domenica 5 febbraio 2023

The meaning of bioregionalism and deep ecology: "Conserving life on planet Earth" - Il senso del bioregionalismo e dell'ecologia profonda: "Conservare la vita sul pianeta Terra"

 


Several years ago I helped my friend Peter Boom to translate into Italian "2020 - The new Messiah" a booklet of eco-fantasy in which one imagines the end of the world following a series of ecological catastrophes caused by man. At that time, the early 90s of the last century, I was already part of the nascent bioregional trend and of the "deep ecology" (as it was called then), and I found Peter's theses interesting, who imagined a clumsy attempt by the powerful to save themselves from planetary destruction by means of "a new ark" (which would welcome themselves and their women) and ended miserably in a self-destructive atomic explosion. In short, the question was and is whether humans will be able to inherit the earth.

The worlds of man are many but all in thought... only one is real: this Earth. If we are not able to maintain our life honorably on Earth how can we hope for salvation by emigrating to other planets? How can we hope to be welcomed into the assembly of universal extraterrestrial life if we have not even been able to maintain life on our small planet? With this I believe that the experiment of our survival must be able to take place where we are... It is useless to hope for colonies on the Moon, Mars or Venus... it is useless to look for water on those desolate worlds if here - where there is any a lot - we can't keep it clean.

Yet there were already several enlightened scientists and spiritualists who, since the dawn of the consumer society, warned man of the risk of going off the rails of the science/life balance. Today the human train is derailing with the glitter of crazed splinters: GMOs, methodical chemical poisoning of land and water, dirty atomic energy, social and moral decay, urbanization savagery, destruction of resources accumulated over thousands of years by nature, etc.

In the course of his short history man has enormously transformed the face of the Earth, because he can deliberately modify almost everything that makes up his natural environment and control what grows and lives in it.

However, the fabric of life is so delicate and the climate, the soil, the plants and animals are so linked to each other, that if a component of this complex is violently modified, if some threads are suddenly cut, the entire complex undergoes a modification. This is the intrinsic meaning of Bioregionalism and Deep Ecology.

For hundreds of years - and above all in the last century - man has been the cause of disfigurement, extermination and profound alterations... and this despite his contemporary ability to create embellishment and harmony. The intellectual power that allows man to design and build is the same that allows him to destroy. With the enormous increase in the human population, the ability to cause material damage as well as the refinement of thought and reflection have grown exponentially.

Unfortunately this Earth of ours is not a Country of Bengodi or a horn of eternal abundance... the resources of the planet, patiently accumulated and saved in its belly, are now being exhausted. Biodiversity and the purity of the vital genome are increasingly at risk... many animal species survive only in zoos or botanical gardens. Throughout the modern world every new economic and scientific enterprise is followed by plague and disease, continuous development equals the accelerated consumption of goods, in the inability of environmental recovery and restoration by nature.

It is necessary immediately and with the utmost seriousness and determination to stop the fall, preserving the residual resources and what remains of the wild life, not only for the maintenance of the naturalistic beauty but above all because the overall harmony, that is the real survival of the community of the living (and of man himself) depends on those components.

The future of humanity, in fact, does not lie in its colonization of other planets of the solar system but in its ability to preserve life on planet Earth.

For this reason biology, deep ecology, the spirituality of nature are essential aspects of the new paradigm of consciousness. One of the greatest vital mysteries, which we have the duty to face and solve, is that relating to our true nature. But religions and science will never be able to give us an answer if we don't start looking for it directly within us and around us. Otherwise we will not be able to get out of the repetitive machinery of wars, callous exploitation, racial and interspecies conflicts.

Humanity is not only symbolized by these anthropomorphic bipeds and it is not only an organic agglomeration defined as "body". We can say that Humanity is the ability to recognize ourselves with everything that lives and pulsates energetically inside and outside of us.

The Earth is our home, we inherited it from a slow and laborious global process of life, but are we sure we can in turn leave it to future generations in the same integrity and opulence in which we received it? Human dignity is played out in this too, so let's accept the challenge posed to our intelligence.

Evolution has a unique direction, the growth of Consciousness, let's stay in it!

Paolo D'Arpini - Italian Bioregional Network





Testo Italiano 

Parecchi anni fa aiutai l'amico Peter Boom a rendere in italiano “2020 - Il nuovo Messia” un libricino di fanta-ecologia in cui si immagina la fine del mondo in seguito ad una serie di catastrofi ecologiche causate dall'uomo. A quel tempo, primi anni '90 del secolo scorso, già facevo parte del nascente filone bioregionale e della “deep ecology” (come allora si diceva), e trovai interessanti le tesi di Peter, che immaginava un goffo tentativo da parte dei potenti di salvarsi dalla distruzione planetaria per mezzo di “una nuova arca” (che accogliesse loro stessi e le loro donne) e finì miseramente in un boato atomico autodistruttivo. Insomma l'interrogativo era ed è se gli umani saranno in grado di ereditare la terra..

