giovedì 23 febbraio 2023

Has man become a "being against nature?" - L'uomo è diventato un "essere contro natura?"



Our body and the environment we all live in is no longer natural. The human habitat, in addition to its poverty in living forms (different from ours) and its abundance of increasingly complex machines and devices, includes for each of us a sort of shell or, if we want to recall the etymology of the word "ecology" , a strange and narrow "house", which perhaps isolates us from some dangers, from the attacks of wild beasts or from some diseases, but also deforms our relationship with the natural world, solicited as we are by suggestions instilled by the System, by the use compulsive use of utensils, such as electric toothbrushes, microwave ovens, "life-saving" microchips, etc. up to industrial hygienic products, such as synthetic detergents instead of soap, or the huge array of preserved and artificial foods.

We live in the midst of an advertising target, undergoing solicitations that haunt us step by step of our existence, from advertisements in newspapers, radio, TV and the internet, without forgetting the frequent phone calls, road billboards, advertisements on every means of transport public and private, up to subliminal advertising of which we are not consciously aware.

Consumption suggestions, a certain type of consumption, and the drive to adhere to a certain thought, detach us more and more from real, clean things. The laws of nature, which drive every living being to satisfy natural needs, are replaced by desires that distance us from the need to satisfy these needs by diverting our attention towards virtual needs, useful only for the functioning of the productive machine, social control and the further narrowing of our participation in the true "common home". Increasingly immersed in a sort of "Platonic cave", in which the "System", or whoever controls the system, regiments the human consortium in a homogenized mass, the individual in consumer, the poet in singer, the just in policeman or soldier, the common man into transgenic, the spiritualist into religious, the sportsman into fan, etc.

I remember that many years ago, when I was still a hopeful boy, I read an article by Dino Buzzati in a magazine called "The Civilization of Machines" in which he described the illusion instilled in the minds of citizens of distinguishing themselves from one another others, in a semblance of freedom in the homogenized society, through the categories of "bulobulists and zigzagists", a distinction that qualified the type of drug in the transgression practiced. But without wanting to resort to Buzzati's premonitions, it will be enough to look at how humans are content to be hooligans, cheering for Rome or Lazio, for one label or another, etc.

Our narrow world makes us different from how we could be "according to nature"....

Paolo D'Arpini - Spokesman of the Italian Bioregional Network




Testo Italiano

Il nostro corpo e l'ambiente in cui tutti noi viviamo non è più naturale.  L'habitat umano oltre alla sua povertà in forme viventi (diverse dalla nostra) e alla sua abbondanza di macchine e congegni sempre più complessi,  comprende per ognuno di noi una sorta di guscio o, se vogliamo ricordare l'etimologia della parola “ecologia”, una strana ed angusta “casa”, che ci isola forse da alcuni pericoli, dalle aggressioni di bestie feroci o da alcune malattie, ma anche deforma il nostro rapporto con il mondo naturale, sollecitati come siamo da suggestioni instillate dal Sistema, dall'uso compulsivo di utensili, come ad esempio gli spazzolini elettrici, il forno a microonde, il microchip "salvavita", ecc. fino ai prodotti igienici industriali, come i detersivi sintetici al posto del sapone, o all'enorme schiera dei cibi conservati e artificiali. 

Viviamo in mezzo ad un tiro al nersaglio pubblicitario subendo sollecitazioni che ci perseguitano passo passo della nostra esistenza, dagli annunci pubblicitari su giornali, radio, tv e internet, senza dimenticare le frequenti telefonate reclamistiche, i cartelloni stradali, gli advertisements su ogni mezzo di trasporto pubblico e privato, sino alla pubblicità subliminale di cui non siamo coscientemente consapevoli.

Le suggestioni al consumo, un certo tipo di consumo, e le  spinte ad aderire ad un certo pensiero, ci distaccano sempre più dalle cose vere, pulite. Le leggi della natura, che spingono ogni essere vivente a soddisfare i bisogni naturali, vengono sostituite da desideri che ci allonanano dalla necessità di soddisfare tali bisogni deviando la nostra attenzione verso bisogni virtuali, utili solo al funzionamento della macchina produttiva, del controllo sociale e del restringimento ulteriore della nostra partecipazione alla vera “casa comune”. Sempre più immersi in una sorta di “caverna platonica”, in cui il “Sistema”, ovvero chi controlla il sistema, irreggimenta il consorzio umano in una massa omogeneizzata, l'individuo in consumatore, il poeta in cantore, il giusto in poliziotto o soldato, l'uomo comune in transgenico, lo spiritualista in religioso, lo sportivo in tifoso, ecc.

