mercoledì 23 marzo 2022

"City, region, bioregion" - Proposals for territorial aggregation in a bioregional key - "Città, regione, bioregione" - Proposte di aggregazione territoriale in chiave bioregionale



Over the years, the Italian Bioregional Network has made various proposals for administrative reorganization in a bioregional key, especially for central Italy. In particular, since the Network was born in the province of  Viterbo (in Acquapendente in 1996) and being at that time, referent of the Tuscia bioregion and resident in Calcata, located on the edge of the Province of Viterbo, I took care of promoting the bioregional idea in particular at the institutions of the metropolitan area of ​​Rome and the Lazio Region. 

(see: https://www.google.com/search?q=proposte+bioregionale+di+Paolo+D%27Arpini&oq=proposte+bioregionale+di+Paolo+ D% 27Arpini & aqs = chrome..69i57j33i160.10916j1j15 & sourceid = chrome & ie = UTF-8).

By way of example, here are some of the proposals made during the Round Table "City region bioregion" which was held in Faleria on 4 October 2008:

1) Aggregation of homogeneous and culturally related areas of upper Lazio and Umbria, in anticipation of the establishment of the Region of Rome Capital. In this context, the formation of a new bioregion, called Etruria, is envisaged, integrating the historic provinces of Viterbo, Rieti, Perugia and Terni with the new provincial formations of Agro Falisco (Civita Castellana), Bassa Maremma (Civitavecchia) and Bassa Sabina (Monterotondo) ), this union would result in a Region with ample resources and development possibilities.

2) Socio-economic programmatic analysis for the new Region of Etruria with a view to maintaining potential, examining the necessary downsizing of polluting dependencies functional to the satisfaction of metropolitan needs. The territory asks for autonomy and even the metropolitan city must self-regulate towards an ecological subsistence, which takes into account the osmotic presence of the surrounding territory.

3) Aggregation of small municipalities into more significant legal entities, for administrative facilitation and savings in general expenses, for an improvement of services and optimization of shared resources, in this sense we give the example of Calcata and Faleria which in fact are absolutely united, both from the urban planning point of view and from the territorial morphological point of view.

During the last day of the conference, October 5, 2008, other environmental and cultural proposals were made, such as the expansion of the protected area of ​​the Treja Valley, including all the municipalities of the catchment area and gorges. Such as the improved integration and coordination of ceramic production activities. Like the enhancement of environmental resources as a shared wealth and green lung necessary for the livability of Rome to exist. Such as the promotion of recreational, artistic, craft and culinary activities that guarantee ecological livability, tourist attractiveness and economic autonomy. Such as the defense of natural agricultural production and the safeguarding of original seeds. And much more ...

Paolo D'Arpini








Testo italiano: 

La Rete Bioregionale Italiana nel corso degli anni ha avanzato diverse proposte per la riorganizzazione amministrativa in chiave bioregionale, soprattutto per il centro Italia. In particolare, essendo la Rete nata in provincia di Viterbo (ad Acquapendente nel 1996) ed essendo io a quel tempo, referente della bioregione Tuscia e residente a Calcata, situata ai limiti della Provincia viterbese, mi occupai di promuovere l'idea bioregionale  in particolare presso le istituzioni  dell'area metropolitana di Roma e della Regione Lazio (vedi: https://www.google.com/search?q=proposte+bioregionali+di+Paolo+D%27Arpini&oq=proposte+bioregionali+di+Paolo+D%27Arpini&aqs=chrome..69i57j33i160.10916j1j15&sourceid=chrome&ie=UTF-8).  

A titolo esemplificativo qui di seguito riporto alcune delle proposte avanzate durante la Tavola Rotonda "Città regione bioregione" che si tenne a Faleria il 4 ottobre 2008:

1)      Aggregazione delle aree omogenee e culturalmente affini dell’alto Lazio ed Umbria, in previsione della costituzione della Regione di Roma Capitale. In questo contesto si prefigura la formazione di una nuova bioregione, chiamata Etruria,   integrando le province storiche di Viterbo, Rieti, Perugia e Terni con le  nuove formazioni provinciali di  Agro Falisco (Civita Castellana),  Bassa Maremma (Civitavecchia) e Bassa Sabina (Monterotondo), da questa unione  ne risulterebbe una Regione dalle  ampie risorse e possibilità di sviluppo.

2)      Analisi programmatica  socio-economica  per la nuova Regione Etruria   in chiave di mantenimento delle potenzialità,  esaminando il necessario ridimensionamento delle dipendenze inquinanti funzionali alla soddisfazione delle esigenze metropolitane. Il territorio chiede autonomia e anche la città metropolitana deve autoregolamentarsi verso una sussistenza ecologica, che tenga conto della presenza  osmotica del territorio circostante.

3)      Aggregazione dei piccoli comuni in entità giuridiche più significative, per una facilitazione amministrativa e risparmio nelle spese generali, per un miglioramento dei servizi ed ottimizzazione delle risorse condivise, in tal senso si porta l’esempio di Calcata e Faleria che di fatto sono assolutamente unite, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista morfologico territoriale.

Durante  l’ultimo giorno del convegno, il 5 ottobre 2008,  furono  avanzate altre proposte ambientali e  culturali, come ad esempio l’ampliamento dell’area protetta della Valle del Treja, comprendendovi tutti i comuni del bacino imbrifero e delle forre. Come l’integrazione migliorativa ed il coordinamento delle attività produttive ceramiche. Come la valorizzazione delle risorse ambientali in quanto ricchezza condivisa e  polmone verde necessario alla sussistenza della vivibilità di Roma. Come la promozione di attività ludiche, artistiche, artigianali e culinarie che garantiscano vivibilità ecologica,  appetibilità turistica ed autonomia economica. Come la difesa della produzione agricola naturale e la salvaguardia delle sementi originarie. Ed altro ancora...

Paolo D'Arpini

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