We are reducing our planet to a cemetery, following an idea of well-being that does not take into account the others, all the others, ignoring the destruction of resources, the pollution caused to the Earth by our selfishness, yet we do not consider the consequent diseases that they follow and we continue to destroy, using non-ecological scientific methods, under the illusion of doing the good of the community.
This seems like the time of the chopping up. In every part of Europe (and the world) we are witnessing a process of shattering human solidarity with exacerbated forms of distinction, not only for health reasons, but also for religious, ideological or status reasons. What is the reason for this crumbling? Monolithic blocks of economic and political power seem to want to take over the global but are crumbling on the rubble they themselves caused on the planet. Human society struggles in the frenzied search for a new identity and modus vivendi, will it be able to survive itself?
With the advent of forced "virtualization", following the separation resulting from the fight against contagion, the ways of working and socializing have changed. New entities, based on amorphous productivity, are taking over, while healthy social forces strike the walls (without doors) of an apparent democratic legality that no longer holds the fate of the nation.
Humans, in an attempt to conform to "higher" directives, have indeed lost the sense of dignity and respect for diversity. Again and again it stands out and judges itself. However, not in the economic and social planning firmly in the hands of a few "experts" ...
However, I believe that due to an opposite compensatory tendency it will happen that this "separation" will necessarily result in an interior re-approach of man towards man. After all, how much can we separate from ourselves without perishing? The yin and the yang are forces that alternate and compensate each other, neither of them can take a definitive upper hand. Hence, distancing becomes approach ... Life is elastic and cannot go in just one direction.
Now the need arises for new forms of balance, more rooted in the awareness of common belonging to life. An approach to universal consciousness.
In fact, the sense of common belonging leads to the sharing of the life event, to symbiotic attitudes and to a state of collective consciousness. Spiritual evolution requires that people recognize themselves in the common belonging to life. Separation is only a concept to justify personalistic and egoic "addresses", it is a radical fracture that splits the world and being in two.
The ability to coexist in the "land condominium" lies in the ability to relate to the place where one lives in harmony with the existing. Man, the human species as a whole, and the living environment are an indivisible entity.
Therefore, the first step to take, for the "Return Home", is the acceptance of differences, seen as character facts that at most (in the case of persistent moral negligence) can be 'cured' in the same way as an idiosyncrasy / disease internal. Man needs to recognize himself as 'unique' in his individuality, which resembles a snow crystal in the mass of snow, but in the awareness of belonging to the only human species. It will not be long - I hope - that the artificial divisions operated by the speculative mind will disappear completely and in their place a new spirit of brotherhood will take over, starting from the assumption of real similarities and peaceful coexistence. These similarities, in an ever closer society, will make man capable of understanding his neighbor, in full freedom, and of loving him as he really deserves. All inhabitants of the same planet, all at home!
Paolo D’Arpini
Testo Italiano:
Stiamo riducendo il nostro pianeta ad un cimitero, seguendo un'idea di benessere che non tiene conto degli altri, di tutti gli altri, ignorando la distruzione delle risorse, l'inquinamento causato alla Terra per il nostro egoismo, eppure non consideriamo le malattie che ne conseguono e continuiamo a distruggere, usando metodi scientifici non ecologici, illudendoci di fare il bene della collettività.
Questo sembra il tempo dello spezzettamento. In ogni parte d’Europa (e del mondo) si assiste ad un processo di frantumazione della solidarietà umana con forme esacerbate di distinzione, non solo per motivi salutistici, ma anche religiosi, ideologici o di status. Qual’è la motivazione di questo sgretolamento? Blocchi monolitici di potere economico e politico sembrano voler prendere il sopravvento globale ma si stanno sbriciolando sulle macerie da loro stessi provocate sul pianeta. La società umana si dibatte nella forsennata ricerca di una nuova identità e modus vivendi, riuscirà a sopravvivere a se stessa?
Con l'avvento della "virtualizzazione" forzata, in seguito alla separazione derivante dalla lotta al contagio, sono cambiati i modi di lavoro e di socializzazione. Nuove entità, basate sulla produttività amorfa, stanno prendendo il sopravvento, mentre le forze sociali sane percuotono le mura (senza porte) di una apparente legalità democratica che più non regge le sorti della nazione.
Gli umani, nel tentativo di uniformarsi alle direttive "superiori", hanno perso invero il senso della dignità e del rispetto per la diversità. Ancora ed ancora si distingue e si giudica. Non però nella pianificazione economica e sociale saldamente in mano a pochi “esperti”…
Ritengo comunque che per una opposta tendenza compensativa succederà che questa “separazione” sfocerà necessariamente in un ri-accostamento interiore e dell’uomo verso l’uomo. In fondo quanto possiamo separarci da noi stessi senza perire? Lo yin e lo yang son forze che si alternano e si compensano, nessuna delle due può prendere un definitivo sopravvento. Ecco perciò che l’allontanamento diviene avvicinamento… La vita è elastica e non può andare in una sola direzione.
Ora sorge la necessità di nuove forme di equilibrio, più radicate nella coscienza della comune appartenenza alla vita. Un avvicinamento alla coscienza universale.
Infatti il senso di comune appartenenza porta alla condivisione dell'evento vita, ad atteggiamenti simbiotici e ad uno stato di coscienza collettiva. L’evoluzione spirituale richiede che le persone si riconoscano nella comune appartenenza alla vita. Separazione è solo un concetto per giustificare degli “indirizzi” personalistici ed egoici, è una frattura radicale che spacca il mondo e l'essere in due.
La capacità di coabitare nel “condominio terra”, sta nella capacità di rapportarsi al luogo in cui si vive in sintonia con l'esistente. L'uomo, la specie umana nella sua totalità, e l'ambiente vitale sono un'entità indivisibile.
Perciò il passo primo da compiere, per il “Ritorno a Casa”, è l'accettazione delle differenze, viste come fatti caratteriali che al massimo (in caso di persistente negligenza morale) possono essere ‘curate’ allo stesso modo di una idiosincrasia/malattia interna. L’uomo ha bisogno di riconoscersi ‘unico’ nella sua individualità, che assomiglia ad un cristallo di neve nella massa di neve, ma nella coscienza di appartenere all'unica specie umana. Non passerà molto tempo -mi auguro- che le divisioni artificiali operate dalla mente speculativa scompariranno completamente ed al loro posto subentrerà un nuovo spirito di fratellanza, partendo dal presupposto delle reali somiglianze e della coesistenza pacifica. Queste somiglianze, in una società sempre più vicina, renderanno l’uomo capace di capire il suo prossimo, in piena libertà, e di amarlo come realmente merita. Tutti abitanti dello stesso pianeta, tutti a casa!
Paolo D’Arpini
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