Ricordo che tantissimi anni fa, quando ero ancora un ragazzo di belle speranze, lessi in una rivista che si chiamava “La civiltà delle macchine” un articolo di Dino Buzzati in cui si descriveva l'illusione instillata nelle mente dei cittadini di distinguersi gli uni dagli altri, in una parvenza di libertà nella società omologata, attraverso le categorie dei “bulobulisti e zigzaghisti”, una distinzione che qualificava il tipo di droga nella trasgressione praticata. Ma senza voler ricorrere alle premonizioni di Buzzati basterà guardare come gli umani si accontentano di fare gli hooligans, tifando per la Roma o per la Lazio, per un'etichetta o per l'altra, ecc. 

Il nostro mondo ristretto ci fa diversi da come potremmo essere “secondo natura”....

Paolo D'Arpini  - Portavoce della Rete Bioregionale Italiana 


domenica 19 febbraio 2023

Lista dei libri di Paolo D'Arpini e Caterina Regazzi

 


"Vita senza Tempo" di Paolo D'Arpini e Caterina Regazzi  Recensione:  https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2018/07/vita-senza-tempo-di-caterina-regazzi-e.html  - Disponibilità presso Caterina Regazzi 



Disponibilità presso Caterina Regazzi


"Treia. Storie di vita bioregionale" di Paolo D'Arpini e di autori vari . Recensione: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2015/04/treia-storie-di-vita-bioregionale-di.html
Disponibilità presso Caterina Regazzi



"Vivere, parlare, pensare. Senza dire io" Intervista di Lorenzo Merlo  con Paolo D'Arpini". Recensione: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2021/01/vivere-parlare-pensare-senza-dire-io.html
Disponibilità presso Caterina Regazzi



"Compagni di viaggio" di Paolo D'Arpini  - Recensione: https://www.politicamentecorretto.com/2022/12/19/497441/
Disponibilità presso Caterina Regazzi



"Chi sei tu?" di Paolo D'Arpini
Disponibilità presso Caterina Regazzi



Di prossima pubblicazione: "Alimentazione bioregionale" di Paolo D'Arpini - Il libro verrà presentato alla prossima "Festa dei Precursori" che si tiene a Treia il 24 e 25 aprile 2023, che comprende Canti con il solista Upahar Anand, escursione erboristica con Sonia Baldoni, condivisione a cerchio e presentazione di vari testi ecologisti  di Michele Meomartino,  Daniela Di Bartolo e Marinella Correggia" Info: 333.6023090





Fuori catalogo (in edizioni private): Incontri con i santi" e Vita di Bhagawan Nityananda", alcune copie disponibili presso Caterina Regazzi

Per ulteriori informazioni scrivere a Paolo D'Arpini:   spiritolaico@gmail.com -  Tel. 0733/216293 
La mail di Caterina è caterinareg@gmail.com



sabato 18 febbraio 2023

Implement bioregionalism and deep ecology to save the Planet - Attuare il bioregionalismo e l'ecologia profonda per salvare il Pianeta



“We say meat and forget the living thing. We say wood and forget trees. We say water and forget the origin of life” (Saul Arpino)

The implementation of bioregionalism and deep ecology could create a big positive change. Opening our minds to the awareness of coexistence with the whole planet, a progress that is no longer opposed to life, asking ourselves every time if our living and acting is ecologically compatible, for the relationship with other species, for our living, the used technology, machinery, energy sources, disposal of by-products and waste…

The planet's resources are not inexhaustible and we are destroying them within a single generation. But the lives of our successors and biodiversity must be safeguarded if we are to continue as a species. Therefore it is necessary to review the entire production cycle and redevelop industry and agriculture, considering our position, our true place, within the natural organism. 

Unfortunately, the required changes are completely contrary to the current consumerist and warmongering system, and putting them into practice would mean having to change many things especially in the more advanced economies. But we must not give up on our intentions and perceive with our "light" those positive thought forms, useful to the entire community of the living.

