"Oh Sad Guru who resides in us in the form of Knowledge and illuminate every step of our life, how crazy we have been to seek you out of us, knocking door to door and gathering only dust ... You are Consciousness, eternal, beyond space and time ..." (Sadguru Ki Arati)
The Sad Guru, the true master, is the manifestation of Existence-Consciousness, present in each of us. His name is Shiva, which means "auspicious". To recognize in ourselves the constant presence of Shiva, absolute awareness, there is no need to perform rituals or perform formal actions, the self-investigation of our true nature will suffice.
A form of self-inquiry, recognized as valid by all the great masters, is the evocation of one's own primordial nature, the existence-consciousness, through the repetition of the mantra dedicated to Shiva. Om Namah Shivaya is such a mantra, whose meaning is "I honor Shiva who is in me".
The repetition of the mantra is the best way I know to keep the mind at bay, even if it seems that the mind is overwhelmed by thoughts, the repetition of the mantra, even if in the background, is a positive antidote. The repetition of the mantra received by the Master is trust, prayer and adherence to the Self. Concentrating on the mantra, even with effort, is like taking a thorn off using another thorn, the pain of the operation remains but the attempt helps the mind to remain stable in the intended purpose.
It is necessary to know that there are so many propensities accumulated in the mind that they cannot be driven out with a single act of empire ... Indeed the will itself is sometimes an impediment to peace, for this it is necessary to "cling" to the mantra as we would do with a life preserver a stormy sea, with no other reason than to stay afloat. Once you reach the shore the lifebuoy will no longer be necessary ...
Remembering one's true identity, before identifying with the form-name with which we are known and known ouselves, is something that cannot be remembered through deliberate efforts. It is necessary to empty the mind of all conceptualization. As is the case in Zen with the repetition of a koan received from the master, in the same way the repetition of the mantra Om Namah Shivaya helps to bring the mind back to that state of "emptiness" through which awakening to the Self is reached. The Zen's invitation to know one's face before having a face is the same thing as knowing our name before having a name. This is why the mantra has such great strength, when OM NAMAH SHIVAYA is repeated, the most intimate name is evoked, the name of the Self.
Paolo D'Arpini
Testo italiano:
“Oh Sad Guru che risiedi in noi nella forma di Conoscenza ed illumini ogni passo della nostra vita, quanto pazzi siamo stati a cercarti fuori di noi, bussando porta a porta e raccogliendo solo polvere… Tu sei Coscienza, eterna, aldilà dello spazio e del tempo..” (Sadguru Ki Arati)
Il Sad Guru, il vero maestro, è la manifestazione della Esistenza-Coscienza, presente in ognuno di noi. Il suo nome è Shiva, che significa "di buon auspicio". Per riconoscere in noi stessi la costante presenza di Shiva, l'assoluta consapevolezza, non c’è bisogno di eseguire riti o compiere azioni formali, sarà sufficiente l'auto-indagine sulla nostra vera natura.
Una forma di auto-indagine, riconosciuta valida da tutti i grandi maestri, è l'evocazione della propria natura primordiale, l'esistenza-coscienza, per mezzo della ripetizione del mantra dedicato a Shiva. Om Namah Shivaya è tale mantra, il cui significato è "onoro Shiva che è in me".
La ripetizione del mantra è il modo migliore che io conosca per tenere a bada la mente, anche se sembra che la mente venga sopraffatta dai pensieri la ripetizione del mantra, sia pure in sottofondo, è un antidoto positivo. La ripetizione del mantra ricevuto dal Maestro è fiducia, preghiera e adesione al Sé. Concentrarsi sul mantra, anche con sforzo, è come togliersi una spina usando un'altra spina, il dolore per l'operazione rimane ma il tentativo aiuta la mente a mantenersi stabile nello scopo prefisso.
Bisogna sapere che esistono così tante propensioni accumulate nella mente che non possono essere scacciate con un solo atto d'imperio... Anzi la volontà stessa talvolta è un impedimento alla pace, per questo occorre "aggrapparsi" al mantra come faremmo con un salvagente in un mare in tempesta, senza altra motivazione che quella di restare a galla. Una volta raggiunta la riva il salvagente non sarà più necessario...
Ricordarsi del propria vera identità, prima dell'identificazione con il nome-forma con il quale siamo conosciuti e ci conosciamo, è qualcosa che non può essere riportato alla memoria attraverso sforzi deliberati. Occorre svuotare la mente da ogni concettualizzazione. Come ad esempio avviene nello zen con la ripetizione di un koan ricevuto dal maestro, allo stesso modo la ripetizione del mantra Om Namah Shivaya aiuta a riportare la mente in quello stato di "vuoto" attraverso il quale si raggiunge il risveglio a se stessi. L'invito dello zen a conoscere il proprio volto prima di avere un volto è Ia stessa cosa di conoscere il nostro nome prima di avere un nome. E' per questo che il mantra ha una così grande forza, quando si ripete OM NAMAH SHIVAYA si evoca il nome più intimo, il nome del Sé.
Paolo D'Arpini
Ricordarsi del propria vera identità, prima dell'identificazione con il nome-forma con il quale siamo conosciuti e ci conosciamo, è qualcosa che non può essere riportato alla memoria attraverso sforzi deliberati. Occorre svuotare la mente da ogni concettualizzazione. Come ad esempio avviene nello zen con la ripetizione di un koan ricevuto dal maestro, allo stesso modo la ripetizione del mantra Om Namah Shivaya aiuta a riportare la mente in quello stato di "vuoto" attraverso il quale si raggiunge il risveglio a se stessi. L'invito dello zen a conoscere il proprio volto prima di avere un volto è Ia stessa cosa di conoscere il nostro nome prima di avere un nome. E' per questo che il mantra ha una così grande forza, quando si ripete OM NAMAH SHIVAYA si evoca il nome più intimo, il nome del Sé.
Paolo D'Arpini
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