mercoledì 17 luglio 2019

Bioregionalism: "Here we are here and now, on Earth ..." - Bioregionalismo: “Eccoci qui ed ora, sulla Terra…”


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It is thought that a bioregionalist, or a re-habitant of the Earth, is someone with good intentions who retires to live in a lonely valley of Umbria, to then tell stories, dreams of bucolic life rich in images.

The ability to emit thought forms making them visible in the mind of others is a shamanic action. This is also the capacity of the poet, the artist or anyone "renounces" to the analytical logical description by drawing directly on the unconscious.

And it is perfectly true that we must return to the observation of nature, taking up direct contact with everything that lives. Yet the natural Spirit, the "Genius Loci", cannot be described but only experimented, the evocations are symbols from which "it appears" that the place is not different from the self through which it is experienced ... but perhaps this is just my feeling .

However, I believe that bioregional spirituality lies in remaining in that "natural" state in which every difference between the visionary and the visa disappears. And at this point what is the point in continuing to try to describe the indefinable (due to the limitation of the mind)? What "is" is pure and simple conscience, neither person nor place, neither one nor two ... nor zero!

Let us therefore leave dream metaphysics aside and truly speak of the "place" - of the bioregion - in which we find ourselves.

Today, "our" land is polluted and debased in various ways, with the electromagnetic waves passing through the fields, with poisoned dumps, with smelly chimneys from power plants, heavy industries and waste incinerators. In addition to the pesticides used in monocultures, the expropriations of vegetable gardens and countryside to build useless sheds and houses on houses.

Then there are the sewage drains that are not or badly purified of several municipalities, artesian wells not controlled and the continuous pumping of deep waters operated by various bodies and by mineral water concessionaires, which contribute to the impoverishment of underground aquifers and allow pollution to descend more and more down, more and more down!

If we want the fascination of life in this land to have meaning and to be possible even for future generations, the time has come for decisions that cannot be postponed, linked to our diet and habits, the type of consumer goods used, our approach general towards the planet and society of all the living.

The recognition of the value of our habitat, as a source of life, is simply necessary because we are not separated from it, we are not aliens on this earth that we so brutally and stupidly destroy, everything that is done to it is done by ourselves.

And it is not enough to say that "we must reduce consumption and limit energy subjection from non-renewable sources". Ecological economics is not just made of chatter or philosophical speculation. Economy means "to give a name to the environment" and what has a name also has its own reality, its reason for being, and it is alive.

Poetry, magic, hospitality, ethics? We call things by their name...
 
Paolo D’Arpini

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Italian Bioregional Network




Testo italiano

Si pensa che un bioregionalista, ovvero un riabitante della Terra, sia qualcuno animato di buone intenzioni che si ritira a vivere  in un vallone solitario dell’Umbria, per poi raccontare storie, sogni di vita bucolica ricchi di  immagini.

La capacità di emettere forme pensiero rendendole visibili nella mente altrui  è una  azione sciamanica.  Questa è anche la capacità del poeta, dell’artista o di chiunque “rinunci” alla descrizione logico analitica attingendo direttamente all’inconscio.

Ed è perfettamente vero che occorre ritornare all’osservazione della natura, riprendendo un contatto diretto con tutto quel che vive.   Eppure lo Spirito naturale, il “Genius Loci”,  non può essere descritto ma solo sperimentato,  le evocazioni sono simboli da cui “appare” che il luogo non è diverso dal sé attraverso il quale viene sperimentato… ma forse questa  è solo una mia sensazione.

Ritengo comunque che  la  spiritualità bioregionale  risieda nel permanere in quello stato “naturale” in cui ogni differenza fra veggente e visto scompare. Ed a questo punto che senso ha continuare a tentare di descrivere l’indefinibile (a causa della limitazione della mente)? Quel che “è” è pura e semplice coscienza, né persona né luogo, né uno né due … e nemmeno zero!

Lasciamo quindi da parte la metafisica onirica e parliamo veramente del “luogo” -della bioregione-  in cui ci troviamo.

La “nostra” terra viene oggi inquinata e svilita in vari modi, con le onde elettromagnetiche che attraversano i campi, con le discariche avvelenate, con le ciminiere puzzolenti delle  centrali elettriche, delle industrie pesanti e  degli inceneritori per rifiuti.  A cui si aggiungono  i pesticidi usati nelle monoculture, gli espropri di orti e campagne per costruirvi inutili capannoni  e case su case.

Poi ci sono gli scarichi fognari non o mal depurati di parecchi comuni, pozzi artesiani non controllati ed il continuo pompaggio di acque profonde operato da vari enti e dalle concessionarie di acque minerali, che contribuiscono ad impoverire le falde sotterranee e consentono all’inquinamento di scendere sempre più giù, sempre più giù!

Se vogliamo che il fascino della vita in questa Terra  abbia un senso e sia possibile anche per le generazioni future è giunto ora il tempo di scelte improcrastinabili, legate alla nostra alimentazione ed alle nostre  abitudini, al tipo di beni di consumo utilizzati, al nostro approccio generale nei confronti del pianeta e della società di tutti i viventi.

Il riconoscimento del valore del nostro habitat, in quanto fonte di vita, è semplicemente necessario poiché noi non siamo separati da esso, non siamo alieni su questa terra che così brutalmente e stupidamente distruggiamo, tutto ciò che vien fatto di male ad essa lo facciamo a noi stessi.

E non basta dirlo che “dobbiamo diminuire i consumi e limitare la sudditanza energetica da fonti non rinnovabili”. Economia ecologica  non è  fatta solo  di chiacchiere o speculazioni filosofiche. Economia significa “dare un nome all’ambiente” e ciò che ha un nome ha pure una sua realtà, una sua ragione d’essere, ed è vivo.

Poesia, magia, accoglienza, etica? Chiamiamo le cose con il loro nome…

Paolo D’Arpini
Rete Bioregionale Italiana

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