The changes -as I Ching says- take place first in the world of ideas and then in the world of forms. The creation of suitable "thought forms" is necessary as well as - consequently - a right behavior is necessary.

The continuity of our society, as a human species, requires an evolutionary key, a global vision, through which we can open our minds to the awareness of sharing life experience with the entire planet. This is the vision of deep ecology, the science of the inseparability of life.

Paolo D'Arpini - Italian Bioregional Network















Testo Italiano: 

“Diciamo carne e dimentichiamo l’essere vivente. Diciamo legno e dimentichiamo gli alberi. Diciamo acqua e dimentichiamo l’origine della vita” (Saul Arpino)

L’attuazione del bioregionalismo e dell'ecologia profonda potrebbe creare un grande cambiamento positivo. Aprire la nostra mente alla consapevolezza di convivenza con  tutto il pianeta, un progresso  che non si contrapponga più  alla vita, chiedendoci ogni volta se il nostro vivere ed agire sia  ecologicamente compatibile,  per il rapporto con le altre specie,   per il nostro abitare,  la tecnologia usata,   i macchinari, le fonti energetiche, lo smaltimento dei sottoprodotti e dei rifiuti…

Le risorse del pianeta non sono inesauribili e noi le stiamo distruggendo nell’arco di una sola generazione. Ma la vita dei nostri successori e la biodiversità devono essere salvaguardate, se vogliamo continuare come specie.   Perciò occorre rivedere tutto il ciclo produttivo e riqualificare l’industria e l’agricoltura,  considerando la nostra posizione,  il nostro vero posto, all’interno dell’organismo naturale.

Purtroppo i cambiamenti richiesti sono completamente contrari al sistema consumista  e guerrafondaio attuale, e metterli in pratica  significherebbe  dover modificare tante cose soprattutto nelle economie più avanzate.  Ma non bisogna demordere dai nostri intendimenti  e percepire  con il nostro “lume”  quelle forme pensiero positive,  utili all’intera comunità dei viventi.

I cambiamenti -come dice I Ching- si operano prima nel mondo delle idee e poi nel mondo delle forme. La creazione di “forme pensiero” idonee è necessaria come pure  -di conseguenza- è necessario un retto comportamento.

La continuità della nostra società, in quanto specie umana, richiede una chiave evolutiva, una visione globale, per mezzo della quale aprire la nostra mente alla consapevolezza di condividere con l’intero pianeta l’esperienza vita. Questa è la visione dell’ecologia del profondo, la scienza dell’inscindibilità della vita.

Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana

mercoledì 15 febbraio 2023

Life is transformation - La vita è trasformazione



Life adapts to the environment but the environment is also a consequence of life, from which it can be deduced that they are the same thing. In fact we can say that our body is made up of 75% water, 10% earth, minerals, etc. but if life were not already present in these elements in germinal form, how could it manifest itself, that is, make the organism alive?

Thus we discover that the only quality that can attest to material existence is the consciousness that arises from it but it can also be said that it is consciousness that establishes material existence. From this double inference we can deduce the triangulation of "matter-life-consciousness" as an expression of the same vital process. These three aspects of life are in continuous and constant transformation, they are like the slides of a kaleidoscope, the rotation causes them to appear in myriads of colored shapes. All it takes is an imperceptible movement in any of these basic elements (a change of genetic rule) that a new form is created.

At the same time, and strictly speaking, none of these forms is created from scratch, as the basic physical and psychic law testifies that nothing is created and nothing is destroyed but everything is transformed, and in fact the various vital forms are nothing more than “transformations” - as Lavoisier rightly stated. Among other things, even in the Upanishads, the ancient Vedic texts of ten thousand years, it is said: "From everything everything is born, if you take everything away from everything everything remains". In short, it is not possible to create or destroy life, it is omnipresent and omnipervading, energy in constant transmutation.

From this awareness arises the stimulus to celebrate life or rather "The Cycle of Life" in places where the presence of society, human and animal uses and customs is recognized. These places which are the natural environment that surrounds us, are a vital whole, in which history, subsistence, progeny, recreational and cultural activities have taken place and continue to manifest themselves. The cycle of life takes place in the interval between death and rebirth of the natural process, corresponding to conservation and sowing, waiting for the next germination.

