni fa. L’inizio di qust’era, che corrisponde al termine della guerra descritta nel Mahabarata, diede avvio ad un lento processo di degrado che portò la società egualitaria e sacrale, fino allora vigente in quasi tutto il mondo conosciuto, a deteriorarsi sotto l’influsso sempre più pressante del patriarcato e dell’avvalorazione del senso del possesso.
In Europa quello stesso periodo, definito  tardo neolitico, descritto con dovizia di particolari  dalla studiosa ed archeologa Marija  Gimbutas  si concluse con   l’affermarsi del potere maschile esercitato con la violenza e con la perdita della libertà femminile (tramite l’acquisto della donna a scopo riproduttivo, guerre di razzia, perpetuazione della patrilinearità, etc.). Contemporaneamente abbiamo notizia di simili eventi accaduti anche nell’antica civiltà cinese, ove  prese il sopravvento il modello prevaricatorio e controllativo del mondo femminile. Tale momento viene anche evocato nel Libro dei Mutamenti relativamente alla descrizione dell’esagramma “Il farsi Incontro” in cui si immagina il femminile che spontaneamente va incontro al maschile e di conseguenza ne riceve un giudizio negativo. Allo stesso tempo, nella lettura dei commenti, si evince che questo “farsi incontro” rappresentava il modo di funzionamento antecedente nella società. Tale mutazione nello stile dei rapporti intergenerici (uomo-donna) è stato considerato l’inizio dell’era dei conflitti  (traduzione corretta del significato di Kali Yuga) e chiude la precedente era dell’incertezza (Dvapara Yuga).
Ora dobbiamo esaminare come gli antichi saggi accuratamente descrissero le caratteristiche dell’era corrente evocando una serie di avvenimenti e tendenze che sono facilmente riconoscibili in questo momento storico.  Senza voler evocare calendari Maya o altre descrizioni apocalittiche più o meno credibili, riportiamo, in ogni caso, alcune affermazioni storiche certificate, vecchie  di migliaia di anni. 
“Trovandosi immersi nell’ignoranza, sicuri di sé, ritenendosi saggi, gli sciocchi si aggirano urtandosi a vicenda, come ciechi guidati da un cieco” (Mundaka Upanishad)
“Ora difatti è proprio l’età del ferro, né mai gli uomini cesseranno di soffrire il giorno, per le fatiche e le miserie, e la notte di struggersi per le gravi angosce che gli dei gli daranno. Né allora il padre sarà simile ai figli, né i figli al padre, né l’ospite sarà caro all’ospite, l’amico all’amico, il fratell al fratello come nel tempo passato. Essi avranno in dispregio i genitori, appena cominceranno ad invecchiare, li insulteranno con parole villane; né essi, ai genitori invecchiati, daranno il necessario per vivere, usando il diritto del più forte; infine saccheggeranno a vicenda le città. E allora non vi sarà più gratitudine per l’uomo giusto, ma piuttosto si terrà in onore l’uomo artefice di mali, la giustizia sarà nelle sue mani; il pudore non esisterà più. Il malvagio recherà danno all’uomo dabbene, agli uomini miseri sarà compagna la gelosia, amante del male dall’odioso aspetto… e non ci sarà più scampo dal male” (Esiodo, Opere e giorni).
Nel Linga Purana, antico testo Shivaita,  vengono descritti gli uomini del Kali Yuga come tormentati dall’invidia, irritabili, settari, indifferenti alle conseguenze dei loro atti. Sono minacciati da malattie, da fame, da paura e da terribili calamità naturali. I loro desideri sono mal orientati, la loro scienza è usata per fini malefici. Sono disonesti.
In questo tempo sono in declino i nobili e gli agricoltori mentre la classe servile pretende di governare e di condividere con i letterati il sapere, i pasti, le sedie e i letti. I capi di stato sono per lo più di infima origine. Sono dittatori e tiranni.
“Si uccidono i feti e gli eroi. Gli operai vogliono avere ruoli intellettuali. I ladri diventano Re, le donne virtuose sono rare. La promiscuità si diffonde. La terra non produce quasi nulla in certi posti e molto in altri. I potenti si appropriano dei beni pubblici e cessano di proteggere il popolo. Sapienti di bassa lega sono onorati e partecipano a persone indegne i pericolosi segreti delle scienze. I maestri si degradano vendendo il sapere. Molti trovano rifugio nella vita errante.
“Verso la fine dello yuga gli animali diventano violenti (perché sfruttati n.d.r.).
