When it comes to the law of cause and effect, or karma and its consequences, some "religious" people believe that there is an underlying injustice on the part of the divinity, which allows the formation of an evil that must then be discounted by souls. , on this earth or in another world, through a "cruel destiny", personal and collective.
In truth it happens that precisely for the exploitation of this presumed cruelty all those forms of extremist ideology are born that aim to prove the "reality" of the dream. These ideologies can be religious or atheistic, it does not matter, they can be aimed at changing the quality of the dream or tout court to ignore its aspects by turning one's attention to a hypothetical "afterlife". In short, in one way or another it is taken for granted that what we live or "live" (in this world or in the other) is the only possible reality ... and this is how karma, the destiny of man, is perpetuated and all that surrounds it.
The trouble with the concept of "God" is that we consider it an alien entity, separate from us, therefore, looking with the eyes of secular spirituality, I do not really appreciate theistic religions. In going round and round he poured out what we are, in the "path" of the return to our fullness, which we have never lost but only forgotten, it seems to us that we touch "stages".
Sometimes we like to stay in the concept of ethics but the concept of good and evil is a counter-altar to be skipped. Yin and Yang are aspects related to the event, such as the positive and negative pole of electricity that makes the world move.
Do we leave aside any moral explanation that would only create further confusion since it is within the illusion, in the dual mirror of the mind, do we leave aside any conceptualization, see if there is anything left?
Something remains for sure, it is Consciousness that allows every visualization and perception, which is "perception" itself.
In each of us it is the only real presence that illuminates the sense of self (and of you). Without this consciousness, nothing could exist. You are -I am- that consciousness and that's it.
…. Consciousness is not what appears in consciousness, it is not - to be understood - sensation, thought, emotion, intuition, vision but it is that light that makes it possible to perceive. Therefore even this explanation made of words cannot qualify or indicate consciousness. And even mine is a futile attempt to define the indefinable ... every definition is contained and can never be a container.
In pursuing the concept of Consciousness, we cannot follow a solid path, but we can at least establish what "not" is consciousness, we deny any construct, axiom, assumption, claim to describe and embody consciousness. And it is precisely in these terms that my opposition to religions and ideologies is configured. But there is no obligation to get bogged down in a "creed" (the moment you understand the consequences). Only he who insists on wanting to believe is a participant of the good and evil of that creed.
Still, isn't belief a thought too? And didn't we just say that consciousness can never be "represented" by a thought, by an image?
So why stick around something that is mere illusion, a dual symbol of "good and evil"? And also, is it not even said in the Bible that man was removed from earthly paradise for wanting to taste the fruit of good and evil? And it is not said, again, this time in the Gospel, 'blessed are the poor in spirit because of them is the kingdom of heaven?' And in this case it is not perhaps the spirit of stubbornness and the illusion of considering themselves separate that prevents access to that kingdom?
The only thing to do is to abandon the separative arrogance and fearlessly return to our real home (which we have never left) ...
Paolo D’Arpini
Testo italiano:
Quando si parla della legge di causa ed effetto, ovvero di karma e sue conseguenze, alcune persone “religiose” ritengono che ci sia una ingiustizia di fondo, da parte della divinità, che consente la formazione di un male che poi deve essere scontato dalle anime, su questa terra o in un altro mondo, attraverso un “destino crudele”, personale e collettivo.
In verità succede che proprio per la strumentalizzazione di questa presunta crudeltà nascono tutte quelle forme di ideologia estremistica che si prefiggono di comprovare la “realtà” del sogno. Queste ideologie possono essere religiose od atee, non ha importanza, possono essere rivolte a modificare la qualità del sogno oppure tout court ad ignorarne gli aspetti rivolgendo la propria attenzione al un ipotetico “aldilà”. Insomma in un modo o nell’altro si da per scontato che quello che viviamo o “vivremo” (in questo mondo o nell’altro) sia l’unica realtà possibile… ed è così che si perpetua il karma, il destino dell’uomo e di tutto ciò che lo circonda.
Il guaio del concetto di “Dio” è che noi lo riteniamo un ente alieno, separato da noi, per questo, guardando con gli occhi della spiritualità laica, io non apprezzo molto le religioni teiste. Nel girare in tondo versò ciò che siamo, nel “percorso” del ritorno alla nostra pienezza, che non abbiamo mai perso ma solo dimenticato, ci sembra di toccare delle “tappe”.
Talvolta ci piace sostare nel concetto dell’etica ma il concetto di bene e di male è un contro-altare da saltare a piè pari. Yin e Yang sono aspetti relativi alla manifestazione, come il polo positivo e negativo dell’energia elettrica che fa muovere il mondo.
Lasciamo da parte ogni spiegazione morale che non farebbe altro che creare ulteriore confusione poiché sta all’interno dell’illusione, nello specchio duale della mente, lasciamo da parte ogni concettualizzazione, vediamo se resta qualcosa?
Qualcosa resta di sicuro, è la Coscienza che consente ogni visualizzazione e percezione, che è la “percezione” stessa.
In ognuno di noi è la sola presenza reale che illumina il senso dell’io (e del tu). Senza detta coscienza non potrebbe esistere alcunché. Tu sei -io sono- quella coscienza e basta.
….La coscienza non è ciò che appare nella coscienza, non è -per intenderci- sensazione, pensiero, emozione, intuizione, visione ma è quella luce che rende possibile ogni percepire. Perciò anche questa spiegazione fatta di parole non può qualificare o indicare la coscienza. E perfino questo mio è un futile tentativo di definire l’indefinibile… ogni definizione è contenuto e mai può essere contenitore.
Inseguendo il concetto di Coscienza non possiamo seguire un tracciato solido, ma possiamo almeno stabilire ciò che “non” è coscienza, neghiamo ogni costrutto, assioma, assunzione, pretesa di descrivere ed incarnare la coscienza. Ed è proprio in questi termini che si configura la mia opposizione nei confronti delle religioni e delle ideologie. Ma non vi è alcun obbligo a restare impantanati in un “credo” (il momento che ne hai capito le conseguenze). Solo colui che insiste nel voler credere è compartecipe del bene e del male di quel credo.
Eppure, non è il credere anch’esso un pensiero? E non dicevamo poco fa che la coscienza non può mai essere “rappresentata” da un pensiero, da una immagine?
Quindi, perché restare avvinghiati a qualcosa che è mera illusione, un simbolo duale del “bene e male”? Ed inoltre, non è forse detto persino nella bibbia che l’uomo fu allontanato dal paradiso terrestre per aver voluto tastare il frutto del bene e del male? E non è detto, ancora, stavolta nel vangelo, ‘beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli?’ Ed in questo caso non è forse lo spirito della caparbietà e dell’illusione di considerarsi separati che impedisce l’accesso a quel regno?
La sola cosa da fare è abbandonare l’arroganza separativa e senza paura tornare alla nostra vera casa (che non abbiamo mai lasciato…
Paolo D’Arpini
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