Paolo D'Arpini - spiritolaico@gmail.com









Testo Italiano: 

 La vita si adatta all’ambiente ma anche l’ambiente è conseguenza della vita, da ciò se ne deduce che essi sono la stessa cosa. Difatti possiamo dire che il nostro corpo è composto da un 75% di acqua, 10% di terra, minerali, etc. ma se la vita non fosse già presente in questi elementi in forma germinale come potrebbe manifestarsi, cioè rendere vivente l’organismo?

Scopriamo così che la sola qualità che possa attestare l’esistenza materiale è la coscienza che da essa scaturisce ma si può anche dire che è la coscienza a stabilire l’esistenza materiale. Da questa duplice inferenza si deduce la triangolazione della “materia-vita-coscienza” quale espressione dello stesso processo vitale. Questi tre aspetti della vita sono in continua e costante trasformazione, sono come i vetrini di un caleidoscopio, la rotazione fa sì che essi appaiano in miriadi di forme colorate. Basta un impercettibile movimento in qualsiasi di questi elementi basilari (un cambiamento di regola genetica) che si viene a creare una nuova forma.

Allo stesso tempo, e strettamente parlando, nessuna di queste forme è creata ex novo, in quanto la basilare legge fisica e psichica testimonia che nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma, ed in effetti le varie forme vitali non sono altro che “trasformazioni” -come giustamente affermava Lavoisier. Tra l’altro anche nelle Upanishad, i testi vedici antichi di diecimila anni, si dice: “Dal tutto nasce il tutto, se dal tutto togli il tutto il tutto rimane”. Insomma non è possibile creare o distruggere la vita, essa è onnipresente ed onnipervadente, energia in perenne trasmutazione.

Da questa consapevolezza sorge lo stimolo a celebrare la vita  anzi “Il Ciclo della Vita”  nei  luoghi in cui si riconoscono le presenze della società, degli usi e costumi umani e degli animali. Questi luoghi che sono  l’ambiente naturale che ci  circonda,  sono un tutt’uno vitale, in cui storia, sussistenza, progenie, attività ludiche e culturali sono avvenute e continuano a manifestarsi. Il ciclo della vita si svolge nell’intervallo a cavallo fra la morte e la rinascita del processo naturale, corrispondono alla conservazione e semina, in attesa della prossima germinatura.

Paolo D'Arpini

domenica 5 febbraio 2023

The meaning of bioregionalism and deep ecology: "Conserving life on planet Earth" - Il senso del bioregionalismo e dell'ecologia profonda: "Conservare la vita sul pianeta Terra"

 


Several years ago I helped my friend Peter Boom to translate into Italian "2020 - The new Messiah" a booklet of eco-fantasy in which one imagines the end of the world following a series of ecological catastrophes caused by man. At that time, the early 90s of the last century, I was already part of the nascent bioregional trend and of the "deep ecology" (as it was called then), and I found Peter's theses interesting, who imagined a clumsy attempt by the powerful to save themselves from planetary destruction by means of "a new ark" (which would welcome themselves and their women) and ended miserably in a self-destructive atomic explosion. In short, the question was and is whether humans will be able to inherit the earth.

The worlds of man are many but all in thought... only one is real: this Earth. If we are not able to maintain our life honorably on Earth how can we hope for salvation by emigrating to other planets? How can we hope to be welcomed into the assembly of universal extraterrestrial life if we have not even been able to maintain life on our small planet? With this I believe that the experiment of our survival must be able to take place where we are... It is useless to hope for colonies on the Moon, Mars or Venus... it is useless to look for water on those desolate worlds if here - where there is any a lot - we can't keep it clean.

Yet there were already several enlightened scientists and spiritualists who, since the dawn of the consumer society, warned man of the risk of going off the rails of the science/life balance. Today the human train is derailing with the glitter of crazed splinters: GMOs, methodical chemical poisoning of land and water, dirty atomic energy, social and moral decay, urbanization savagery, destruction of resources accumulated over thousands of years by nature, etc.

In the course of his short history man has enormously transformed the face of the Earth, because he can deliberately modify almost everything that makes up his natural environment and control what grows and lives in it.

