The way that leads him to himself - as adventurous as dangerous - has proved difficult. The more he wants to be an" I ", the more day by day the man learns to respect everything that exists simply because it exists,
He feels at the center of the universe, revolves around himself, the theme of his existence consists of personal joys and sorrows, value, power, honor.
He has the presumption of having organized everything, of having subordinated everything to himself, of increasingly dominating the field of action of the unpredictable, of the chaotic. And this calls it progress, civilization!
When it feels cold to the heart it attributes the phenomenon to "bad mood" which reason can control. And not even this gives rise to the suspicion that he is living a wrong life.
Fascinated by himself, he wants to be a self-sufficient ego. And to live boldly, avidly from one's own center, to be the center himself, and calls it character, personality.
A center that was yesterday, today is, tomorrow will now be here now there, and finally claims to die a death of its own, very personal.
Faced with this limit and at the height of his possibilities, his attitude turns into real evil, his courage to live becomes haughtiness, arrogance.
Even if they wanted, these people would not be able to understand to what extent their conception of life is distorted. This is the reason why Zen Buddhism refuses to wake them up, does not preach models to follow, does not believe in the building power of the word. These are speeches that touch the ear but do not penetrate the heart.
Heugen Herrigel - Abstract from "The Way of Zen"
Testo italiano:
La Via che lo porta a se stesso -avventurosa quanto pericolosa- si è rivelata difficile. Più vuole essere un "Io" più l'uomo giorno per giorno disimpara a rispettare tutto ciò che esiste semplicemente perché esiste,
Si sente al centro dell'universo, ruota intorno a se stesso, la tematica della sua esistenza consiste di gioie e dolori personali, valore, potenza, onore.
Ha la presunzione di aver organizzato tutto, di aver tutto subordinato a se stesso, di dominare sempre più il campo d'azione dell'imprevedibile, del caotico. E questo lo chiama progresso, civiltà!
Quando sente freddo al cuore attribuisce il fenomeno a "cattivo umore" che la ragione può controllare. E nemmeno questo fa nascere in lui il sospetto che sta vivendo una vita sbagliata.
Affascinato da se stesso, vuol essere un Io autosufficiente. E vivere spavaldamente, avidamente dal proprio centro, essere centro egli stesso, lo chiama carattere, personalità.
Un centro che ieri era, oggi è, domani sarà ora qua ora là, e infine pretende di morire una morte propria, personalissima.
Di fronte a questo limite e all'apice delle sue possibilità il suo atteggiamento si tramuta in vera e propria malvagità, il suo coraggio di vivere diventa alterigia, arroganza.
Anche se lo volessero queste persone non riuscirebbero a capire sino a che punto sia distorta la loro concezione della vita. Questa è la ragione per cui il buddhismo Zen rinuncia a svegliarle, non predica modelli da seguire, non crede nella forza edificatrice della parola. Sono discorsi che sfiorano l'orecchio ma non penetrano nel cuore.
Heugen Herrigel
Stralcio da: "La Via dello Zen"
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