Gli uomini dabbene si ritirano dalla vita pubblica. Anche i sacramenti e la religione sono in vendita. I mercanti disonesti. Sempre più numerose le persone che mendicano o cercano lavoro. Quasi tutti usano un linguaggio volgare e che non tiene fede alla parola data. Individui preminenti senza moralità predicano agli altri la virtù. Regna la censura… Nelle città si formano associazioni criminali. L’acqua potabile mancherà, così pure la frutta. Gli uomini perdereanno il senso dei valori. Avranno mali al ventre, ed  i capelli in disordine. Verso la fine dello yuga l’aspettativa di vita non andrà oltre l’adolescenza,. I ladri deruberanno i ladri. Molti diverranno letargici e intorpiditi, le malattie saranno contagiose. Topi, serpenti e insetti tormenteranno gli uomini. Uomini affamati e impauriti si troveranno nei pressi del fiume Kausichi.
Alla fine di questa era un po’ ovunque nel mondo si diffonderanno i praticanti di riti sviati. Persone non qualificate si spacceranno da esperti. Gli uomini si uccideranno l’un l’altro e uccideranno i bambini, le donne e gli animali. I saggi saranno condannati a morte”.
Tuttavia, ancora secondo il Linga Purana, alcuni uomini potranno raggiungere in breve tempo la perfezione. In un certo senso il Kali Yuga è un periodo privilegiato. I primissimi uomini delle ere antecedenti, ancora prossimi al divino, erano saggi in una società di saggi. Ma gli ultimi uomini, questi del Kali-yuga, avvicinandosi all’annientamento, si avvicinano anche al principio in cui tutto ritorna alla sua fine. In mezzo alla decadenza morale, alle ingiustizie, alle guerre, ai conflitti sociali e alla persecuzione del femmineo, che caratterizzano la fine di questo yuga, il contatto con il divino, per via discendente, diviene più immediato.
In una società dove tutto è già perfetto, gli atti vengono compiuti automaticamente nel bene, mentre in una società degradata occorre discriminazione e coraggio.
Troviamo descrizioni di una tale fine di un’epoca persino in testi apocalittici giudeo-cristiani, compreso quello di S. Giovanni,  che evidentemente si ispirano alle stesse fonti antiche sopra menzionate.
In uno Shiva Purana, nel Rudra Samhita, di molto precedente l’epoca cristiana, viene detto: “La fine del mondo attuale sarà provocata da un fuoco sottomarino, nato da un’esplosione simile a quella di un vulcano, che consumerà l’acqua che i fiumi hanno riversato nell’oceano. L’acqua traboccherà dall’oceano e inonderà la terra. Il mondo intero sarà sommerso”.
Abbiamo visto che, tra i fenomeni caratteristici del Kali Yuga troviamo la comparsa di false religioni antropocentriche che allontanano l’uomo dal suo ruolo sulla Terra e servono di pretesto alle sue predazioni, ai suoi genocidi, e lo portano infine al suicidio collettivo. Le religioni della città prendono il sopravvento sulla religione della Natura, questo è l’inizio della decadenza, che   corrisponde all’affermarsi  delle religioni monoteiste. Si trattava di creare delle fedi illusorie che pervertissero la vera religione della Natura. Ad esempio la creazione di queste nuove religioni (o ideologie) è avvenuta in India nella forma del giainismo e del buddismo, in Cina in forma di confucianesimo e in occidente come cristianesimo e nel medio oriente come islamismo.
Queste religioni, quali che siano stati il carattere e le intenzioni dei fondatori originari, sono diventate essenzialmente religioni “di stato”, a carattere moralistico. Hanno dato modo a un potere patriarcale centralizzato di imporre un elemento di unificazione e controllo su  popolazioni diverse. Ovunque, queste religioni, pur parlando di amore, uguaglianza, carità, giustizia, sono invero pretesto e strumento per conquiste culturali e materiali. Il massacro delle popolazioni avvenuto in varie parti del mondo in mome delle religione, è un dato storico innegabile.
La posizione della donna in tutte queste religioni è secondaria e perciò giustifica l’oppressione di genere. Se e quando il femmineo sacro e la spiritualità della Natura riusciranno a trovare un autonomo e sincero modo espressivo nella nostra società, l’era oscura, e dei conflitti,  potrà considerarsi conclusa.

Paolo D’Arpini

                                                 
Bibliografia:
Mahābhārata – Sri Veda Vyasa
I Ching – Libro dei Mutamenti (AA.VV.)
Shiva e Dioniso, di Alain Danielou
Il Linguaggio della Dea - Marija Gimbutas
Opere e giorni - Esiodo
Shiva Purana, Rudra Samhita, Linga Purana – Antichi testi Shivaiti
Mundaka Upanishad - Vedanta

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