However, the fabric of life is so delicate and the climate, the soil, the plants and animals are so linked to each other, that if a component of this complex is violently modified, if some threads are suddenly cut, the entire complex undergoes a modification. This is the intrinsic meaning of Bioregionalism and Deep Ecology.

For hundreds of years - and above all in the last century - man has been the cause of disfigurement, extermination and profound alterations... and this despite his contemporary ability to create embellishment and harmony. The intellectual power that allows man to design and build is the same that allows him to destroy. With the enormous increase in the human population, the ability to cause material damage as well as the refinement of thought and reflection have grown exponentially.

Unfortunately this Earth of ours is not a Country of Bengodi or a horn of eternal abundance... the resources of the planet, patiently accumulated and saved in its belly, are now being exhausted. Biodiversity and the purity of the vital genome are increasingly at risk... many animal species survive only in zoos or botanical gardens. Throughout the modern world every new economic and scientific enterprise is followed by plague and disease, continuous development equals the accelerated consumption of goods, in the inability of environmental recovery and restoration by nature.

It is necessary immediately and with the utmost seriousness and determination to stop the fall, preserving the residual resources and what remains of the wild life, not only for the maintenance of the naturalistic beauty but above all because the overall harmony, that is the real survival of the community of the living (and of man himself) depends on those components.

The future of humanity, in fact, does not lie in its colonization of other planets of the solar system but in its ability to preserve life on planet Earth.

For this reason biology, deep ecology, the spirituality of nature are essential aspects of the new paradigm of consciousness. One of the greatest vital mysteries, which we have the duty to face and solve, is that relating to our true nature. But religions and science will never be able to give us an answer if we don't start looking for it directly within us and around us. Otherwise we will not be able to get out of the repetitive machinery of wars, callous exploitation, racial and interspecies conflicts.

Humanity is not only symbolized by these anthropomorphic bipeds and it is not only an organic agglomeration defined as "body". We can say that Humanity is the ability to recognize ourselves with everything that lives and pulsates energetically inside and outside of us.

The Earth is our home, we inherited it from a slow and laborious global process of life, but are we sure we can in turn leave it to future generations in the same integrity and opulence in which we received it? Human dignity is played out in this too, so let's accept the challenge posed to our intelligence.

Evolution has a unique direction, the growth of Consciousness, let's stay in it!

Paolo D'Arpini - Italian Bioregional Network





Testo Italiano 

Parecchi anni fa aiutai l'amico Peter Boom a rendere in italiano “2020 - Il nuovo Messia” un libricino di fanta-ecologia in cui si immagina la fine del mondo in seguito ad una serie di catastrofi ecologiche causate dall'uomo. A quel tempo, primi anni '90 del secolo scorso, già facevo parte del nascente filone bioregionale e della “deep ecology” (come allora si diceva), e trovai interessanti le tesi di Peter, che immaginava un goffo tentativo da parte dei potenti di salvarsi dalla distruzione planetaria per mezzo di “una nuova arca” (che accogliesse loro stessi e le loro donne) e finì miseramente in un boato atomico autodistruttivo. Insomma l'interrogativo era ed è se gli umani saranno in grado di ereditare la terra..

I mondi dell'uomo sono molteplici ma tutti nel pensiero.. uno solo è reale: questa Terra. Se non siamo in grado di conservare la nostra vita onorevolmente sulla Terra come potremo sperare la salvezza emigrando su altri pianeti? Come potremo sperare di essere accolti nel consesso della vita universale extraterrestre se non siamo stati in grado nemmeno di mantenere la vita sul nostro piccolo pianeta? Con ciò ritengo che l'esperimento della nostra sopravvivenza deve potersi avverare qui dove siamo... Inutile sperare in colonie sulla Luna, su Marte o su Venere... inutile cercare l'acqua su quei mondi desolati se qui -dove ce ne è tanta- non siamo in grado di mantenerla pulita.

Eppure già ci furono diversi scienziati e spiritualisti illuminati che sin dagli albori della società dei consumi avvertivano l'uomo del rischio di uscir fuori dai binari dell'equilibrio scienza/vita. Oggi il treno umano sta deragliando con scintillio di schegge impazzite: OGM, avvelenamento chimico metodico della terra e dell'acqua, energia atomica sporca, deperimento sociale e morale, urbanizzazione selvaggia, distruzione delle risorse accumulate in millenni dalla natura, etc.