I mondi dell'uomo sono molteplici ma tutti nel pensiero.. uno solo è reale: questa Terra. Se non siamo in grado di conservare la nostra vita onorevolmente sulla Terra come potremo sperare la salvezza emigrando su altri pianeti? Come potremo sperare di essere accolti nel consesso della vita universale extraterrestre se non siamo stati in grado nemmeno di mantenere la vita sul nostro piccolo pianeta? Con ciò ritengo che l'esperimento della nostra sopravvivenza deve potersi avverare qui dove siamo... Inutile sperare in colonie sulla Luna, su Marte o su Venere... inutile cercare l'acqua su quei mondi desolati se qui -dove ce ne è tanta- non siamo in grado di mantenerla pulita.

Eppure già ci furono diversi scienziati e spiritualisti illuminati che sin dagli albori della società dei consumi avvertivano l'uomo del rischio di uscir fuori dai binari dell'equilibrio scienza/vita. Oggi il treno umano sta deragliando con scintillio di schegge impazzite: OGM, avvelenamento chimico metodico della terra e dell'acqua, energia atomica sporca, deperimento sociale e morale, urbanizzazione selvaggia, distruzione delle risorse accumulate in millenni dalla natura, etc.

L'uomo nel corso della sua breve storia ha enormemente trasformato la faccia della Terra, perché egli può deliberatamente modificare quasi tutto quel che costituisce il suo ambiente naturale e controllare quel che cresce e vive in esso.

La trama della vita è però tanto delicata e tanto legati sono tra loro il clima, il terreno, le piante e gli animali, che se una componente di questo complesso viene violentemente modificato, se alcuni fili vengono tagliati all'improvviso, l'intero complesso subisce una modificazione. Questo è il significato intrinseco del Bioregionalismo e dell'Ecologia Profonda.

Per centinaia di anni -e soprattutto nell'ultimo secolo- l'uomo è stato la causa di deturpazioni, stermini ed alterazioni profonde... e questo malgrado la sua contemporanea capacità di creare abbellimento ed armonia. Il potere intellettivo che consente all'uomo di progettare e costruire è lo stesso che gli consente di distruggere. Con l'aumento smisurato della popolazione umana la capacità di procurare danni materiali come pure l'affinamento del pensiero e della riflessione sono cresciuti esponenzialmente.

Purtroppo questa nostra Terra non è un Paese di Bengodi od un corno dell'eterna abbondanza... le risorse del pianeta, pazientemente accumulate e risparmiate nel suo ventre, sono ora in fase di esaurimento. La biodiversità e la purezza del genoma vitale sono sempre più a rischio... molte specie animali resistono solo negli zoo o nei giardini botanici. In tutto il mondo moderno ogni nuova impresa economica e scientifica viene seguita da peste e malanni, lo sviluppo continuo equivale al consumo accelerato dei beni, nella incapacità di recupero ambientale e ripristino da parte della natura.

Occorre da subito e con la massima serietà e determinazione fermare la caduta, preservando le risorse residue e quel che rimane della vita selvatica, non solo per il mantenimento della bellezza naturalistica ma soprattutto perché l'armonia complessiva, cioè la reale sopravvivenza della comunità dei viventi (e dell'uomo stesso) dipende da quelle componenti.

Il futuro dell'umanità, infatti, non sta nella sua colonizzazione di altri pianeti del sistema solare bensì nella sua abilità di conservare la vita sul pianeta Terra.

Per questa ragione la biologia, l'ecologia profonda, la spiritualità della natura sono aspetti essenziali del nuovo paradigma coscienziale. Uno dei più grandi misteri vitali, che abbiamo il dovere di affrontare e risolvere, è quello relativo alla nostra vera natura. Ma le religioni e la scienza non saranno mai in grado di darci una risposta se non cominciamo a cercarla direttamente in noi ed attorno a noi. Altrimenti non saremo in grado di uscire dal meccanismo ripetitivo delle guerre, dello sfruttamento insensibile, dei conflitti razziali e interspecisti.

Umanità non è solo simbolizzata da questi bipedi antropomorfi e non è solo un agglomerato organico definito “corpo”. Possiamo dire che Umanità è la capacità di riconoscersi con tutto ciò che vive e pulsa energeticamente dentro e fuori di noi.

La Terra è la nostra casa, l'abbiamo avuta in eredità da un lento e laborioso processo globale della vita, ma siamo sicuri di poterla lasciare a nostra volta alle generazioni future nella stessa integrità e opulenza nella quale noi l'abbiamo ricevuta? La dignità umana si gioca anche in questo, accettiamo dunque la sfida posta alla nostra intelligenza.

L'evoluzione ha una direzione univoca, la crescita della Coscienza, restiamo in essa!

Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana

bioregionalismo.treia@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.