A volte le parole possono creare discordia fra gli uomini… L’incomprensione sorta con la diversità dei linguaggi, volendo comprendere l’altro attraverso il linguaggio, è alla base delle antipatie che gli esseri umani percepiscono gli uni verso gli altri. Prova ne sia il negro che ci parla in bantu viene visto con sospetto e timore, mettete che lo stesso negro si mette a parlare in italiano, o addirittura nel nostro dialetto familiare, ecco che improvvisamente diviene uno di noi, un fratello di colore diverso.
Il linguaggio comune unisce ed all’inizio tutti gli umani parlavano la stessa lingua, il “nostratico” viene chiamato in glottologia, poi da quella radice, nella diaspora umana planetaria, sono sorti rami e ramoscelli sempre più diversi. La mitologia della Torre di Babele è simbolica ma veritiera. Gli uomini appena salvatisi dal diluvio universale invece che andare a ri-abitare il pianeta, ridiventato fertile dopo il cataclisma, si concentrarono tutti in un luogo e cominciarono ad erigere un monumento di ringraziamento a Dio (forse però a quel tempo era la Dea), simbolicamente questa torre zigurratica saliva sempre più in altezza (per arrivare in cielo) ma l’uomo è fatto per la terra e così Dio (o la Dea) confuse i linguaggi e gli uomini che non potevano più comprendersi si allontanarono in gruppi omogenei alla conquista del mondo, chi qua chi là, finché tutto il pianeta fu abitato.
Certo questa è una favola ma fa pensare come la differenza delle lingue allontani l’uomo dall’uomo. Sarà per questo che in ogni epoca un potere emergente cerca di stabilirsi attraverso una lingua? Sicuramente è avvenuto così.. il sanscrito, il greco, il latino… ed ora l’inglese, come lingue veicolari temporali, ne sono riprova.
Ma aspetta aspetta, non intendevo fare semplicemente un discorso semantico linguistico, anzi, volevo parlare dell’unico elemento che è in grado di unire e di far riconoscere l’uomo in se stesso e agli altri come manifestazione della stessa matrice vitale. Questo elemento è la “coscienza-intelligenza”, che unisce tutti i viventi e -in latenza- anche il mondo inorganico.
Questa Coscienza/intelligenza è stata definita da tempo immemorabile “spirito” (diverso da anima che sottintende una personalità individuale). Lo spirito tutti ci accomuna poiché Spirito e vita sono consequenziali ed inseparabili. Possiamo chiamarla Biospiritualità, o Spiritualità Laica, una forza legante universale, al di là del linguaggio, che è l’espressione, l’odore sottile, il messaggio intrinseco, che traspira dalla materia tutta.
Il sentimento di costante presenza indivisa, la consapevolezza dell’inscindibilità della vita, riconoscibile in ogni sua forma e componente, partendo dal “soggetto” percipiente, questa è la pratica stabile dell’essere biospirituale. La conoscenza suprema significa sapere che tutto quel che “è” lo è in quanto tale. Perché l’esistente è uno, non può esserci “altro”…
Ed infatti l’ostacolo posto dalle religioni e dalle ideologie è proprio quello di basarsi su un linguaggio, sulla descrizione culturalmente adattata per esportare una specifica cultura. Ma allorché l’oscuramento viene rimosso dal cuore dell’uomo, improvvisamente ci troviamo a Casa, cioè torniamo alla “lingua universale” da tutti compresa. Possiamo definire questo stato “liberazione” dall’illusorio senso di separazione, poiché la biospiritualità non può ammettere separazione.
Paolo D’Arpini
English text
Sometimes words can create discord among men... The incomprehension that arises with the diversity of languages, wanting to understand the other through language, is at the basis of the antipathies that human beings perceive towards each other. Proof of this is the Negro who speaks to us in Bantu is seen with suspicion and fear, let's say that the same Negro starts speaking in Italian, or even in our family dialect, suddenly he becomes one of us, a brother of a different colour.
The common language unites and at the beginning all humans spoke the same language, the "nostratic" is called in glottology, then from that root, in the planetary human diaspora, increasingly different branches and twigs arose. The mythology of the Tower of Babel is symbolic but truthful. The men who had just saved themselves from the universal flood instead of going to re-inhabit the planet, which had become fertile again after the cataclysm, all concentrated in one place and began to erect a monument of thanksgiving to God (perhaps however at that time it was the Goddess), symbolically this zigurratic tower rose higher and higher (to reach heaven) but man was made for the earth and so God (or the Goddess) confused the languages and the men who could no longer understand each other moved away in homogeneous groups to conquer of the world, who here who there, until the whole planet was inhabited.
Of course this is a fairy tale but it makes us think how the difference of languages distances man from man. Could it be for this reason that in every age an emerging power seeks to establish itself through a language? Surely it happened like this .. Sanskrit, Greek, Latin ... and now English, as temporal vehicular languages, are proof of this.
But wait wait, I didn't mean to simply make a linguistic semantic discourse, on the contrary, I wanted to talk about the only element that is able to unite and make man recognize himself and others as a manifestation of the same vital matrix. This element is the "consciousness-intelligence", which unites all living beings and -in latency- also the inorganic world.
This Consciousness/intelligence has since time immemorial been referred to as "spirit" (as opposed to soul which implies an individual personality). The spirit unites us all because Spirit and life are consequential and inseparable. We can call it Biospirituality, or Lay Spirituality, a universal binding force, beyond language, which is the expression, the subtle smell, the intrinsic message, which transpires from all matter.
The feeling of constant undivided presence, the awareness of the inseparability of life, recognizable in all its forms and components, starting from the perceiving "subject", this is the stable practice of the biospiritual being. Supreme knowledge means knowing that all that "is" is as such. Because the existing is one, there can be no "other"...
And in fact the obstacle posed by religions and ideologies is precisely that of relying on a language, on a culturally adapted description to export a specific culture. But when the darkening is removed from the heart of man, we suddenly find ourselves Home, that is, we return to the "universal language" understood by all. We can call this state "liberation" from the illusory sense of separation, since biospirituality cannot admit separation.
Paolo D'Arpini
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