L'uomo nel corso della sua breve storia ha enormemente trasformato la faccia della Terra, perché egli può deliberatamente modificare quasi tutto quel che costituisce il suo ambiente naturale e controllare quel che cresce e vive in esso.

La trama della vita è però tanto delicata e tanto legati sono tra loro il clima, il terreno, le piante e gli animali, che se una componente di questo complesso viene violentemente modificato, se alcuni fili vengono tagliati all'improvviso, l'intero complesso subisce una modificazione. Questo è il significato intrinseco del Bioregionalismo e dell'Ecologia Profonda.

Per centinaia di anni -e soprattutto nell'ultimo secolo- l'uomo è stato la causa di deturpazioni, stermini ed alterazioni profonde... e questo malgrado la sua contemporanea capacità di creare abbellimento ed armonia. Il potere intellettivo che consente all'uomo di progettare e costruire è lo stesso che gli consente di distruggere. Con l'aumento smisurato della popolazione umana la capacità di procurare danni materiali come pure l'affinamento del pensiero e della riflessione sono cresciuti esponenzialmente.

Purtroppo questa nostra Terra non è un Paese di Bengodi od un corno dell'eterna abbondanza... le risorse del pianeta, pazientemente accumulate e risparmiate nel suo ventre, sono ora in fase di esaurimento. La biodiversità e la purezza del genoma vitale sono sempre più a rischio... molte specie animali resistono solo negli zoo o nei giardini botanici. In tutto il mondo moderno ogni nuova impresa economica e scientifica viene seguita da peste e malanni, lo sviluppo continuo equivale al consumo accelerato dei beni, nella incapacità di recupero ambientale e ripristino da parte della natura.

Occorre da subito e con la massima serietà e determinazione fermare la caduta, preservando le risorse residue e quel che rimane della vita selvatica, non solo per il mantenimento della bellezza naturalistica ma soprattutto perché l'armonia complessiva, cioè la reale sopravvivenza della comunità dei viventi (e dell'uomo stesso) dipende da quelle componenti.

Il futuro dell'umanità, infatti, non sta nella sua colonizzazione di altri pianeti del sistema solare bensì nella sua abilità di conservare la vita sul pianeta Terra.

Per questa ragione la biologia, l'ecologia profonda, la spiritualità della natura sono aspetti essenziali del nuovo paradigma coscienziale. Uno dei più grandi misteri vitali, che abbiamo il dovere di affrontare e risolvere, è quello relativo alla nostra vera natura. Ma le religioni e la scienza non saranno mai in grado di darci una risposta se non cominciamo a cercarla direttamente in noi ed attorno a noi. Altrimenti non saremo in grado di uscire dal meccanismo ripetitivo delle guerre, dello sfruttamento insensibile, dei conflitti razziali e interspecisti.

Umanità non è solo simbolizzata da questi bipedi antropomorfi e non è solo un agglomerato organico definito “corpo”. Possiamo dire che Umanità è la capacità di riconoscersi con tutto ciò che vive e pulsa energeticamente dentro e fuori di noi.

La Terra è la nostra casa, l'abbiamo avuta in eredità da un lento e laborioso processo globale della vita, ma siamo sicuri di poterla lasciare a nostra volta alle generazioni future nella stessa integrità e opulenza nella quale noi l'abbiamo ricevuta? La dignità umana si gioca anche in questo, accettiamo dunque la sfida posta alla nostra intelligenza.

L'evoluzione ha una direzione univoca, la crescita della Coscienza, restiamo in essa!

Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana

bioregionalismo.treia@gmail.com

mercoledì 1 febbraio 2023

Lay spirituality instead of religion... - Spiritualità laica al posto della religione...



Following the continuous loss of credibility of dualistic monolatric faiths, the discussion on religious teaching has also resumed  in the form of "History of Religions" in state schools. The thing has not yet managed to lead to a complete legislative proposal and it is "natural" that religious institutions defend their matter staunchly, which ensures a secure salary for many priests. Rabbis and mullahs are also knocking on the door of the Hour of Religion today, to guarantee themselves an adequate share of the market and ideological-political hegemony. It is less natural that this moment should be defended by pretenders as an "area of freedom" and "equal opportunities".

