sabato 10 febbraio 2024

Going beyond religions... in due time... - Andare oltre le religioni... a tempo dovuto...



To dot the i's in the discussion on religions: perhaps the most important fact to keep in mind is that there is no doubt that to every spiritual teaching or almost every spiritual teaching there is an exoteric, ceremonial, doctrinal, dogmatic aspect, based on completely fideistic criteria , what the masses follow.

But there is, more important and substantial, the esoteric aspect, which corresponds to the profound meaning of the teachings; and it, the heart of every spirituality, necessarily manifests itself in different ways in accordance with local cultures and the developments and mentalities of a given people, without falling into contradiction in its various aspects.

To explain this universality of meaning, and at the same time to restore an identity and a superior connotation to the various expressions of spiritual currents (better than religions) then it can be hypothesized that in formal, exoteric religions there is ample room for deception and manipulation, while on the esoteric side we find the root of truthful teachings that remain intact, untouched by the interventions of non-experts, because they belong to a plane that goes beyond the purely human or psychic sphere.

Then it all boils down to a difference in perception of the same thing.

In other words, the obtuse, the indifferent, the conformists, the herd, will only follow the external aspects of a religion, and will conform to it, while those who have a "spiritual" predisposition will grasp the essential aspects, the universally true and valid, to draw on and enrich, to refer to.

These are then able to "see" even through the formal aspect of a religion to grasp its essence, the true spiritual meaning hidden by the theological, institutional and clerical apparatus by the "gods" of which the other was speaking day (and of course their human acolytes).

Everything therefore refers to the diversity of perception of the human being, of the recipient; those who have a darkened mind receive ambiguous, indistinct, mystifying, misleading signals, while those who look "beyond" see the pure substance.

At this point the wise man sees in each religion a meaning that in some way unites them to the others, recognizing that their source is unique, and therefore recognizes - beyond their formal aspect and their doctrinal/dogmatic structuring - the validity of each; while the psychic sees only the chaos of diversity and contrasts, and lumps everything together: either he condemns them all en bloc, or he will cling even more tenaciously to "his" religion than he does. It is the difference between the sacred and the profane gaze.

At this point it becomes fundamental to separate the concept of "spiritual current" from that of "religion" - the former indicating the spiritual and truthful substance of the sacred, of Transcendence, of Principles, whatever form they may take; while the second implies a whole fideistic apparatus aimed at deceiving man, with the ultimate aim of satisfying the psychic appetite of the gods as well as the material one of their ministers of worship.

Therefore we have two ways of seeing the same thing: the profane sees religions, the follower of the sacred sees spiritual currents.

The psychic, the profane, sees only multiplicity and is disturbed and scandalized by it.

But the wise, the spiritual, the true adept of the sacred, knows how to see beyond multiplicity and grasps the unity behind it. And, above all, after having integrated within himself and made the fundamental teachings of a spiritual current (or more than one) his own, he knows how to transcend at the right moment, once the necessary transformation operations have been carried out, even the mediating symbolism of the spiritual currents, to go directly to the source.

Simon Emerald









Testo italiano:

Per mettere qualche puntino sulla i nel discorso  sulle religioni: forse il dato più importante da tener presente è che è fuor di dubbio che ad ogni insegnamento spirituale o quasi vi sia un aspetto essoterico, cerimoniale, dottrinale, dogmatico, impostato su criteri del tutto fideistici, quello che le masse seguono.

Ma vi è, più importante e sostanziale, l’aspetto esoterico, che corrisponde al significato profondo degli insegnamenti; ed esso, il cuore di ogni spiritualità, si manifesta di necessità con modalità differenti accordandosi con le culture locali e gli sviluppi e le mentalità di un dato popolo, senza per questo cadere in contraddizione nei suoi vari aspetti.

Per spiegare questa universalità di senso, e per restituire al tempo stesso un’identità e una connotazione superiore alle varie espressioni delle correnti spirituali (meglio che religioni) allora si può ipotizzare che nelle religioni formali, essoteriche ha ampio spazio di agire l’inganno e la manipolazione, mentre sul versante esoterico si riscontra la radice di insegnamenti veritieri che rimangono intatti, intoccati da interventi dei non addetti, perché appartengono a un piano che esula dalla sfera puramente umana o psichica.

Allora il tutto si riduce a una differenza di percezione della stessa cosa.

In altre parole, gli ottusi, in qualunquisti, i conformisti, il gregge, seguiranno solo gli aspetti esteriori di un religione, e ad essa si conformeranno, mentre coloro che hanno una predisposizione “spirituale” ne coglieranno gli aspetti essenziali, quelli universalmente veri e validi, a cui attingere ed arricchirsi, a cui fare capo. 

Questi allora sono in grado di “vedere” anche attraverso l’aspetto formale di una religione per coglierne l’essenza, il vero senso spirituale occultato dall’apparato teologico, istituzionale e clericale per opera degli “dèi” di cui si parlava l’altro giorno (e naturalmente dei loro accoliti umani).

Il tutto perciò rimanda alla diversità di percezione dell’essere umano, del ricevente; coloro che hanno la mente ottenebrata ricevono segnali ambigui, indistinti, mistificanti, depistanti, mentre chi ha lo sguardo “oltre” ne vede la pura sostanza.

A questo punto il sapiente vede in ogni religione un senso che in qualche modo le accomuna alle altre, riconoscendo che la loro fonte è unica, e riconosce quindi – al di là del loro aspetto formale e della loro strutturazione dottrinale/dogmatica - la validità di ognuna; mentre lo psichico vede solo il caos delle diversità e delle contrapposizioni, e fa di ogni erba un fascio: o le condanna tutte in blocco, o si stringerà ancora più tenacemente alla “sua” religione. E’ la differenza fra lo sguardo sacro e quello profano.

A questo punto diventa fondamentale disgiungere il concetto di “corrente spirituale” da quello di “religione” – stando il primo ad indicare la sostanza spirituale e veritiera del sacro, della Trascendenza, dei Principi, qualunque forma essi possano prendere; mentre il secondo implica tutto un apparato fideistico volto a ingannare l’uomo, con il fine ultimo di soddisfare l’appetito psichico degli dèi oltre che a quello materiale dei loro ministri di culto.

Dunque abbiamo due modi di vedere la stessa cosa: il profano vede le religioni, il seguace del sacro le correnti spirituali.

Lo psichico, il profano, vede solo la molteplicità è ne è disturbato e scandalizzato.

Ma il sapiente, lo spirituale, il vero adepto al sacro, sa vedere oltre la molteplicità e ne coglie l’Unità retrostante. E, soprattutto, dopo aver integrato in sé ed aver fatto propri gli insegnamenti fondamentali di una corrente spirituale (o più di una), sa trascendere al momento opportuno, una volta effettuate le necessarie operazioni di trasformazione anche la simbologia mediatrice delle correnti spirituali, per rivolgersi direttamente alla fonte.

Simon Smeraldo

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