Undoubtedly when certain interests come into play words fly, too often detached from their meaning.

Personally I am in favor of teaching lay philosophical thought, connected to the so-called "lay spirituality" or Biospirituality, based on self-knowledge and one's own nature, and not on invented texts and novels. This is the first and only form of "religiosity" which promoted the development of human society as a whole. See for example the evolutionary function performed by philosophies such as Platonic and Socratic, Zen, Taoism and Advaita Vedanta (non-dualism), but I would like this teaching to be real, not fictitious. In fact, too often the religious teacher develops his "theoretical" program perhaps by imparting "sex education" (in a pseudo-tantric or bigoted form) or little lessons with an ethical/moralistic background (stuff for "innocents").

The teacher must be qualified in the experience of the Self and not by the accumulation of notions learned from texts. In fact, this happened in Zen schools, for example, where it was not possible to teach if Satori had not been experienced.

Traditional religions are now a useless ballast, yet sometimes it is necessary to analyze them at least in order to resize them to what they really are: fairy tales necessary for childhood!

In this historical moment, in which we are witnessing an ideological clash between various cultures, I have often found myself mediating the opposing visions and oppositions that are created between human beings. The tendency is always to separate in the name of an ideology, a religion. What happens in the Middle East between Jews and Muslims, between Shiites and Sunnis, also happens in the rest of the world, between Catholics, Orthodox and Protestants, etc. and religious wars manifest themselves on a planetary level. With the entry into contention of the new "consumerist materialism" in opposition to "ecological primitivism".

Everywhere today there is a great pseudo-religious ferment, on the one hand some take refuge in the defense of Catholicism as an ultima ratio of civilization, others "convert" to Islamism, others do everything to demonstrate that rotten, and still others turn to softer and more reasonable religions, towards yoga or new age and neo-pagan trends.

Of these varied expressions of thought I try to welcome the "healthier" parts, I do it good-naturedly, with a syncretic spirit, and I try to mitigate the accusations and criticisms of monotheistic religions especially if these can become a reason for racial separation and rift in the meaning of common belonging to the human species.

I have often found certain intolerant attitudes in various religious exponents but also in "pure" atheist rationalists. This happens to all those who assume the right to teach their "gospel". And this is what all pedantic adopters of a religion or ideology do, whether they are fathers of the church, teachers of the faith, mullahs and rabbis or supreme teachers of atheistic "truth".

But these separative ideas of the human species, based on a thought, on a concept, make no sense whatsoever. How can one separate what has never been divided by nature and is not even divisible? Take a Christian, if you pair him with an animist they proliferate; take a Jewess, if you pair her with a Taoist, they proliferate; take a Muslim if you pair him with an atheist, they proliferate… Among other things, the Muslims, who are smart, had already affirmed "indirectly" that there is no difference whatsoever, in fact they taught that all children born to a Muslim are Muslims and all women who mate with a Muslim are absorbed into “religion”.

Religions and faiths are just labels put there by crafty "speculators" to create havoc among men, especially among those who like to think in dualistic terms and who have nothing else to do but see differences between themselves and others … and obviously Christians, Muslims, Jews, Nazis, communists, flippaths are very good at this… and all those who divide humanity in the name of a “name”

Courage! We are all Human Beings

 Paolo D'Arpini



Testo Italiano:

In seguito alla continua perdita di credibilità delle fedi monolatriche  dualistiche  è ripresa la discussione sull’insegnamento religioso, in forma di "Storia delle Religioni" nelle scuole di Stato.  La cosa non è sinora riuscita ad approdare in una compiuta proposta legislativa ed è  "naturale" che le istituzioni religiose difendano a spada tratta la loro materia, che assicura una retribuzione sicura a tanti preti. All'uscio dell'Ora di religione, inoltre, bussano oggi anche rabbini e mullah, per  garantirsi una adeguata fetta di mercato e di egemonia ideologico-politica. E’ meno naturale che quest’ora sia difesa dai pretendenti come “spazio di libertà” e di "pari opportunità".

Indubbiamente quando entrano in gioco certi interessi le parole volano, troppo spesso sganciate dal loro significato.

Personalmente sono  favorevole  all’insegnamento  del pensiero filosofico laico, collegato alla cosiddetta "Spiritualità laica" o Biospiritualità, basata sulla conoscenza di Sé e sulla propria natura, e non su testi e romanzi inventati.  Questa è la prima ed unica forma di "religiosità" che ha promosso lo sviluppo della società umana nel suo complesso. Vedi ad esempio la funzione evolutiva svolta da filosofie come quella Platonica e Socratica, lo Zen, il Taoismo e l'Advaita Vedanta (non-dualismo), ma vorrei che quest’insegnamento fosse reale, non fittizio. Infatti troppo spesso l’insegnante religioso sviluppa il suo programma  "teorico" magari impartendo  "educazione sessuale" (in forma pseudo tantrica o bacchettona) o  lezioncine a sfondo etico/moralistico (roba per "innocenti").

L'insegnante deve essere qualificato nell'esperienza del Sé e non  dall'accumolo di nozioni apprese sui testi. Così avveniva infatti nelle scuole Zen, ad esempio, in cui non era possibile insegnare se non si era sperimentato il Satori.

Le religioni tradizionali sono ormai  una zavorra inutile, eppure talvolta occorre analizzarle per lo meno allo sopo di ridimensionarle a quel che realmente sono: favole necessarie all'infanzia!

In questo momento storico, in cui assistiamo ad uno scontro ideologico fra varie culture, sovente mi son trovato a mediare le opposte visioni e le contrapposizioni che si creano fra esseri umani. La tendenza è sempre quella di separare nel nome di una ideologia, di una religione. Ciò che avviene in medio oriente fra ebrei e musulmani, fra sciiti e sunniti, avviene anche nel resto del mondo, fra cattolici, ortodossi e protestanti, etc.  e le guerre di religione si manifestano a livello planetario.  Con l'inserimento in lizza del nuovo "materialismo consumista" in antagonismo col "primitivismo ecologista".

Ovunque oggi c’è un grande fermento pseudo-religioso, da una parte alcuni si arroccano sulla difesa del cattolicesimo come ultima ratio di civiltà, altri si "convertono" all'islamismo, altri  fanno di tutto per dimostrare che invece è proprio lì il marcio, ed altri ancora si rivolgono a religioni più soft e ragionevoli, verso lo yoga o le tendenze new age e neopagane.

Di queste variegate espressioni di pensiero  io cerco di accogliere le parti più "sane", lo faccio bonariamente, con spirito sincretico,  e cerco di mitigare le accuse e le critiche verso le religioni monoteiste  soprattutto se queste possono divenire  motivo di separazione razziale e di spaccatura nel significato di comune appartenenza alla specie umana.

Certi atteggiamenti intolleranti li ho spesso  trovati in diversi esponenti religiosi ma anche in "puri" razionalisti atei. Questo succede a tutti coloro che si arrogano il diritto di insegnare un loro "vangelo".  Ed è ciò che fanno pedantemente tutti gli assuntori di una religione od ideologia, che siano padri della chiesa, maestri della fede, mullah e rabbini o docenti supremi della "verità" atea.

Ma queste idee separative della specie umana, basate su un pensiero, su un concetto, non hanno senso alcuno. Come si può separare quello che non è mai stato diviso dalla natura e non è nemmeno divisibile? Prendete un cristiano, se lo accoppiate con un’animista prolificano; prendete una ebrea, se la accoppiate con un taoista, prolificano; prendete un musulmano se lo accoppiate con una atea, prolificano…. Tra l’altro i musulmani, che sono furbi, l’avevano già affermato “indirettamente” che non c’è differenza alcuna, infatti hanno insegnato che tutti i figli nati da un musulmano sono musulmani  e tutte le donne che si accoppiano con un musulmano vengono assorbite nella “religione”.

Le religioni e le fedi son solo etichette messe lì da furbi “speculatori” per creare scompiglio fra gli uomini, soprattutto fra quelli che amano pensare in termini dualistici e che non hanno nient’altro da fare se non vedere differenze fra se stessi e gli altri… ed in questo ovviamente sono bravissimi i cristiani, i musulmani, gli ebrei, i nazisti, i comunisti, i flippatisti… e tutti quelli che spaccano l’umanità in nome di un “nome”

Coraggio! Siamo tutti Esseri Umani

 Paolo D’Arpini